Jazz Network, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura
Associazione i-jazz, Festival "Les rendez-vous de l'Erdre" di Nantes, Regione Pays de la Loire
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura, Comune di Rimini Istituzione Musica Teatro Eventi, Comune di Correggio, Ater
Comune di Imola Assessorato alla Cultura, Comune di Russi - Teatro Comunale
Comune di Castel San Pietro Terme Assessorato alla Cultura, Combo Jazz Club di Imola, Uisp Castel San Pietro Terme
Comune di Modena Assessorato alla Cultura, Associazione Culturale Baluardo della Cittadella di Modena
Comune di Casalgrande Assessorato Tempo Libero, Comune di Massa Lombarda Assessorato alla Cultura
Comune di Cervia Assessorato alla Cultura, Comune di Solarolo Assessorato alla Cultura
Comune di Santarcangelo di Romagna Assessorato al Turismo, Associazione Culturale Ora d'Aria di Santarcangelo
Comune di Dozza Assessorato alla Cultura, Compagnia Teatrale della Luna Crescente
Comune di Longiano - Teatro Petrella, Piacenza Jazz Club, Jazz Club Ferrara
Libero Fortebraccio Teatro - Teatro San Martino Bologna
Ministero per i Beni e le Attività Culturali

-- SCHEDE ARTISTI --

Sabato 27 febbraio
PIACENZA, TEATRO PRESIDENT, ORE 21:15
"Piacenza Jazz Fest"
ROSWELL RUDD QUARTET
Sunny Kim - voce; Roswell Rudd - trombone;
Lafayette Harris - pianoforte; Ken Filiano - contrabbasso

Una svolta notevole quella di Roswell Rudd (nato in Connecticut nel 1935): annoverato tra i massimi esponenti del free jazz storico, col suo più recente quartetto multietnico ha imboccato una direzione di notevole spontaneità melodica, realizzando un omaggio alle musiche dell'Africa (e il Mali in particolare) la cui immediatezza d'ascolto non rinuncia alla profondità dell'esplorazione musicale, ricorrendo addirittura a un passo swingante. È una musica che viene così diretta dal cuore da sembrare una provocazione, come il più tagliente free cui Rudd ci aveva abituati. Del resto, questa nuova esplorazione di Rudd non è avulsa dal suo passato artistico: entrato nella storia della musica afro-americana per il notevole apporto che ha fornito al movimento del free jazz, Rudd è in verità sempre stato un musicista curioso e versatile, capace di inserirsi in qualsiasi situazione jazzistica (i suoi esordi giovanili sono addirittura legati al più tradizionale dixieland). Soprattutto, Rudd non ha mai mancato di sottolineare il legame della sua musica con una matrice africana che ora emerge prepotentemente in tutta la sua ammaliante bellezza. Nonostante questa sua immediata fruibilità, la recente musica di Rudd non rompe quindi con lo spirito impegnato delle sue più celebri e durature collaborazioni, che lo hanno visto al fianco di Archie Shepp, Cecil Taylor, Steve Lacy e John Tchicai.

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Domenica 28 febbraio
CASALGRANDE (RE), TEATRO FABRIZIO DE ANDRÉ, ORE 21:15
"Jazz in Blu"
RALPH TOWNER & PAOLO FRESU
Ralph Towner - chitarra acustica, effetti; - Paolo Fresu - tromba, flicorno, effetti

Dal primo incontro, avvenuto nel 1992, a oggi, le strade di Paolo Fresu e Ralph Towner si sono incrociate diverse volte, soprattutto negli anni più recenti. Una traccia indelebile della magica alchimia di questo duo è arrivata però soltanto nel 2009, con l'album Chiaroscuro inciso per l'Ecm: un progetