CROSSROADS 2014 - Schede artisti

Jazz Network, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura, Ater
Associazione i-jazz, Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura, Comune di Rimini Istituzione Musica Teatro Eventi
Comune di Correggio, Correggio Music Land, Comune di Imola Assessorato alla Cultura
Comune di Russi - Teatro Comunale, Fondazione Teatro Rossini di Lugo
Comune di Modena Assessorato alle Politiche Giovanili, La Tenda di Modena, Associazione Culturale Muse
Comune di Parma Assessorato alla Cultura, Casa della Musica - Parma, ParmaFrontiere Associazione Culturale, Ars Canto G. Verdi - Parma
Comune di Castel San Pietro Terme Assessorato alla Cultura, Combo Jazz Club di Imola, Uisp Castel San Pietro Terme
Comune di Casalgrande Assessorato Tempo Libero, Comune di Massa Lombarda Assessorato alla Cultura, Massa Sonora, El Gallo Rojo
Comune di Solarolo Assessorato alla Cultura, Comune di Fusignano Assessorato alla Cultura, Associazione Suburbia - Bagnacavallo
Comune di Cesenatico Assessorato alla Cultura, Comune di Gambettola Assessorato alla Cultura, La Baracca dei Talenti - Gambettola
Comune di Dozza Assessorato alla Cultura, Compagnia Teatrale della Luna Crescente
Italian Jazz Orchestra - Associazione Musicale Bruno Maderna, Piacenza Jazz Club, Jazz Club Ferrara
Cisim di Lido Adriano - Associazione Culturale Il Lato Oscuro della Costa, Fondazione Teatro Socjale - Piangipane, Mama’s Club - Ravenna
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Con il patrocinio di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori

Crossroads 2014

-- SCHEDE ARTISTI --

Venerdì 28 febbraio
Casalgrande (RE), Teatro Fabrizio De André, ore 21:15
CORDOBA REUNION
Javier Girotto – sax baritono, sax soprano;
Gerardo Di Giusto – pianoforte; Carlos Buschini – basso, contrabbasso;
Gabriel Minino Garay – percussioni, batteria

Tutti originari di Cordoba (Argentina) i membri di questo quartetto si sono ritrovati, dopo aver seguito percorsi musicali diversi, in Europa. La loro compatibilità, geografia a parte, era troppo spiccata perché non ne nascesse un supergruppo. E di fatti eccolo qui: Cordoba Reunion, con la sua commistione tra jazz e musica argentina, folklore e musica sofisticata, improvvisazione e ritmi ballabili tradizionali (tango, zamba, chacarera, milonga, chaya). Gli ingredienti sono quelli giusti per ottenere un’esplosione di colorismo sonoro, una deflagrazione ritmica ad alta intensità, una gioiosa espressione di passioni sudamericane.
Javier Girotto è una sorta di primus inter pares all’interno della band, in virtù della sua notevole fama come solista. Lasciata l’Argentina, ha proseguito gli studi musicali negli USA per poi giungere in Italia. Qui ha raccolto un solido e costante successo, dapprima con i suoi Aires Tango, poi con le altre formazioni da lui create e le collaborazioni con Danilo Perez, Bob Mintzer, Steve Turre, Tony Scott, Roy Hargrove, Enrico Rava, Roberto Gatto, Antonello Salis…
Gerardo Di Giusto, emigrato a Parigi, è diventato arrangiatore e pianista di fiducia per maestri del tango argentino e della musica latina, ma anche per musicisti jazz come Magik Malik.
Carlos Buschini, trasferitosi in Italia, si è fatto conoscere sulla scena musicale europea suonando con i grandi rappresentanti del jazz italiano e francese: Bojan Z, Magik Malik, Luis Agudo, Antonello Salis, Tiziana Ghiglioni…
Gabriel Minino Garay ha fatto di Parigi la sua seconda casa. Qui ha creato la sua band Les Tambours du Sud, con una decina di percussionisti. Ha collaborato con musicisti di fama internazionale come Dee Dee Bridgewater, Mercedes Sosa, Jacky Terrasson, Michel Portal, Stefano Di Battista…

foto



Sabato 1 marzo
Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni, ore 21:30
ROBERTO GATTO QUARTET
Avishai Cohen – tromba; Francesco Bearzatti – sassofoni;
Doug Weiss – contrabbasso; Roberto Gatto – batteria 

La prima notorietà di Roberto Gatto risale al 1975, anno di debutto del Trio di Roma, co-diretto assieme ad altri due musicisti destinati come lui a segnare profondamente la storia del jazz nazionale: Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli. Da allora, nel corso di quasi quarant’anni di carriera, Gatto si è imposto come l’esempio più rappresentativo della batteria jazz italiana. Le sue indiscutibili doti tecniche lo hanno reso uno dei batteristi più ricercati sia dai leader italiani (Enrico Rava, Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi) che dai più importanti artisti stranieri di passaggio dalle nostre parti (Johnny Griffin, George Coleman, Curtis Fuller, Chet Baker, Joe Zawinul, Pat Metheny).
Dopo aver svolto per lungo tempo il ruolo di sideman di lusso, negli ultimi anni Gatto si sta concentrando principalmente sulla sua attività da leader, facendo la spola tra Roma e New York, città di riferimento per alcune delle più sorprendenti formazioni ideate dal batterista in tempi recenti, come il nuovo quartetto pianoless di assoluta originalità sia nella strumentazione che nella scelta dei musicisti. Gatto ha infatti convocato due solisti dalla personalità debordante come Avishai Cohen e Francesco Bearzatti e, a dargli man forte con il ritmo, un bassista inossidabile come Doug Weiss. Ne viene fuori un quartetto decisamente fuori dagli schemi, dedito a un jazz moderno e innovativo, screziato dalle imprevedibili impennate di Bearzatti e dai ficcanti assolo di Cohen, stella emergente del jazz della East Coast statunitense.

foto



Mercoledì 5 marzo
Rimini, Teatro degli Atti, ore 21:15
KURT ELLING
1619 Broadway
The Brill Building Project
Kurt Elling – voce; Gary Versace – pianoforte; John McLean – chitarra;
Clark Sommers – contrabbasso; Kendrick Scott – batteria

Non ne dubitavamo di certo: nel 2013 Kurt Elling ha vinto entrambi i referendum di DownBeat, quello dei critici e quello dei lettori, come miglior voce maschile. È ormai dal 2000 (quattordici anni consecutivi!) che Elling si impone come miglior cantante alla vetta della principale classifica del jazz mondiale, quella stilata dai critici: un record che si commenta da solo.
A stimolare questa nuova ondata di consenso è stato anche l’arrivo sulle scene concertistiche di 1619 Broadway – The Brill Building Project (il disco era uscito nel 2012 per la Concord). La dedica a un edificio è sicuramente cosa insolita, ma il Brill Building, ospitando studi e uffici dell’industria musicale, è stato la Mecca della canzone pop tra gli anni Cinquanta e Sessanta e quindi racchiude tra le sue mura un’intera mitologia canora. Roba ideale per la traccia narrativa di un progetto musicale: lì erano di casa Carole King, Burt Bacharach e molti altri memorabili nomi della canzone statunitense. Tra questo retroterra pop e la sofisticata levatura jazzistica di Elling si stabilisce un circuito virtuoso: stilemi di vocalese e doo-wop sono innestati sulla musica beat, mentre R&B e ballate vanno incontro allo swing e alla moderna eredità boppistica. Probabilmente uno dei migliori repertori mai assemblati da Elling, con una varietà espressiva che non perde mai di coerenza.

foto



Sabato 8 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
MARIA PIA DE VITO & ARES TAVOLAZZI
Maria Pia De Vito – voce; Ares Tavolazzi – basso elettrico

È un incontro di fresca data, quello tra due portabandiera del jazz italiano come Maria Pia De Vito e Ares Tavolazzi, che per l’occasione lascia il contrabbasso per imbracciare lo strumento elettrico, cosa che fa venire alla mente il suo ruolo nella storica band jazz-rock Area. In questo contesto di assoluta intimità eseguiranno canzoni statunitensi d’autore (da Joni Mitchell a Elvis Costello) alternate ai capolavori di Charles Mingus e Thelonious Monk: un’occasione per ascoltare la camaleontica voce della De Vito, negli ultimi anni particolarmente dedita alla musica di ricerca, in un repertorio che invece è particolarmente suadente e popolare.
Maria Pia De Vito è da tre decenni al vertice del canto jazz italiano ed europeo. Pluripremiata al Top Jazz, è un’artista a tutto tondo; compositrice e arrangiatrice oltre che performer. La De Vito è un’instancabile esploratrice del linguaggio e degli stili musicali legati all’improvvisazione. I suoi interessi spaziano dal jazz alla musica più sperimentale, dalla tradizione classica alla canzone popolare partenopea: una voce e una personalità artistica decisamente libere e straordinariamente moderne.
Ares Tavolazzi, oltre alla fama raccolta come membro degli Area, è uno dei più stimati contrabbassisti del jazz italiano. A testimonianza del suo indiscutibile valore ci sono i grandi leader che lo hanno voluto come elemento fondamentale delle loro ritmiche: Stefano Bollani, Enrico Rava, Massimo Urbani, Francesco Guccini, Sal Nistico, Max Roach, Lee Konitz, Phil Woods…

foto



Domenica 9 marzo
Gambettola (FC), Teatro Comunale/La Baracca dei Talenti, ore 21:00
SARAH JANE MORRIS & ANTONIO FORCIONE
Sarah Jane Morris – voce; Antonio Forcione – chitarra 

Nata nell’estate del 2012, questa collaborazione straordinaria, come l’ha definita The Guardian, è un folgorante mix di virtuosismo sopraffino, ritmo impetuoso, ardente spiritualità e ironia in buona dose: Sarah Jane Morris e Antonio Forcione hanno in comune l’Inghilterra (per lei patria natìa, per lui adottiva), uno stile peculiare e una storia di successi.
Sarah Jane Morris, inglese di Southampton, dove è nata nel 1959, è riuscita ad affermarsi con eguale fortuna in generi assai diversi come il jazz, il pop, il rock e l’R&B: merito del suo approccio canoro capace di passare dal sofisticato al viscerale, nonché dell’estrema estensione (quattro ottave), il perfetto controllo ritmico e l’intonazione millimetrica della sua voce.
Nel 1981 partecipò all’incisione del disco Into the Garden degli Eurythmics: il suo primo rilevante passo nel giro della musica pop che conta. È stata poi corista per i Communards di Jimmy Somerville. Nel 1986, con Don’t Leave Me This Way, i Communards e Sarah Jane scalarono le classifiche di vendita internazionali, imprimendo un marchio canoro indimenticabile. Da lì iniziò la carriera da solista della Morris, ricca di nuove collaborazioni: Riccardo Fogli, Riccardo Cocciante (col quale nel 1991 ha vinto il festival di Sanremo), Steve Martland, Matt Bianco, Marc Ribot, Dominic Miller.
Antonio Forcione, italiano di nascita ma londinese di adozione, è un virtuoso della chitarra acustica, capace di portare il suo strumento in zone mai esplorate da altri. La sua carriera si è sviluppata con notevole successo in una varietà di contesti, com’è evidente dalle sue innumerevoli collaborazioni: Biréli Lagrène, Barney Kessel, Dominic Miller, Rossana Casale, Trilok Gurtu, John Scofield, John McLaughlin, Charlie Haden, Zucchero, Bobby McFerrin, Phil Collins, Pino Daniele, Van Morrison...

foto



Venerdì 14 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
 “Massa Sonora”
DIMITRI SILLATO LUMINAL
Mirco Rubegni – tromba; Achille Succi – clarinetto basso;
Dimitri Sillato – pianoforte; Stefano Senni – contrabbasso; Federico Scettri – batteria
SIMONE MASSARON SOLO
“Cannery Row”
Simone Massaron – chitarra acustica, elettrica, live looping
ROLLERBALL
Piero Bittolo Bon - sax alto, clarinetto contralto;
Beppe Scardino – sax baritono, clarinetto basso; Enrico Terragnoli – chitarra;
Danilo Gallo – contrabbasso; Massimiliano Sorrentini – batteria

Inizia con una tripletta di band “Massa Sonora”, vetrina per quella fucina di sperimentazione jazzistica che è il collettivo El Gallo Rojo.
Si parte coi Luminal di Dimitri Sillato, pianista di formazione classica convertitosi al jazz e alla libera improvvisazione. In questa sua veste ha accumulato esperienze al fianco di nomi come Eyvind Kang, Mike Patton, Cristina Zavalloni, Achille Succi, Tristan Honsinger, Marilyn Mazur. E ancora, su un fronte meno sperimentale, con Gabriele Mirabassi e Vinicio Capossela.
Secondo quel vate della ricerca chitarristica che è Marc Ribot, Simone Massaron “ha imparato la lezione degli improvvisatori, ma è chiaramente affezionato alla forma canzone/memoria/composizione. Suona sfruttando un ampio bagaglio fraseologico ma anche con grande delicatezza”. Massaron, nato a Milano nel 1971, spazia tra improvvisazione radicale, avanguardia, jazz e si dedica assiduamente alla sonorizzazione di film muti. Ha suonato con Elliott Sharp, Nels Cline, Marc Ribot, Peter Evans...
Il quintetto Rollerball, che ha già realizzato due produzioni per El Gallo Rojo, è un meccanismo che produce suoni fragorosi, roboanti, indistinti, dal carattere esoterico. Rollerball attraversa gli spazi dell’avanguardia, del jazz, del rock e del pop, travalicando ogni frontiera musicale.

foto



Sabato 15 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
 “Massa Sonora”
COLLETTIVO EL GALLO ROJO
“El dia de los muertos”
Achille Succi – clarinetto basso, sax alto, shakuhachi; Francesco Bigoni – sax tenore, clarinetto;
Piero Bittolo Bon – sax alto, clarinetto alto, pocket dubstep trumpet;
Beppe Scardino – sax baritono; Dimitri Sillato – pianoforte, violino;
Enrico Terragnoli – banjo, chitarra elettrica e acustica, sampler;
Simone Massaron – chitarra elettrica e acustica; Alfonso Santimone - pianoforte, organo, laptop;
Giulio Corini – contrabbasso; Danilo Gallo – contrabbasso; Stefano Senni – contrabbasso;
Zeno de Rossi – batteria, percussioni; Massimiliano Sorrentini – batteria, percussioni;
Nelide Bandello – batteria, percussioni; Martino Fedrigoli – paper, water

Formato nel 2004, il collettivo El Gallo Rojo è stato sin da subito una sorta di calamita capace di attrarre numerosi jazzisti sotto il segno di una completa autogestione: tratto comune degli artisti che partecipano a questa family è l’apertura stilistica verso un’idea di jazz dalle maglie molto larghe, attraverso le quali riescono a infiltrarsi altri generi musicali. Innumerevoli sono i gruppi nati all’interno del collettivo, in una girandola di combinazioni in cui jazzisti ormai ampiamente noti sulla scena nazionale ed europea (Succi, Bigoni, Scardino, Santimone, de Rossi, Gallo, Senni...) sono affiancati da nomi meno noti ma di certo non meno creativi.
Nel 2013 l’etichetta discografica autogestita dal collettivo ha raggiunto la sua cinquantesima produzione: è stata l’occasione per mettere su un progetto davvero speciale, una sorta di house party che ha visto riunirsi un numero sorprendente di affiliati al Gallo Rojo. Ne è venuta fuori un’orchestra dalle sensazionali potenzialità, in cui ogni membro fornisce composizioni originali. Quanto all’organico messo in campo, tutte le combinazioni sono possibili, dal solo alla piena orchestra, con spazio per numerose combinazioni intermedie.

foto



Mercoledì 19 marzo
Massa Lombarda (RA), Sala del Carmine, ore 21:00
ALESSANDRO SCALA QUARTET & special guest FABRIZIO BOSSO
“Viaggio Stellare”
Alessandro Scala – sax tenore, sax soprano; Nico Menci – pianoforte;
Paolo Ghetti – contrabbasso; Stefano Paolini – batteria
special guest Fabrizio Bosso – tromba, flicorno
Fabrizio Bosso artist in residence

Alessandro Scala, sassofonista ravennate, classe 1968, inizia gli studi di clarinetto, e poi di sax, sin dall’infanzia. L’approccio al jazz avviene dapprima da autodidatta, quindi sotto la guida di Fabio Petretti, Bob Bonisolo, Steve Grossman. La sua enorme dedizione alla musica senza preclusioni di stile gli permette di collaborare con nomi di rilievo in vari ambiti, dal jazz, alla bossa nova, il funk, il blues: Bob Moses, Marilyn Mazur, Bruno Tommaso, Jimmy Owens, Marco Tamburini, Mario Biondi, Rosalia de Souza… Particolarmente duratura è la sua collaborazione con l’hammondista lounge Sam Paglia. Come leader, Scala si presenta abitualmente alla testa di quartetti e quintetti, avendo spesso al suo fianco partner di grande livello, come Flavio Boltro.
Il quartetto di Scala è nato come atto d’amore verso la stagione dell’hard bop. Il suo repertorio era infatti inizialmente ripreso da Horace Silver, Hank Mobley, Lee Morgan, Miles Davis… Successivamente Scala ha aggiunto nel programma musicale alcuni suoi brani di matrice nu jazz ma legati comunque alla tradizione. Con la recente pubblicazione del disco Viaggio Stellare (Schema) il repertorio è diventato completamente originale, mentre Scala ha consolidato la collaborazione con Fabrizio Bosso, che sarà ospite di riguardo anche per il concerto a Massa Lombarda. Prenderà così il via la ‘residenza d’artista’ di Bosso a Crossroads 2014. Dopo questa sua prima apparizione nel ruolo di special guest, il trombettista tornerà infatti altre tre volte alla guida di propri gruppi: Latin Mood, Spiritual Trio e il duo con Julian Oliver Mazzariello.

foto



Giovedì 20 marzo
Modena, La Tenda, ore 21:30
RAUL MIDÓN
voce, chitarra, pianoforte, percussioni

Raul Midón, originario del Nuovo Messico, cieco sin dalla nascita (1966), è un cantautore nella cui chitarra si cela un’intera orchestra: la sua capacità di sovrapporre linee melodiche, riempimenti armonici e stacchi ritmici è di un abbagliante virtuosismo. Nel suo approccio, che comunque rimane inequivocabilmente personale, si possono cogliere tracce di altri poeti della voce&chitarra come Richie Havens, Sting e Paul Simon. Il suo stile che incrocia soul, rock ed elementi ispanici ha attratto l’attenzione di musicisti assai diversi, che hanno voluto suonare con lui: da Herbie Hancock a Stevie Wonder, Queen Latifah e Snoop Dogg.
Trasferitosi in Florida negli anni Novanta, Midón partecipa a produzioni di pop latino. Lavora come corista in studio e in tour con star come Shakira, Julio Iglesias e José Feliciano. Presto inizia a girare voce del suo talento e nel 2005, dopo il trasferimento a New York, esce il suo primo disco da leader per una major (State of Mind, EMI Manhattan Records). Da allora sono arrivati album di sempre più sofisticata fattura e collaborazioni cinematografiche di rilievo (con Spike Lee).

foto



Venerdì 21 marzo
Rimini, Teatro degli Atti, ore 21:15
TEREZ MONTCALM TRIO
Terez Montcalm – voce, chitarra;
Jean Marie Ecay – chitarra; Christophe Wallemme – basso, contrabbasso

Terez Montcalm viene dal Québec, dove è nata nel 1963. Inizia la carriera come cantante pop ma nel 2006, col suo quarto album (Voodoo), sterza inaspettatamente verso il jazz, scoprendo una formula musicale decisamente personale che le apre le porte della scena internazionale.
La voce della Montcalm ha un timbro tutto irregolarità, un po’ Lolita un po’ bourbon on the rocks. Non si appoggia certo sulle facili carte della seduzione femminile: i suoi giochi sul fraseggio, tra dizione staccata e allungamento delle note, caricano i testi di un’espressività lancinante, mentre le pause sono affrontate come un salto sopra l’abisso. Il suo è davvero scavo interpretativo, fortemente personale, sorretto da una voce non scolastica ma certamente carismatica, capace di inchiodare l’ascoltatore al pari di quella, altrettanto disomogenea, di Marlene Dietrich.
Autrice di canzoni capaci di flirtare con lo swing ma che sono soprattutto il frutto di una cultura musicale pop eterogenea, la Montcalm ha saputo applicare il suo stile irriverente e modernista anche a un repertorio commerciale dei più variegati: Annie Lennox, Elton John, Jimi Hendrix, U2, Michel Legrand. Nei dischi successivi a Voodoo, elementi jazz e indole rockettara sono sempre compresenti, in dosi variabili. Here’s To You. Songs For Shirley Horn (2011) è stato il vero battesimo completamente jazzistico per la cantante canadese: una performance vocale degna della hall of fame. Con il più recente I Know, I'll Be Alright (2013) tornano in repertorio i grandi classici del pop-rock (David Bowie, Michael Jackson, Simply Red, Neil Young): la fattura pregevolmente indie degli arrangiamenti della Montcalm rende queste canzoni irresistibili anche per le orecchie più esigenti.

foto



Sabato 22 marzo
Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni, ore 21:30
RALPH ALESSI BAIDA QUARTET
Ralph Alessi – tromba; Gary Versace – pianoforte;
Drew Gress – contrabbasso; Nasheet Waits – batteria

È un jazz progressista e sofisticato quello di Ralph Alessi. Nato a San Francisco nel 1963 si è formato come trombettista classico, ‘ereditando’ il mestiere del padre. Già attivo in campo cameristico e sinfonico, Alessi imbocca la strada della tromba jazz (ma si specializza anche come contrabbassista con Charlie Haden) per poi trasferirsi a New York, nel 1990. La scena downtown lo ha accolto a braccia aperte: Steve Coleman, Jason Moran, Don Byron, Ravi Coltrane, Fred Hersch, Uri Caine se lo sono conteso come collaboratore. Ma Alessi ha perseguito anche una sua attività da leader, soprattutto per eseguire le sue composizioni, capaci di spaziare da un forte legame con la tradizione post-boppistica alla musica contemporanea.
Baida, del 2013, rappresenta il debutto discografico di Alessi su ECM: la storica etichetta tedesca negli ultimi tempi sta documentando con particolare attenzione la scena avant newyorkese e non si è lasciata sfuggire questo suo esponente di spicco. Alessi risponde alla chiamata dell’ECM servendo una musica di rara purezza sonora, incalzante pur nella sua calma apparente.

foto



Mercoledì 26 marzo
Parma, Casa della Musica – Sala dei Concerti, ore 21:00
JOEY CALDERAZZO TRIO
Joey Calderazzo – pianoforte;
Orlando Le Fleming – contrabbasso; Donald Edwards – batteria

Nato nel 1965 nello stato di New York, Joey Calderazzo entra nel mondo del jazz ingranando sin da subito una marcia alta: a ventidue anni è nella band di Michael Brecker, poi in rapida successione affianca nomi illustri come Bob Belden, Jerry Bergonzi, Bob Mintzer. All’inizio degli anni Novanta il suo esordio discografico come leader su etichetta Blue Note crea una grande impressione. È proprio in occasione di una seduta di registrazione per la Blue Note che incontra Branford Marsalis. Successivamente, nel 1998, entra nel giro della Marsalis family, sostituendo il compianto Kenny Kirkland nel quartetto di Branford, collaborazione tutt’ora in corso. Dal 2002, la Marsalis Music è diventata anche la sua etichetta discografica.
Pianista dal tocco possente e la tecnica prodigiosa, Calderazzo ha progressivamente percorso a ritroso la storia del piano jazz, assorbendo elementi di Thelonious Monk, Bud Powell, Jelly Roll Morton e James P. Johnson, oltre a rendere sempre più ‘umanistiche’ le sue esecuzioni. Come leader si esibisce prevalentemente in piano solo e in trio, con una ristretta cerchia di selezionatissimi partner.

Joey Calderazzo on
                        tour

foto



Giovedì 27 marzo
Solarolo (RA), Oratorio dell’Annunziata, ore 21:00
FABRIZIO BOSSO & JULIAN OLIVER MAZZARIELLO
Fabrizio Bosso – tromba; Julian Oliver Mazzariello – pianoforte
Fabrizio Bosso artist in residence

Già ospite del quartetto di Alessandro Scala, Fabrizio Bosso torna ora in veste di leader a Crossroads. Anzi, nei prossimi mesi il programma del festival ospiterà ancora altri due suoi gruppi, offrendo così una visione enciclopedica dell’enorme creatività di uno dei jazzisti più amati dal pubblico.
Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello sono compagni di palcoscenico di lunga data, sin da quando Mazzariello occupò per primo lo sgabello di pianista dell’High Five Quintet, formazione che contribuì particolarmente a dare slancio alla carriera di Bosso, che da allora ha seguito un percorso di inarrestabile ascesa. In duo, si dedicano a una musica che rifiuta il concetto di impossibile: stili ed espressioni assai diverse possono benissimo convivere, tenuti assieme dalla visione trasversale di questi due sopraffini interpreti.
La musica melodica italiana diventa una specie di cornucopia da cui può emergere di tutto: improvvisazioni sorprendenti, tensioni liriche e distensioni armoniche, energia ritmica e colorismo strumentale avvolgente. Soprattutto, il melos italiano, nelle mani di Bosso e Mazzariello, viene catapultato nell’universo del jazz classico.

foto



Venerdì 28 marzo
Cesenatico (FC), Teatro Comunale, ore 21:00
CRISTINA ZAVALLONI “SPECIAL DISH”
Cristina Zavalloni – voce, composizione;
Cristiano Arcelli – sax alto, composizione; Daniele Mencarelli – basso elettrico;
Alessandro Paternesi – batteria
prima assoluta

Rimescolando le carte della sua Radar Band, la cantante bolognese Cristina Zavalloni si trova in mano un poker vincente: il suo nuovo Special Dish, una formazione fresca e rinnovata nel repertorio, con in più l’affinamento creato da una ormai lunga sintonia tra i suoi membri. Per questa prima assoluta, sul ‘piatto’ c’è molta musica originale, ma si pesca anche a piene mani nella tradizione folklorica mediterranea, nel repertorio della canzone italiana e pure dai Beach Boys. Del resto sia la Zavalloni che i suoi musicisti hanno una formazione classica, sono a proprio agio nell’improvvisazione, hanno un’apertura mentale che abbraccia senza timore il pop e il folk.
La Zavalloni, formatasi in ambito jazzistico (con una evidente predilezione per le più moderne declinazioni del canto) si è poi indirizzata anche verso gli studi classici, finendo per diventare una delle voci più particolari del belcanto contemporaneo. La sua carriera internazionale è in pieno fermento: il suo nome è ormai costantemente associato ai teatri, i direttori e le orchestre più prestigiose, oltre che a repertori decisamente novecenteschi (nei suoi più recenti programmi spiccano Britten, Schoenberg, Andriessen, Berio). Torna comunque regolarmente alla musica improvvisata, come dimostrano le sue recenti produzioni discografiche su etichetta Egea, il duo con Stefano Bollani andato in scena nel 2011 e la recente intensa attività della Radar Band.

foto



Sabato 29 marzo
Castel San Pietro Terme (BO), “Cassero” Teatro Comunale, ore 21:15
“Cassero Jazz”
PAOLO CARUSO & FRANCO COSTANTINI
“nessuno”
Paolo Caruso – percussioni, suoni e colori;
Franco Costantini – instant reading
ANTONELLO SALIS & HAMID DRAKE
Antonello Salis - pianoforte, fisarmonica; Hamid Drake - batteria, percussioni

Antonello Salis e Hamid Drake sono compagni di musica di lungo corso, ma solo da poco tempo calcano il palcoscenico nella icastica formula del duo. Da personalità così debordanti del jazz più legato alla libera improvvisazione ci si può aspettare un set decisamente spinto verso l’imprevedibile: stacchi funky, idee colte al volo con reciproca telepatia, vortici sonori che dilatano i tempi dei brani, rumorismi primordiali, poliritmie incalzanti, ammiccamenti a qualcosa di noto all’orecchio dell’ascoltatore, che sia Ellington o Don Cherry, prima di rituffarsi nel maelström improvvisativo di una performance in cui anche la componente visiva e gestuale diventa parte dello spettacolo.
Hamid Drake, nato in Louisiana nel 1955, cresciuto poi a Chicago, pur partendo dal rock e l’R&B, entra nel giro dell’avant-jazz degli anni Settanta: Fred Anderson, George Lewis e altri membri dell’AACM. Formative e significative le sue successive esperienze con Don Cherry, Peter Brötzmann, William Parker, Herbie Hancock, Pharoah Sanders, Wayne Shorter, Archie Shepp. Negli anni più recenti si è dedicato particolarmente ai suoi progetti, come l’Indigo Trio e i gruppi con Salis.
Nato in Sardegna nel 1950, Antonello Salis vanta una carriera quarantennale che lo ha portato ai vertici del jazz più aperto alla sperimentazione, permettendogli di collaborare con mostri sacri come Don Cherry, Cecil Taylor, Lester Bowie e l’Art Ensemble of Chicago, Han Bennink, Evan Parker, Michel Portal, Billy Cobham, Pat Metheny. Tra le sue più ammirate collaborazioni italiane, spiccano quelle con Enrico Rava, Paolo Fresu, Massimo Urbani, Gianluca Petrella, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso. La poliedrica musicalità di Salis ha dato ottimi frutti anche nell’ambito della musica leggera, per il teatro, il cinema e la danza. Tra le sue collaborazioni non jazzistiche, risaltano quelle con Pino Daniele, Teresa De Sio, Ornella Vanoni e Vinicio Capossela.
Altrettanto votato al funambolismo metrico e la fascinazione timbrica sarà il reading a briglia sciolta che l’eclettico talento di Franco Costantini (poeta, enigmista, attore) terrà in apertura di serata, nella cornice ritmica e cromatica abilmente cesellata da Paolo Caruso.

foto



Domenica 30 marzo
Castel San Pietro Terme (BO), “Cassero” Teatro Comunale, ore 21:15
“Cassero Jazz”
ADA MONTELLANICO QUARTETTO
“It’s Magic”
Omaggio a Abbey Lincoln
Ada Montellanico – voce; Humberto Amésquita – trombone;
Enrico Zanisi – pianoforte; Francesco Ponticelli – contrabbasso

Partita da un’impostazione canora di ferrea matrice jazzistica, Ada Montellanico si è mantenuta saldamente attaccata a questa sua formazione anche quando è passata dall’interpretazione del repertorio degli standard (The Encounter, 1993, con il trio di Jimmy Cobb) a personali rivisitazioni della canzone italiana, iniziate con L’altro Tenco (1996; questa volta con la presenza notevole di Enrico Rava). La Montellanico ha proseguito sulla strada dell’incrocio tra jazz e canzone pop con Ma l’amore no (1997) sino al più recente Danza di una ninfa (2005), al fianco di Enrico Pieranunzi e ancora a braccetto delle canzoni di Tenco. Laddove, rispetto alla canzone di Broadway, le pop songs italiane si dimostrano più refrattarie ai ritmi jazz, la Montellanico ha saputo lavorare sugli spazi piuttosto che sulle scansioni definite e swinganti, amplificando l’importanza di interpretare i testi e non solo di intonarli.
Ora, con “It’s Magic”, la Montellanico torna alla musica afroamericana DOC: un omaggio ad Abbey Lincoln, figura fondamentale del jazz vocale ma anche del movimento per l’emancipazione e la lotta per i diritti civili degli afroamericani. Pescando nel repertorio della Lincoln sia come interprete che come autrice, la Montellanico congegna uno spettacolo di grande impatto emotivo e culturale, che prosegue nel filone ‘femminista’ inaugurato dai precedenti Omaggio a Billie Holiday (2008) e Suono di donna (2012, album dedicato alle donne compositrici).

foto



Mercoledì 2 aprile
Piacenza, Teatro President, ore 21:15
“Piacenza Jazz Fest”
BILL FRISELL “BEAUTIFUL DREAMERS”
Bill Frisell – chitarre; Eyvind Kang – viola; Rudy Royston – batteria

Bill Frisell è uno dei guitar heroes del jazz dagli anni Ottanta a oggi: campione della svolta postmoderna della musica improvvisata negli anni Novanta, è riuscito a raggiungere una fama planetaria pur essendo a tutti gli effetti un avanguardista (indimenticabili le sue collaborazioni con John Zorn e Tim Berne). Attratto da collaborazioni con le star del rock e dalle musiche per il cinema, ha poi imboccato una strada decisamente personale, esplorando le radici della musica americana (country, bluegrass) con i mezzi espressivi dell’improvvisazione jazzistica.
Finalmente libero dagli stringenti vincoli discografici della sua storica etichetta, la Nonesuch, Bill Frisell negli ultimi anni si è abbandonato a una più frequente documentazione delle sue innumerevoli band e scorribande musicali. Beautiful Dreamers (2010, Savoy) è ricco di spunti musicali finemente cesellati, concisi, dal notevole spessore melodico. Ma il trio, dal vivo, è capace di trasportare questa musica su ben altre dimensioni, con una improvvisa sterzata che proietta la band sulla corsia dell’effettismo sonoro, della dilatazione in forma di jam, delle inaspettate ‘scappatelle’ fuori pista di Frisell e Kang, con Royston che funge da faro per il ritorno alla base. Il repertorio vive di contrasti espressivi a tinte forti: musica metropolitana a braccetto con stilemi rurali, postmodernismo e primitivismo come due vicini di casa, stilemi di genere estremamente definiti e improvvisi pastiches nei quali gli stili vengono bellamente frullati assieme, un effetto ping pong tra sperimentazione e tradizione. Frisell è tra l’altro uno dei pochi maestri che sanno trasformare l’avanguardia in una esperienza d’ascolto dal coinvolgimento e la fascinazione immediati.

foto



Giovedì 3 aprile
Modena, La Tenda, ore 21:30
PAULA MORELENBAUM
Bossarenova Trio
Paula Morelenbaum – voce;
Joo Kraus – tromba, effetti; Ralph Schmid – pianoforte

Paula Morelenbaum (nata Regina Paula Martins a Rio de Janeiro nel 1962) è ormai nota col cognome preso dal marito, il celebre violoncellista Jaques Morelenbaum, col quale ha fatto parte per ben dieci anni, dal 1984 al 1994, della Nova Banda, il gruppo di un mito della musica brasiliana: Antonio Carlos Jobim. Sempre col marito ha dato vita poi a un trio assieme a Ryuichi Sakamoto, altra formazione che ha ampiamente contribuito alla sua fama internazionale.
Paula Morelenbaum è oggi una delle cantanti brasiliane più affermate: nella sua carriera da solista ha continuato a esplorare la musica di Jobim ma anche quella di Vinícius de Moraes, nonché il repertorio della canzone brasiliana degli anni Quaranta e Cinquanta (inciso recentemente assieme a João Donato).
Il Bossarenova Trio è una formazione dalla geografia intercontinentale: Joo Kraus e Ralph Schmid sono entrambi tedeschi. All’origine di questo gruppo c’è il progetto musicale Bossarenova in collaborazione con la SWR Big Band di Stoccarda. Avviato con successo nel 2009, Bossarenova ebbe problemi legati ai visti in occasione di una progettata tournée negli USA: fu così che l’organico orchestrale fu ridotto a dimensioni cameristiche, dando origine all’attuale trio. Anche nel repertorio del gruppo, Brasile ed Europa si trovano affiancate: il trio ha infatti aggiunto una selezione di Lieder della tradizione classica alle canzoni di origine carioca che inizialmente formavano l’intera scaletta musicale.

foto



Venerdì 4 aprile
Dozza (Bo), Teatro Comunale, Ore 21:00
“Dozza Jazz”
ROBERTO BARTOLI / PASQUALE MIRRA / DANILO MINEO TRIO
“#1: Roots”
Roberto Bartoli – contrabbasso;
Pasquale Mirra – vibrafono; Danilo Mineo – percussioni 

Un trio paritetico dalla strumentazione non proprio convenzionale: a fare da collante sarà il contrabbasso di Roberto Bartoli. Allievo di Bruno Tommaso, Bartoli ha poi collaborato con nomi di riferimento del jazz italiano (Massimo Urbani, Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Gabriele Mirabassi, Marco Tamburini, Simone Zanchini, Luciano Biondini) e anche statunitense (Dave Schnitter, Charles Davis, Steve Grossman), dimostrandosi a proprio agio sia in contesti mainstream che su repertori più informali.
Al suo fianco ci sarà Pasquale Mirra, vibrafonista tra i più interessanti della scena italiana. La sua spontanea musicalità, capace di cogliere istintivamente i legami fra tradizione e contemporaneità jazzistica, lo ha portato a proficue collaborazioni con artisti del calibro di Michel Portal, Fred Frith, Nicole Mitchell, Tristan Honsinger, Ernst Reijseger, Rob Mazurek, Butch Morris, Michael Blake, Hamid Drake (col quale collabora stabilmente dal 2008).
Danilo Mineo aggiungerà una speziata dose di percussioni, dando prova del suo carattere musicale poliedrico. Alquanto variegate sono infatti le sue frequentazioni musicali: Roy Paci, Gianluca Petrella, Giancarlo Schiaffini, Carlo Maver...

foto



Sabato 5 aprile
Dozza (Bo)
“Dozza Jazz”
Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, Ore 18:00
Presentazione del libro
“Il Suono del Nord - La Norvegia protagonista della scena jazz Europea”
di Luca Vitali (Auditorium Edizioni)
Parteciperanno: Luca Vitali, Libero Farnè
Teatro Comunale, Ore 21:00
Omaggio a Sean Bergin
DANIELE D’AGARO & SAVERIO TASCA
Composizioni di Sean Bergin, Daniele D’Agaro & libere improvvisazioni
Daniele D’Agaro – sax tenore, clarinetto; Saverio Tasca – marimba
RE-UNION TRIO
Sandro Satta – sax alto; Roberto Bellatalla – contrabbasso; Fabrizio Spera – batteria
“My own Bergin”
Mostra Fotografica di Mario Sabbatani 

Un duo e un trio tutti nel segno del grande sassofonista Sean Bergin, sudafricano ma attivo nell’effervescente scena avanguardistica olandese, scomparso nel 2012. A ricordarlo ci saranno musicisti fortemente legati alla sua memoria e alla causa della libera improvvisazione.
Il duo che affianca Daniele D’Agaro e Saverio Tasca riunisce due musicisti che hanno personalmente collaborato con Bergin: difficile dimenticare, ad esempio, l’esaltante organico dell’Adriatics Orchestra diretta da D’Agaro. Il sassofonista friulano, del resto, aveva fatto dell’Olanda la sua seconda casa, stringendo inossidabili amicizie e proficue collaborazioni coi migliori esponenti della sperimentazione di Amsterdam: Tristan Honsinger, Tobias Delius, Misha Mengelberg... Anche parte della formazione musicale di Tasca è avvenuta ad Amsterdam. Il vibrafonista e marimbista ha poi coltivato una carriera che abbraccia musica colta e improvvisata, sia mainstream che avant.
Il Re-Union Trio nasce dall’incontro sul campo aperto dell’improvvisazione di tre esponenti di diverse generazioni del jazz italiano. Ne sortisce una band dal suono istantaneo, teso, vibrante, che dà vita a una musica energica e immaginativa. Le credenziali sono di prim’ordine: Satta ha suonato con Don Pullen, Lester Bowie, Don Moye, Don Cherry, Han Bennink, Gary Bartz; Bellatalla, particolarmente attivo sulla scena londinese, ha fatto parte dei gruppi di Louis Moholo, Elton Dean, Keith Tippett; Spera ha lavorato con Butch Morris, Wadada Leo Smith, Mike Cooper, Rova Saxophone Quartet.
All’interno del Teatro Comunale sarà inoltre allestita la mostra fotografica di Mario Sabbatani “My own Bergin”, carrellata di immagini del grande sassofonista sudafricano.
In attesa del concerto serale, nel pomeriggio Luca Vitali presenterà il suo libro “Il Suono del Nord - La Norvegia protagonista della scena jazz Europea” (Auditorium Edizioni), affiancato dal critico musicale Libero Farnè: un dialogo a due voci sulla piccola ma vivace e influente scena musicale del paese scandinavo, che ha in Jan Garbarek il suo alfiere più noto.

foto



Domenica 6 Aprile
Dozza (Bo), Teatro Comunale, Ore 21:00
“Dozza Jazz”
 “YOULOOK”
Luisa Cottifogli – voce, campionatore;
Aldo Mella – contrabbasso, basso elettrico; Gigi Biolcati – percussioni

Youlook è un trio alquanto fuori dagli schemi, nei cui concerti jazz d’autore e brani originali si alternano alla rivisitazione di vecchi successi del rock e del pop: le canzoni assumono forme inaspettate grazie alla libertà dell’improvvisazione e a un tocco da ‘sinfonia’ progressive.
Luisa Cottifogli fa un uso estremo della voce, trasformandola in tromba o chitarra elettrica, cambiandone camaleonticamente il colore grazie all’elettronica. La Cottifogli ha in curriculum esperienze nel campo dell’opera, la musica antica, il jazz. Dal 2005 al 2009 è stata la voce dei Quintorigo, coi quali ha vinto il premio Top Jazz 2008 (per Quintorigo play Mingus).
Aldo Mella, che imbraccia un basso a sei corde suonandolo come una chitarra post-rock, viene dall’esperienza con gli Area 2 e dalle collaborazioni con Dave Douglas, Stanley Jordan, Lee Konitz, Steven Bernstein. Ha fatto parte anche delle band di Fabio Concato e Rossana Casale, ma è stato soprattutto il suo ruolo nel quartetto di Franco D’Andrea (pluripremiato al Top Jazz) a portarlo alla ribalta nell’ultimo decennio.
Gigi Biolcati è un percussionista a tutto tondo, egualmente a suo agio in campo classico, pop, jazz, etnico. Ha collaborato con Cristiano de André, Aida Cooper, l’Alboran Trio, la Banda Osiris.

foto



Giovedì 10 aprile
Fusignano (RA), Auditorium Arcangelo Corelli, ore 21:00
STEFANO SAVINI OTTETTO
“Musica Semplice”
Racconto musicale per otto strumenti e voce narrante in 11 quadri
Gian Maria Matteucci – clarinetto; Stefano Martini – violino;
Manuela Trombini – viola; Fabio Gaddoni – violoncello;
Guido Facchini – pianoforte; Stefano Savini – chitarra;
Stefano Ricci – contrabbasso; Daniele Sabatani – percussioni, vibrafono
Franco Costantini: voce narrante
musiche e testi di Stefano Savini

Musica semplice (pubblicato su Cd dall’etichetta Dodicilune) è un’opera completamente composta da Stefano Savini, per un multiforme organico nel quale confluiscono le esperienze sia classiche che jazz dei suoi componenti. Il tutto prende l’aspetto di una suite, un itinerario musicale in cui la ricerca timbrica e la mutevole ricombinazione dell’organico creano una sorta di percorso descrittivo.
Ma dal vivo ‘Musica Semplice’ va oltre la dimensione del normale concerto: la voce narrante che si aggiunge all’ensemble strumentale, in questo caso quella imponente del fine dicitore Franco Costantini, fa emergere ancora più chiaramente la componente semantica della musica, trasformando la suite in un vero e proprio racconto sonoro, che segue le vicende e i momenti della vita di un uomo comune.
Diplomato in chitarra sia classica che jazz, Stefano Savini ha studiato con Tomaso Lama, Roberto Spadoni e Fabrizio Puglisi. La sua esperienza professionale, principalmente classica, si è comunque aperta anche a generi assai diversi (pop, blues, rock, jazz). In quest’ambito è da ricordare la sua collaborazione con Stefano Ricci (contrabbassista dei Quintorigo), assieme al quale ha costituito il gruppo NoPop. 

foto



Sabato 12 aprile
Imola (BO), Teatro Ebe Stignani, ore 21:15
URI CAINE ENSEMBLE plays Gershwin
“Rhapsody in Blue”
Uri Caine – pianoforte;
Theo Bleckmann – voce; Barbara Walker – voce;
Ralph Alessi – tromba; Chris Speed – sax tenore, clarinetto;
Joyce Hammann – violino; Mark Helias – contrabbasso; Jim Black – batteria
prima italiana

Uri Caine, nato a Filadelfia nel 1956, è jazzista tra i più enciclopedici che sia dato ascoltare, nonché uno degli artisti che hanno maggiormente ridefinito il vocabolario della musica improvvisata, portandolo a confronto con il polistilismo tipico delle avventure estetiche postmoderne. Non per nulla, ogni volta che se ne viene fuori con delle nuove musiche, chiunque ne scriva non sa esimersi dal citare le sue rielaborazioni delle pagine sinfoniche mahleriane, tanto hanno segnato il corso della musica creativa dal loro primo apparire, sul finire degli anni Novanta.
Ora, dopo le rivisitazioni di Mahler, Wagner, Bach, Mozart, Beethoven, Schubert e Schumann, ma anche tanto jazz sia mainstream che modernista, eccolo alle prese con le musiche di Gershwin, che già di loro non si sa dove infilarle: troppo ritmiche e ‘plebee’ per essere classiche, troppo ben orchestrate per essere jazz. Per Caine è come un invito a nozze per quella sua abitudine a trarre fuori dal cilindro, pardon, il pianoforte, spunti jazz d’ogni risma (free, boogie, stride, blues) coi quali contaminare le pagine con cui si cimenta. La Rapsodia in Blu secondo Caine è stata creata per il concerto tenuto dal pianista a Colonia in occasione del capodanno 2012. Eseguito alcune altre volte in area germanica e affidato anche al disco (per la Winter & Winter), il progetto gershwiniano fino a oggi non era mai stato eseguito in Italia. Il concerto di Imola sarà dunque la sua prima nazionale. In questa occasione, poi, Caine sarà affiancato da un ensemble che è un po’ il paese delle meraviglie uricainiane: una chiamata a raccolta dei solisti più prestigiosi che nel corso dei decenni hanno frequentato i gruppi del pianista di Filadelfia.

foto



Domenica 13 aprile
Lugo (RA), Teatro Rossini, ore 21:00
“Lugo Opera Festival”
DANILO REA & FLAVIO BOLTRO
“Opera”
Danilo Rea – pianoforte; Flavio Boltro – tromba 

Il numero dei jazzisti italiani che si rivolgono al repertorio dell’opera lirica per prelevarne qualche pezzo forte o per sviluppare progetti di maggior respiro è in continuo ampliamento: Enrico Rava, Antonello Salis con Furio Di Castri, Gianluigi Trovesi, Max De Aloe, Riccardo Arrighini...
In questo elenco, una posizione di primissimo piano spetta all’omaggio al belcanto proposto dal duo che affianca glorie del jazz nazionale come Danilo Rea e Flavio Boltro. Nel 2010, quando registrarono l’album At Schloss Elmau. Opera per la ACT, Rea non era nuovo a esperienze del genere: uno dei picchi della carriera del pianista è infatti Lirico (Egea, 2004), che già lo aveva visto alle prese con celebri arie operistiche.
Il repertorio scelto da Rea e Boltro (brani sia strumentali che canori di Monteverdi, Puccini, Rossini, Cilea, Giordani, Bellini) è di una tale bellezza che ai due non rimane che lasciarsi trasportare dal flusso melodico, che naturalmente assume ora una nuova carica espressiva grazie alla versificazione jazzistica. Riarmonizzando e rinnovando il ritmo, nonché inserendo le loro personali sortite improvvisative, Rea e Boltro trovano nel repertorio lirico una miniera di spunti per mettere in risalto la loro grande sensibilità di interpreti.

foto



Giovedì 17 aprile
Modena, La Tenda, ore 21:30
MELISSA ALDANA CRASH TRIO
Melissa Aldana – sax tenore; Pablo Menares – contrabbasso; Francisco Mela – batteria, voce

Melissa Aldana, nata in Cile nel 1988, inizia a studiare musica sotto l’influsso del padre, musicista assai noto in patria. L’incontro con Danilo Perez, nel 2006, ebbe conseguenze assai proficue per la giovanissima musicista: il celebre pianista le procurò un’audizione al Berklee College of Music, dalla quale Melissa se ne uscì con una borsa di studio. La sassofonista cilena si fece notare già durante gli anni di studio a Boston, grazie a una collaborazione con Greg Osby. Oggi Melissa vive a New York e appartiene già alla scena jazz che conta: ha condiviso il palco con musicisti come Benny Golson, George Garzone, George Coleman, Francisco Mela, Antonio Sanchez. A ulteriore conferma del suo particolare talento, nel 2013 è arrivata la sua vittoria alla Thelonious Monk Competition: Melissa è la prima sassofonista donna a raggiungere questo traguardo.
Grazie alle sue sorprendenti prove musicali, la Aldana è già un modello per le nuove generazioni che si stanno formando in quella palestra di musica che è New York. Nel suo stile esecutivo come nelle sue composizioni pare non esserci frattura tra la grande tradizione sassofonistica e la contemporaneità. Se ne hanno abbondanti prove nei due dischi registrati per l’etichetta Inner Circle di Greg Osby: Free Fall (2010) e Second Cycle (2012).

foto



Giovedì 24 aprile
Russi (RA), Teatro Comunale, ore 21:00
FABRIZIO BOSSO & JAVIER GIROTTO LATIN MOOD
Fabrizio Bosso – tromba; Javier Girotto – sax soprano, sax baritono;
Natalio Mangalavite – pianoforte, tastiere, voce; Luca Bulgarelli – basso elettrico;
Lorenzo Tucci – batteria; Bruno Marcozzi – percussioni
Fabrizio Bosso artist in residence

Tango, milonga, chacarera, candombe e… jazz, in proporzione variabile. Doppia è la leadership come anche l’anima musicale dei Latin Mood: da una parte Fabrizio Bosso chiama a raccolta i talenti più rappresentativi del jazz italiano, dall’altra Javier Girotto imprime il bollino DOC della musica argentina, portando con sé uno specialista del genere come il connazionale Natalio Mangalavite.
Tra beat latino-americani e iniezioni di movenze afro-americane, il Latin Mood è uno sviluppo e ampliamento del Latin Quintet creato da Bosso e Girotto nel 2006. La band è giunta al secondo lavoro discografico, Vamos (Schema, 2012), che come il precedente Sol! mette in luce un dinamismo incontenibile ma anche assolo di struggente bellezza. Non manca quel senso di divertissement tipico della musica sudamericana, nella quale alta espressione artistica e svago popolare non sono mai disgiunti. Le performance dal vivo dei Latin Mood sono contagiose dalla prima all’ultima nota proprio per la loro costante capacità di rinnovarsi, passando dal ballabile al tribale, dalle suggestioni struggenti alle riscosse battagliere.

foto



Mercoledì 30 aprile
Russi (RA), Teatro Comunale, ore 21:00
FRANCESCO BEARZATTI TINISSIMA QUARTET
“Monk’n’roll”
Francesco Bearzatti – sax tenore, clarinetto; Giovanni Falzone – tromba;
Danilo Gallo – basso acustico, contrabbasso; Zeno de Rossi – batteria
in occasione della Giornata Internazionale UNESCO del Jazz

Dopo un paio di dischi di grande impegno sia musicale che culturale che gli sono valsi i più alti riconoscimenti della critica (X – Suite for Malcolm, del 2010, e Suite for Tina Modotti, del 2008), con il suo più recente lavoro Monk’n’roll (2013, CAM Jazz) Francesco Bearzatti sembra rispolverare i tempi scapigliati, le sonorità dirompenti, gli arrangiamenti da attacco all’arrembaggio di alcune sue opere precedenti come Virus e Stolen Days.
La carriera di Francesco Bearzatti (1966, originario di Pordenone) si svolge ormai su una dimensione internazionale. Nella sua musica risuonano oggi le eterogenee componenti della sua formazione: gli studi classici, il metal, la musica da ballo popolare e moderna. Nel farsi jazzista, Bearzatti non ha dimenticato nulla delle sue origini come musicista: quel che si ascolta in Monk’n’roll potrebbe benissimo essere la sua… madeleine al vetriolo. Uno dei più fondamentali lasciti compositivi del jazz, quello ‘griffato’ Thelonious Monk, viene eseguito con l’energia di un turbocompressore alimentato a musica rock, con tracce evidenti di Led Zeppelin, Pink Floyd, Lou Reed...

International Jazz
                      Day

foto



Giovedì 1 maggio
Forlì (FC), Teatro Diego Fabbri, ore 21:00
“Trilogy”
QUINTORIGO & ITALIAN JAZZ ORCHESTRA
+ special guest ROBERTO GATTO
Direttore FABIO PETRETTI
Musiche di Frank Zappa, Charles Mingus, Jimi Hendrix
Arrangiamenti: Stefano Ricci, Massimo Morganti, Fabio Petretti
QUINTORIGO: Valentino Bianchi – sax tenore; Andrea Costa – violino; Gionata Costa – violoncello; Stefano Ricci – contrabbasso; Moris Pradella – voce. ITALIAN JAZZ ORCHESTRA: Achille Succi – sax alto, clarinetto basso; Dario Cecchini – sax baritono, flauto; Daniele Giardina – tromba; Giovanni Hoffer – corno; Massimo Morganti – trombone, euphonium; Rosario Liberti – trombone basso; Michele Francesconi – pianoforte, marimba; Daniele Rosi – basso el., contrabbasso. ARCHI. Violini: Paolo Chiavacci, Anna Astori, Igor Buscherini, Riccardo Biguzzi, Fabio Lapi, Katia Mattioli, Gioele Sindona, Klest Kripa. Viole: Jessica Orlandi, Michela Zanotti.
Violoncelli
: Fabio Gaddoni, Sebastiano Severi.

+ special guest: Roberto Gatto – batteria
Direttore: Fabio Petretti  
produzione originale Crossroads - Associazione Maderna

Le musiche di tre immensi musicisti, strumentisti eccelsi e soprattutto autori visionari che hanno infranto le consuetudini dei rispettivi generi, dal jazz al rock, sono al centro di questa produzione originale. A dare nuova vita alle pagine di Frank Zappa, Charles Mingus e Jimi Hendrix saranno i Quintorigo: quartetto sui generis, incrocio di archi e sax ad elevato tasso d’elettrificazione. L’approccio ‘scapigliato’ dei Quintorigo, che in anni recenti hanno già affondato i loro archetti nel repertorio di Mingus ed Hendrix con spettacoli monografici di grande effetto, è tale da conservare, pur con nuove sembianze, lo spirito iconoclasta di questo repertorio. Sciabolate sonore, strumenti spinti oltre il loro limite, affondi solistici e trame contrappuntistiche da cardiopalma: tutto ciò, per questa speciale occasione, elevato da una dimensione cameristica a una orchestrale grazie all’intervento dell’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti.
L’Italian Jazz Orchestra si è costituita nel 2011 e da allora ha dato vita a importanti collaborazioni con Fabrizio Bosso, Enrico Pieranunzi e Cristina Zavalloni. L’incontro tra i Quintorigo e l’orchestra, con la sua propensione per la musica Third Stream e il suo organico di archi, ance, ottoni e ritmica, avviene sul comune territorio dell’ibridazione dei generi musicali.
Non ultimo, a dare impulso a questo speciale concerto, sarà il drumming incalzante del più poderoso batterista jazz italiano: Roberto Gatto.

foto




Venerdì 2 maggio
Imola (BO), Teatro dell’Osservanza, ore 21:15
FABRIZIO BOSSO SPIRITUAL TRIO
“Purple”
Fabrizio Bosso – tromba;
Alberto Marsico – organo Hammond; Alessandro Minetto – batteria
Fabrizio Bosso artist in residence

Fabrizio Bosso ha creato lo Spiritual Trio per eseguire un repertorio musicale di grande appeal, come evidenziato dalla scaletta di Spiritual (2011), il disco di esordio della band, comunque già attiva dal 2008. Sonorità eccitanti pronte a catturare i sensi e a rapire l’anima, ritmi carichi di esaltazione divina: questo trio tutto piemontese guidato dall’incontenibile talento trombettistico di Bosso pesca a piene mani nel repertorio gospel e spiritual, servendolo con una saporita aggiunta di swing e rinvigorendolo con iniezioni di hard bop. Gli estremi opposti della Black American Music, la musica per il Signore e la musica per l’Uomo, gospel e jazz, chiamati a una insolita e mistica unione.
Ora è tempo per il trio di muoversi su dimensioni altrettanto accattivanti ma più mature. Ed ecco dunque Purple, il secondo disco del gruppo: una nuova esplorazione della musica nera di vocazione religiosa, con scelte di repertorio sia tradizionali che moderne. Inni spirituali sotto l’aspetto di canti dall’incredibile sensualità terrena, invocazioni al Signore fatte a tutto volume, musica che arriva a possedere esecutori e ascoltatori col suo vortice ascensionale: a Bosso & C. nulla sfugge del variopinto e palpitante mondo dello spiritual.



Sabato 3 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
TRILOK GURTU BAND & special guest ENRICO RAVA
Spellbound - World of Trumpets
Trilok Gurtu – percussioni, voce; Enrico Rava – tromba;
Jonathan Ihlenfeld Cuñado – basso; Tulug Tirpan – pianoforte, tastiere; Frederik Köster – tromba
produzione originale

A Trilok Gurtu bastano le tabla per portarvi in giro per il mondo con il suo vorticare di ritmi. Se poi gli concedete un intero set di percussioni, allora vi farà allibire con il suo travolgente virtuosismo.
Nato a Bombay nel 1951, Gurtu ha sviluppato la più incredibile tecnica percussiva e l’ha poi condivisa con artisti di ogni provenienza geografica ed estrazione stilistica. Il suo esuberante colorismo ritmico è un punto di incontro tra cultura orientale e occidentale: la world music pare l’habitat più naturale per il percussionista, che comunque non si tira indietro davanti al jazz, il rock, il pop. Fu John McLaughlin a metterne per primo in risalto il talento. Poi, arrivarono innumerevoli altri artisti desiderosi di incrociare i propri assolo coi beat poliritmici di Gurtu: Don Cherry, Jan Garbarek, Joe Zawinul, Pat Metheny, Ralph Towner, Andy Summers dei Police, Larry Coryell, Gilberto Gil… Gurtu vanta anche diverse collaborazioni con celebri cantanti italiani: Ivano Fossati, Marina Rei e, recentemente, Adriano Celentano.
Ora alla lista di prestigiose collaborazioni di Gurtu si aggiunge il nome di Enrico Rava, invitato come special guest in uno dei progetti jazzisticamente più elettrizzanti ideati dal percussionista indiano. ‘Spellbound’ è un verace omaggio ai trombettisti da lui più amati: Dizzy Gillespie, Miles Davis e soprattutto il suo mentore Don Cherry, che tra l’altro crea uno speciale trait d’union tra le biografie artistiche di Rava e Gurtu. Entrambi, all’inizio della loro carriera, hanno infatti incrociato i loro strumenti con la pocket trumpet di Cherry.


Domenica 4 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
AL DI MEOLA
Plays Beatles and more
Al Di Meola – chitarra; Mario Parmisano – pianoforte;
Peter Kaszas – batteria; Tina Guo – violoncello

Al Di Meola (nato nel 1964 a Jersey City) ha saputo trasportare la leggenda della sua chitarra dagli anni Settanta sino a oggi, interpretando in vari contesti il ruolo a lui congeniale di virtuoso: dagli elettrizzanti esordi jazz-rock con i Return To Forever di Chick Corea alla fusion jazz-latina. Celeberrime sono le sue collaborazioni con Jean-Luc Ponty, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Jaco Pastorius, Carlos Santana, Tony Williams, Stanley Clarke, Luciano Pavarotti, Paul Simon, Phil Collins, Steve Vai, Frank Zappa, Jimmy Page, Stevie Wonder, oltre all’indimenticabile trio chitarristico con John McLaughlin e Paco de Lucía. Un olimpo di collaborazioni che è difficile commentare, tanto è altisonante.
I suoi dischi hanno indelebilmente segnato una delle stagioni più entusiasmanti e popolari del jazz moderno: Land of the Midnight Sun (1976), Elegant Gipsy (1977), Casino (1978), Splendido Hotel (1980), Friday Night in San Francisco (1980). Dopo aver realizzato oltre venti album, vinto tre dischi d’oro e venduto sei milioni di copie, Al Di Meola continua a stupire con la sua chitarra, alternandosi tra fusion, situazioni strettamente jazzistiche (come il recente duo con Gonzalo Rubalcaba) e progetti crossover di grande richiamo, come appunto quello che presenterà a Ravenna. L’omaggio ai Beatles, con alcuni brani originali del chitarrista ma soprattutto con molte cover dei Fab Four, documentato sul disco All Your Life, è per Al Di Meola una specie di ritorno alle origini, alla musica che nella sua gioventù lo spinse a intraprendere la carriera che lo ha reso una star planetaria.


Lunedì 5 maggio
Ravenna, Piazza del Popolo, ore 21
“Ravenna Jazz”
“Pazzi di Jazz” Young Project
ORCHESTRA DEI GIOVANI, ORCHESTRA DI PERCUSSIONI & CORO SWING KIDS
200 giovanissimi diretti da TOMMASO VITTORINI & AMBROGIO SPARAGNA
special guests PAOLO FRESU & AMBROGIO SPARAGNA
“Night & Day Evening”
Omaggio a Cole Porter nel 50° anniversario della scomparsa
Serata finale del progetto “Pazzi di Jazz” dedicata a Carlo Bubani
Con il patrocinio di:
Comune di Ravenna - Ravenna 2019
Consolato Generale degli Stati Uniti d’America - Firenze
Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna - MIUR
ingresso libero
produzione originale

Pazzi di Jazz

Quello che andrà in scena in Piazza del Popolo è lo spettacolare coronamento finale di un lungo percorso formativo: “Pazzi di Jazz” è infatti un progetto che a partire da gennaio coinvolge ben otto scuole ravennati (tra elementari, medie e superiori) con attività destinate ad avvicinare le giovani generazioni all’affascinante mondo del jazz. Tre personaggi di grande spessore musicale e ampia notorietà si sono resi disponibili a seguire le numerose tappe di questo percorso formativo e daranno man forte anche in occasione del mastodontico concerto finale, che vedrà impegnati duecento giovanissimi musicisti, tra orchestra, percussioni e coro.
Tommaso Vittorini, celebre compositore e direttore d’orchestra, ha arrangiato standard del songbook americano per eseguirli con gli studenti (assistente Franco Emaldi), seguendo personalmente il percorso delle prove. Uno dei brani arrangiati, il celeberrimo Night and Day di Cole Porter, è il filo conduttore dei vari laboratori, in omaggio a Ravenna, il cui mausoleo di Galla Placidia col suo cielo stellato pare essere stata la fonte di ispirazione della canzone, e in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa del compositore americano.
Paolo Fresu, jazzista tra i più noti e amati, porta ai ragazzi la sua testimonianza, raccontandosi con parole e tromba in numerosi incontri, oltre a partecipare come solista alla serata finale.
Ambrogio Sparagna, etnomusicologo, polistrumentista e in particolare superbo organettista, si dedica alla direzione del coro (affiancato da Catia Gori) e al laboratorio di percussioni (supportato da Loretta Pompignoli), oltre a familiarizzare gli studenti alle radici etniche di cui il jazz si è sempre nutrito.
La serata è dedicata al compianto amico Carlo Bubani, fondatore nel lontano 1974 del festival “Ravenna Jazz”.


Martedì 6 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 41° Jazz Club”
RAIZ & FAUSTO MESOLELLA
“Dago Red”
Raiz – voce; Fausto Mesolella – chitarra

Due musicisti eclettici come Raiz (Almamegretta) e Fausto Mesolella (Avion Travel) salgono sul palco per proporre, nell’intima formula con solo voce e chitarra, un repertorio di canzoni che i due musicisti campani amano da sempre: dai Rolling Stones ai Bee Gees, da Mario Merola a Battisti, e poi gli Who, i Pink Floyd, Bob Marley, Patty Pravo... Una girandola dagli accostamenti anche imprevedibili, in cui i confini stilistici sembrano esistere solo per essere scavalcati: è evidente che i due musicisti pensano a divertirsi trascinando con sé il pubblico in una sorta di ‘passatempo’ d’autore. Entrambi sono apparsi nel film Passione di John Turturro e quindi non sorprenderà se dovessero eseguire anche alcuni dei classici della canzone napoletana presenti nel film.
Raiz (al secolo Gennaro Della Volpe, nato a Napoli nel 1967) è celebre come voce degli Almamegretta sin dalle origini del gruppo, all’inizio degli anni Novanta. Lasciata la band che gli ha dato fama, Raiz ha dato il via alla sua carriera da solista, oltre a collaborazioni con Pino Daniele, Stewart Copeland, Bill Laswell, Asian Dub Foundation, Roy Paci, Teresa De Sio, Rita Marcotulli... Nel 2013 è tornato stabilmente con gli Almamegretta, partecipando anche al Festival di Sanremo.
Fausto Mesolella, nato a Caserta nel 1953, è dal 1986 il chitarrista della Piccola Orchestra Avion Travel. La sua musica va però ben oltre questo popolare gruppo: ha collaborato infatti anche con Nada, Andrea Bocelli, Gianmaria Testa, Gianna Nannini, Paolo Conte, Samuele Bersani... Con il fido Peppe Servillo e jazzisti come Danilo Rea, Javier Girotto, Furio Di Castri, Gianluca Petrella ha dato vita a notevoli spettacoli dedicati alle musiche di Domenico Modugno.


Mercoledì 7 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 41° Jazz Club”
LUCA AQUINO & CARMINE IOANNA
“aQustico”
Luca Aquino – tromba, flicorno; Carmine Ioanna – fisarmonica

‘aQustico’ è melodia mediterranea, spunti balcanici, progressive e jazz in varie declinazioni (free, nordico...). Le composizioni originali di questo progetto hanno già trovato la via del disco (nel 2013, grazie all’etichetta Tuk di Paolo Fresu): ora, passando dallo studio al concerto, Aquino e Ioanna rinunciano all’accompagnamento di altri strumenti (il disco era in quintetto) per offrirsi nella icastica formula del duo, che esalta la dimensione romantica e sognante delle loro pagine musicali, nonché il dialogo tra gli strumenti.
Luca Aquino, nato nel 1974 a Benevento, inizia a suonare la tromba all’età di vent’anni. La lascia per passare al sax, poi la riprende e quindi l’abbandona nuovamente per terminare gli studi universitari. Solo alla fine di questi, sente che la musica è la sua strada e impugna definitivamente lo strumento d’ottone. Non ha avuto maestri se non Paolo Fresu nei seminari di Benevento e Nuoro e quindi possiamo considerarlo quasi completamente un autodidatta. Nella sua musica assumono grande rilievo espressivo il silenzio e l’elettronica, oltre a un timbro personale. Il suo esordio discografico risale al 2008 (Sopra le nuvole, Emarcy), poi arrivano Lunaria (2009) e il premio Top Jazz come miglior nuovo talento del jazz italiano. In tempi recenti Luca Aquino ha riscosso ampi consensi per il suo progetto “Icaro Solo”, oltre che per la sua fortunata partecipazione al gruppo di Manu Katché. Le sue collaborazioni spaziano dal jazz all’hip hop, dal grunge alla musica d’autore, dal metal al pop e le colonne sonore.
Carmine Ioanna, nato ad Avellino nel 1985, si forma sia come pianista che come fisarmonicista seguendo gli studi classici. Il jazz è comunque da sempre parte dei suoi interessi. Ha suonato, mettendo in mostra esaltanti doti virtuosistiche, con Greg Burk, Maurizio Rolli, Ettore Fioravanti...

foto




Giovedì 8 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 41° Jazz Club”
VINCENT PEIRANI & ULF WAKENIUS
“Vagabondi”
Vincent Peirani – fisarmonica; Ulf Wakenius – chitarra

È un duo di recentissima formazione quello che affianca Ulf Wakenius e Vincent Peirani, ma i due hanno già un grande affiatamento reciproco: in trio (assieme a Lars Danielsson) e in quartetto (nel gruppo della cantante coreana Youn Sun Nah).
Ulf Wakenius, nato in Svezia nel 1958, ha occupato per ben dieci anni, tra il 1997 e il 2007, una delle posizioni di maggior prestigio nella scena jazzistica mondiale: quella di chitarrista nel quartetto di Oscar Peterson. Un risultato che ha coronato una intensa e meritevole carriera: dalle collaborazioni con Niels-Henning Ørsted Pedersen a partire dagli anni Ottanta, a quelle con Pat Metheny, Herbie Hancock, Michael Brecker, Jack DeJohnette, Joe Henderson. Nel corso degli anni ha pubblicato numerosi dischi con l’etichetta ACT, che gli ha addirittura dedicato una Ulf Wakenius Signature Edition (con ospiti come DeJohnette, Randy Brecker, Bill Evans, Nils Landgren, Till Brönner e Youn Sun Nah).
Vincent Peirani pare muoversi sulle orme del suo celebre connazionale Richard Galliano. Dopo una formazione classica (anche come clarinettista), ha ampliato i suoi orizzonti musicali alla chanson, la world music, il jazz. Oltre che come leader dei propri gruppi, Peirani si è fatto notare nelle formazioni di Michel Portal e Daniel Humair. Nel 2013 Peirani ha vinto il Premio Django Reinhardt come miglior musicista francese.




Venerdì 9 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 41° Jazz Club”
LUIGI TESSAROLLO & ROBERTO TAUFIC STRINGSGAME DUO
“Painting with Strings”
Luigi Tessarollo – chitarra classica; Roberto Taufic – chitarra classica

Con Painting with Strings, recentemente apparso su Cd, il duo formato da Luigi Tessarollo e Roberto Taufic si è guadagnato il plauso di un collega chitarrista di fama mondiale, John Abercrombie, che ha magnificato il loro interplay e la bellezza del materiale melodico. Attiva già da diversi anni (il debutto discografico risale al 2006) questa formazione rinnova ora il repertorio, accogliendo nella propria musica colorazioni jazz e latino-mediterranee.
Luigi Tessarollo ha dato prova della sua maestria strumentale al fianco di George Garzone, Adam Nussbaum, Stefano Bollani, Maurizio Giammarco, Rachel Gould. Tessarollo è anche compositore particolarmente ispirato, oltre che stilista eclettico (ha fatto parte delle orchestre televisive RAI ed è stato anche accompagnatore per Gloria Gaynor).
Roberto Taufic, nato in Honduras nel 1966, con origini in parte arabe, è cresciuto in Brasile dall’età di sei anni. Là ha iniziato lo studio della chitarra, dedicandosi alla musica popolare brasiliana. Dopo numerose esperienze in terra carioca, Taufic si trasferisce in Italia nel 1990. Qui si inserisce presto nella migliore scena musicale a cavallo tra jazz e musica brasiliana: suona con Barbara Casini, Guinga, Gabriele Mirabassi, Maria Pia De Vito, Fabrizio Bosso, Rosario Bonaccorso, Gianmaria Testa, Marco Tamburini, Flavio Boltro, Gianni Coscia, Patrizia Laquidara, Miroslav Vitous.




Sabato 10 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
STEFANO BOLLANI & ANTONELLO SALIS DUO
Stefano Bollani – pianoforte; Antonello Salis – fisarmonica, tastiere

Non è la prima volta che Stefano Bollani e Antonello Salis si fronteggiano in duo, ma la loro combinazione in versione tête-à-tête è comunque cosa piuttosto rara, mentre assai più di frequente hanno collaborato in contesti più ampi, come nella bollaniana Orchestra del Titanic, dalla lunga e fortunata attività. Dall’incontro di questi due istrionici musicisti c’è da aspettarsi una pirotecnica girandola di incastri ritmici, di idee lanciate e poi rincorse. Con Salis e Bollani, una visione jazzistica in Cinemascope capace di abbracciare tutti gli stili dalla tradizione alla sperimentazione si tinge di colori mediterranei e di un lirismo tipicamente italiano.
La carriera di Bollani ha imboccato così tante strade, e sempre con lo stesso plateale successo, da non essere più riassumibile nei tipici “cenni biografici”: dischi di successo intercontinentale, concerti sold out capaci di attrarre un pubblico eterogeneo, programmi radiofonici e televisivi di culto, attività letterarie alte (è anche romanziere) e popolari (è stato trasformato in un personaggio dei fumetti di Topolino...). Un successo incontrastato che vive su una ricetta dai molteplici ingredienti: una tecnica pianistica di abbagliante virtuosismo, amore per il jazz non meno che per la canzone italiana e la musica brasiliana, senza dimenticare la musica classica, il tutto sormontato dalla sua ormai celeberrima vis comica.
Antonello Salis è a sua volta dotato di una personalità musicale così marcata da non lasciarsi certo mettere in ombra dalla presenza di Bollani: con entrambi i suoi strumenti d’elezione, la fisarmonica e il pianoforte, ha stabilito un rapporto di estrema fisicità dal quale scaturisce una musica dall’intensità primordiale, in una sorta di revisione radical-mediterranea dell’improvvisazione jazzistica.




Sabato 10 maggio: ore 15-18
Domenica 11 maggio: ore 11-14
Lido Adriano (RA), Cisim
“Ravenna Jazz”
“Mister Jazz”
WORKSHOP di beatbox
con NAPOLEON MADDOX
“From BeBop to Hip-hop”

Domenica 11 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 41° Jazz Club”
NAPOLEON MADDOX “ISWHAT?!”
Napoleon Maddox – beatbox, voce;
Erik Sevret – sax tenore; Dave Kane – contrabbasso; Hamid Drake – batteria

Gli IsWhat?! di Napoleon Maddox sono roba che scotta. La black music moderna si fa qui portatrice di un messaggio ecumenico tra gli stili più emozionanti e ritmicamente dinamici: rock, soul, free jazz. Ma questi sono solo il contorno, perché il piatto forte di Maddox è il genere storicamente associato al beatboxing: l’hip hop, la musica della cultura nera di strada, incarnazione moderna del rap e la break dance.
Maddox ha dato vita agli IsWhat?! nel 1996, a Cincinnati. Da allora i membri della band, a parte il leader, si sono completamente rinnovati, ma il messaggio musicale non ha minimamente perso smalto. Anzi, i virtuosismi ritmico-vocali di Maddox lo hanno spinto sempre più in prossimità di un’orbita jazzistica. Tant’è che un batterista di culto della scena jazz più modernista come Hamid Drake, a lungo collaboratore della band, ne è ora membro stabile, mentre Maddox riceve a sua volta inviti a unirsi a gruppi jazz particolarmente adatti ad accogliere le sue acrobazie canore. Ne è esempio la sua partecipazione alla band di Archie Shepp.




Lunedì 12 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 41° Jazz Club”
CBS
RAFFAELE CASARANO - MARCO BARDOSCIA - BORIS SAVOLDELLI
“The Great Jazz Gig in the Sky”
A trialogue based upon the music of Pink Floyd’s
The Dark Side of the Moon
Raffaele Casarano – sax; Marco Bardoscia – basso; Boris Savoldelli – voce

Fare dei Pink Floyd, e in particolare del loro epocale The Dark Side of the Moon, la base di partenza per l’improvvisazione jazzistica non è un’idea peregrina: ci ha già pensato anche un pianista di grande interesse come Sam Yahel.
Ma la rilettura (non un semplice tributo) firmata dal trio CBS, ovvero Raffaele Casarano, Marco Bardoscia e Boris Savoldelli, promette di suonare ancor più lunare, grazie alle propensioni personali di questi musicisti e alla strumentazione anomala del loro trio. Nelle mani di questi interessanti esponenti della nuova generazione del jazz italiano, la musica visionaria, eccitante, misteriosa, ‘cosmonautica’ dei Pink Floyd viene catapultata verso nuove dimensioni. Qui la portata evocativa dei suoni acustici della voce umana, del sax e del basso è amplificata grazie all’intervento dell’elettronica. Ne scaturisce un jazz assai moderno, che viaggia verso confini inaspettati, contaminato dal linguaggio del rock post-psichedelico e dell’elettro-acustica.




Martedì 13 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Ravenna Jazz”
PAOLO FRESU, URI CAINE, PMJO
“Reflections on Sketches of Spain”
Partitura originale & libere incursioni
Paolo Fresu – tromba; Uri Caine – pianoforte;
PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra:
Mario Corvini – direzione
Elvio Ghigliordini – sax baritono; Daniele Tittarelli, Gianni Oddi – sax contralto;
Marco Conti, Gianni Savelli – sax tenore;
Luca Giustozzi, Roberto Pecorelli, Massimo Pirone – tromboni;
Giancarlo Ciminelli, Fernando Brusco, Claudio Corvini, Aldo Bassi – trombe;
Luca Pirozzi – contrabbasso;  Pietro Iodice – batteria;
Simone Graziani, Remo Izzi – corno francese; Eliseo Smordoni – fagotto

“Reflections on Sketches of Spain” arricchisce di una nuova tappa il percorso intrapreso negli ultimi anni da “Ravenna Jazz” assieme a Paolo Fresu, con le riletture filologiche delle opere di Miles Davis: “Birth of the Cool” (eseguito da Fresu in nonetto nel 2009) e “Porgy and Bess” (andato in scena nel 2011, con l’Orchestra Jazz della Sardegna). Per questo nuovo capitolo, Fresu sarà affiancato da un suo storico partner, l’altrettanto famoso pianista statunitense Uri Caine, mentre l’orchestra questa volta sarà la PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra, con i suoi diciassette elementi diretti da Mario Corvini.
Fresu torna quindi a misurarsi con Miles Davis in una esecuzione rispettosa-alla-lettera-ma-non-troppo (qualche personalizzazione negli assolo è comunque concessa per non perdere contatto con il vero spirito jazzistico) e questa volta tocca a un altro capolavoro della storia del jazz, nato dalla collaborazione tra il trombettista e l’arrangiatore, pianista e direttore d’orchestra Gil Evans. Il disco originale (Columbia, 1960) era così smaccatamente bello nel suo percorso tra musiche popolari e colte spagnole, illuminate a luce radente dalla scrittura orchestrale di Evans, che finì per tirarsi addosso le ire di certa critica intransigente verso tutto quanto profuma di bello e di successo annunciato. Naturalmente la storia ha dato poi ragione a Davis e al suo lirismo al calor bianco, riammettendo il disco nell’olimpo dei migliori esiti jazzistici del secolo passato.
Il concerto segue quasi fedelmente la scaletta di Sketches of Spain, compreso quel vertice emozionale che è la rielaborazione del secondo movimento del Concierto de Aranjuez di Joaquín Rodrigo, aggiungendo ai brani interludi e ‘riflessioni’ ad opera sia dei due solisti che dell’orchestra. Per integrare la durata dell’album originale, non certo paragonabile a quella che ci si attende da un concerto, Fresu e Caine hanno ripescato anche qualche altro brano davisiano, cercando di conservare il tema latineggiante.




Mercoledì 14 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
VALENTINA PREDA QUARTET
Valentina Preda – voce; Angelo Epifani – pianoforte;
Stefano Mazzanti – chitarra acustica; Felice Del Gaudio – contrabbasso
tra i vincitori del Concorso “La musica Libera. Libera la musica”, V Edizione
organizzato dalla Regione Emilia-Romagna
FEDERICO CASAGRANDE
The Ancient Battle of the Invisible
Federico Casagrande – chitarra; Gabriele Evangelista – contrabbasso;
Alessandro Paternesi – batteria 

Dopo le prime esperienze in band rock, reggae, pop, blues, e parallelamente a lunghi studi classici in conservatorio, Federico Casagrande avvia la sua formazione jazzistica con Tomaso Lama e Sandro Gibellini.
Nel 2001 si distingue talmente ai seminari di Umbria Jazz da essere invitato a suonare nell’edizione invernale del festival. Ottiene poi una borsa di studio per il Berklee College of Music di Boston: nel 2003 parte per gli Stati Uniti e da allora Casagrande non ha più abbandonato l’impostazione internazionale della sua attività di musicista, tant’è che oggi risiede a Parigi.
Nel 2007, fresco di diploma summa cum laude al Berklee, si aggiudica il primo premio alla Gibson Montreux Jazz Festival Guitar Competition: a presiedere la giuria c’è George Benson. Da allora Casagrande ha girato il mondo, evidenziando una capacità di portare a una comune sintesi il mainstream e il free, il suono acustico e quello elettrico, senza trascurare l’interazione con forme artistiche come la danza e anche la scultura.
Lucidità compositiva e capacità di aprire sipari onirici tramite l’improvvisazione: il più recente progetto di Casagrande, The Ancient Battle of the Invisible (2012, CAM Jazz), offre una musica che è tutta un ribollire di passioni, uno scontro epico tra sentimenti contrastanti ben espressi dallo slancio solistico del chitarrista.
In apertura di serata, il quartetto della cantante Valentina Preda eseguirà un paio di brani: la ribalta di un importante palcoscenico festivaliero fa parte del riconoscimento dovutole in seguito alla sua affermazione nel concorso “La musica Libera. Libera la musica” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna. La Preda, nata nel 1981 a Bologna, inizia a studiare canto a vent’anni. Con il gruppo Sugar Daddies & The Squeezes si è classificata seconda al Concorso Fujiko Live Show 2012 nella sezione cover. Nel 2013 ha dato il via a un nuovo progetto con il contrabbassista Felice Del Gaudio: è da qui che viene la canzone Lonesome Rider con la quale si è distinta nel concorso “La musica Libera” e che eseguirà anche in questa occasione.




Giovedì 15 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
DINO RUBINO SOLO
“Indiobruno”
Dino Rubino – pianoforte
BARBARA CASINI & ALESSANDRO LANZONI
“Uma Mulher”
Barbara Casini – voce, chitarra; Alessandro Lanzoni – pianoforte
BARBARA CASINI - DINO RUBINO - ALESSANDRO LANZONI
“Gran Finale Trio”
Barbara Casini – voce, chitarra; Dino Rubino – flicorno; Alessandro Lanzoni – pianoforte

Una serata tutta in crescendo, che partirà dal piano solo di Dino Rubino. Il musicista siciliano, dopo una carriera alternata tra pianoforte e tromba, è riuscito infine a imporsi praticando contemporaneamente entrambi gli strumenti. Vincitore del premio Massimo Urbani come miglior talento nazionale emergente nel 1998, Rubino fu poi convocato in diverse occasioni da Enrico Rava, cosa che gli permise di farsi ulteriormente notare sulla scena italiana. Dal 2008 suona e incide regolarmente assieme a Francesco Cafiso, mentre in anni più recenti ha preso notevole slancio la sua attività da leader, anche sotto l’egida discografica dell’etichetta Tuk di Paolo Fresu.
Con “Uma Mulher” si passa alla dimensione del duo. Barbara Casini, particolarmente nota come interprete del repertorio brasiliano d’autore, in questa occasione propone le proprie canzoni, rivelando un risvolto meno noto ma non meno importante della sua attività musicale. In queste sue composizioni, sia in lingua italiana che portoghese, non mancheranno passaggi in omaggio ai suoi prediletti autori sudamericani (Edu Lobo, Chico Buarque, Ivan Lins...). Ad accompagnare la Casini ci sarà Alessandro Lanzoni, fresco della vittoria del Top Jazz 2013 come miglior nuovo talento.
Il “Gran Finale Trio” raccoglierà poi assieme sul palco tutti i protagonisti della serata (con Rubino questa volta allo strumento d’ottone): una inedita combinazione che promette un estroso coronamento musicale.





Venerdì 16 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
FABRIZIO PUGLISI “Solo for Piano and Toys”
Fabrizio Puglisi – pianoforte, giocattoli, oggetti
GIANLUCA PETRELLA & GIOVANNI GUIDI
“Soupstar”
Gianluca Petrella – trombone;
Giovanni Guidi – pianoforte

Nel corso di due serate, un piccolo manipolo di talenti del jazz italiano darà vita a una serie di set musicali che si comporranno come un puzzle, con assolo e duetti a rotazione.
Si inizia con una performance in solitudine di Fabrizio Puglisi, pianista dalla formazione in parte bolognese e in parte internazionale. È stata l’Olanda, coi suoi grandi alfieri di un jazz ben poco ortodosso, a segnare particolarmente lo stile di Puglisi: Tristan Honsinger, Han Bennink, Sean Bergin, Ernst Reijseger. Non meno significative sono le sue collaborazioni ‘intercontinentali’: Lester Bowie, Don Moye, David Murray, Hamid Drake, John Zorn, Steve Lacy, Don Byron, Butch Morris, William Parker, George Russell...
Poi il piatto forte della serata, il duo che affianca Gianluca Petrella e Giovanni Guidi. Nel giro di poco tempo il loro Soupstar è diventato un must del nuovo jazz italiano: una musica che profuma di nuovo anche quando si appoggia sugli standard, una partnership di grande intensità basata su una totale sintonia espressiva. Il clima musicale è quanto mai variabile: disteso e poetico per via della ricercatezza timbrica, burrascoso e aggressivo all’irrompere delle prepotenti sfuriate che fanno parte del bagaglio musicale un po’ dada e un po’ free sia di Guidi che di Petrella.




Sabato 17 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
GIOVANNI GUIDI SOLO
Giovanni Guidi – pianoforte
JOHN DE LEO & FABRIZIO PUGLISI
John De Leo – voce, live looping sampler, giocattoli;
Fabrizio Puglisi – pianoforte, giocattoli

Votato a un modernismo accattivante dalle armonizzazioni poco convenzionali, in bilico tra rarefazione billevansiana ed esplosioni ceciltayloriane, lo stile pianistico di Giovanni Guidi è immediatamente riconoscibile indipendentemente dal contesto che lo accoglie, dai suoi soli, piccoli gruppi ed ensemble allargati alla sua partecipazione a formazioni altrui (in primis quelle di Enrico Rava, che è stato ed è tutt’ora per Guidi una sorta di mentore, avendolo rivelato nella sua band Under 21 e da allora avendo continuato a convocarlo in vari altri organici). Nonostante la sua ancora giovane età (è nato a Foligno nel 1985), Guidi ha già fatto man bassa di premi e riconoscimenti (incluso il Top Jazz come “migliore nuovo talento” nel 2007) e sta prendendo il largo sulla scena internazionale.
Il duo che riunisce i talenti di John De Leo e Fabrizio Puglisi è stato creato appositamente proprio per Crossroads (edizione 2012): un incontro tra equilibristi dell’improvvisazione capaci di trasformare ogni brano musicale in una sorta di thriller sonoro. Le esperienze coi più scapigliati jazzisti olandesi aiuteranno certamente Puglisi a non farsi dribblare di sorpresa dalle mille metamorfosi del canto di John De Leo: una voce cha ha lasciato il segno nel rock (è stato co-fondatore dei Quintorigo), la musica contemporanea, il jazz (Enrico Rava, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Gianluca Petrella, Stefano Bollani, Danilo Rea, Roberto Gatto…).




Martedì 20 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
ENRICO RAVA NEW QUARTET
Enrico Rava – tromba; Francesco Diodati – chitarra;
Gabriele Evangelista – contrabbasso; Enrico Morello – batteria 

Dopo innumerevoli colpi messi a segno, Enrico Rava rimette la palla al centro ed è pronto per un nuovo calcio d’inizio: la stagione 2014 per lui vuol dire innanzi tutto Rava New Quartet. Una formazione nuova di zecca messa su con la freschezza della gioventù: anagrafica per i tre partner del grande trombettista, di spirito per Rava, che all’età di settantaquattro anni è ancora un leader indomito e non pare certo intenzionato ad adagiarsi su cliché né sulla ripetizione di repertori e formazioni di routine. Atteggiamento quanto mai apprezzabile da parte di un musicista che nella sua carriera ha accumulato collaborazioni, riconoscimenti ed esperienze tra le più gratificanti che un artista possa desiderare.
Nuove idee musicali, nuove leve per eseguirle. Così Rava chiama alla sua corte il chitarrista Francesco Diodati (classe 1983), dal suono pittorico, carico di effetti elettronici eppure ben radicato nel linguaggio della tradizione afro-americana; il contrabbassista Gabriele Evengelista (1988), che, ancora fresco dell’esperienza formativa di Siena Jazz, sta avanzando sulla scena nazionale con la velocità d’un centometrista; Enrico Morello (1988), che già spazia sulla scena internazionale e nel cui drumming si rispecchia la sua curiosità capace d’abbracciare stili musicali, nonché epoche jazzistiche, diversi.




Mercoledì 21 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
ON DOG
Mark Solborg – chitarra elettrica, chitarra acustica, Moog;
Francesco Bigoni – sax tenore, clarinetto;
Bebbe Scardino – sax baritono, clarinetto basso;
Piero Bittolo Bon - sax alto, clarinetto basso, flauto; Marc Lohr – batteria, electronics

Nel 2012, Crossroads propose nel suo programma un concerto nel quale due trii, accomunati dalla presenza del sassofonista Francesco Bigoni, condividevano il palco: gli Hopscotch e i Crisco 3. Ora quell’esperienza seminale è maturata in una nuova e stabile formazione: il quintetto On Dog.
Gli On Dog viaggiano sull’asse che collega il più creativo jazz italiano con i più stimolanti fermenti del jazz danese: a indicare le coordinate modernistiche della musica sono infatti il chitarrista danese Mark Solborg e il ferrarese Bigoni, anche lui ormai da anni residente a Copenhagen. I musicisti al loro fianco sono quanto di più adatto per dare vita a una musica la cui accurata scrittura sviluppa le componenti polifoniche e contrappuntistiche, affiancando folgoranti esplosioni dal dinamismo rock a sezioni cameristiche dalla delicatissima filigrana sonora.
La lunga familiarità che intercorre tra i membri del quintetto fa sì che le loro collaborazioni siano spesso condivise: come solisti o assieme, i membri degli On Dog hanno suonato al fianco di Evan Parker, Jim Black, Herb Robertson, Chris Speed, Jamaaladeen Tacuma, Hank Roberts, Bobby Previte, Gianluca Petrella, Enrico Rava.




Giovedì 22 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
EIVIND OPSVIK OVERSEAS
“Overseas IV”
Eivind Opsvik – contrabbasso;
Tony Malaby – sax tenore, sax soprano; Jacob Sacks – pianoforte;
Brandon Seabrook – chitarra; Kenny Wollesen – batteria 

Un norvegese a New York: Eivind Opsvik, nato a Oslo nel 1973, risiede nella Grande Mela ormai dal 1998. Lì si è formata anche la sua band Overseas, che dal 2002 a oggi ha dato alle stampe quattro dischi (intitolati semplicemente con numeri romani consecutivi) che sembrano capitoli di un work in progress musicale attraverso la cui modernità è facile vedere in trasparenza un certo tocco di vintage jazzistico. Le spiccate personalità solistiche di tutti i membri di questo quintetto sono garanzia di una musica audace e sofisticata.
Opsvik è un musicista poliedrico, quasi un ‘attivista’ musicale: oltre al basso si cimenta con tastiere d’epoca, la chitarra lap steel, la batteria; compone, produce e gestisce una sua etichetta discografica, la Loyal Label. Come leader, oltre a guidare gli Overseas, Opsvik ha un progetto in completa solitudine e un curioso duo di pop avanguardistico assieme ad Aaron Jennings. Come ogni bassista dalla forte personalità, Opsvik è anche assai richiesto da numerosi band leader: Tony Malaby, Mary Halvorson, Skuli Sverrisson, Håkon Kornstad, David Binney (in una band con Brian Blade e Craig Taborn)...




Venerdì 23 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
JAKOB BRO TRIO
Jakob Bro – chitarra; Thomas Morgan – contrabbasso; Jon Christensen – batteria

Se il nome di Jakob Bro, chitarrista danese classe 1978, vi è poco familiare, prendete in mano il suo recente disco December Song (2013) e avrete referenze sufficienti a metterlo nel novero degli artisti ai quali prestare molta attenzione. La line up che Bro ha messo assieme per la sua musica è a dir poco sensazionale: Lee Konitz, Craig Taborn, Thomas Morgan e addirittura il collega di strumento Bill Frisell. Ma Bro non è nuovo a situazioni del genere. Anche dal vivo lo si è ascoltato a capo di formazioni da finale dei mondiali di jazz, come quella che raccoglieva al suo fianco Tom Harrell, Joe Lovano e Lee Konitz. Insomma, Bro, che continua a risiedere in quella culla del jazz europeo che è Copenhagen, si muove sfacciatamente bene sulla scena internazionale e dimostra che si può ancora raggiungere la vetta imparando a fare musica alla vecchia maniera: quasi completamente da autodidatta. La sua carriera ha preso slancio a partire dal 2000, soprattutto per via della sua presenza fissa nella Electric Bebop Band di Paul Motian e nel quintetto di Tomasz Stańko. Poi ha accumulato numerose altre collaborazioni di valore (con Mark Turner, Jeff Ballard, Kurt Rosenwinkel, Chris Speed…) nonché premi, raccolti a profusione soprattutto in patria.
Non c’è poi migliore definizione della sua musica, i cui tratti paesaggistici la rendono assai anomala in termini jazzistici, che quella fornita da Frisell: un “oceano”, un luogo dove può accadere di tutto, dove i musicisti galleggiano uno sulla musica dell’altro.




Sabato 24 maggio
Correggio (RE), Teatro Asioli, ore 21:00
“Correggio Jazz”
DJANGO BATES’ BELOVÈD
Tributo a Charlie Parker
Django Bates – pianoforte;
Petter Eldh – contrabbasso; Peter Bruun – batteria

Nato nel 1960 a Beckenham (Gran Bretagna), Django Bates è un raro esempio di musicista poliedrico: renderne conto in maniera univoca è davvero impossibile data la varietà della sua produzione musicale. Innanzi tutto lo si può ascoltare nelle vesti di pianista e tastierista ma anche al corno, e non secondaria è la sua attività di compositore e direttore d’orchestra. La sua carriera da jazzista non lo ha certo trattenuto dal cimentarsi con la musica sinfonica, per il cinema e anche per il circo.
Dagli anni Ottanta a oggi le esperienze che più hanno caratterizzato la carriera di Bates sono le sue formazioni Human Chain (di piccole dimensioni, dall’organico variabile) e Delightful Precipe (di grandezza orchestrale). Come sideman, Bates è stato convocato dall’intellighenzia del jazz più sofisticato: George Russell, George Gruntz, Tim Berne, Vince Mendoza, Michael Brecker…
Con il suo progetto “Belovèd”, Bates rende omaggio a uno dei generi jazzistici più ‘bellicosi’: il bebop di Charlie Parker. Ma gli innumerevoli e caratteristici brani col metronomo a rompicollo non esauriscono l’universo espressivo di Parker, che fu anche un irresistibile esecutore di ballad e di quella che il marketing moderno definirebbe “music for lovers”. Ed è proprio alla luce di questo Parker più intimistico che il pianista britannico si muove da par suo: aspettatevi l’inaspettabile, seduzioni melodiche e ironia tagliente, ‘attentati’ sonori e passaggi trasognati, sino al completo sovvertimento espressivo dei brani. In Bates come in Parker, l’avanguardia galleggia sopra le onde della musica più orecchiabile.

 

** Visualizza le schede artisti in formato word **

 


Index | Comunicati stampa | Calendario eventi | Schede artisti | Foto per la stampa | I seminari | Info e prevendite | Link utili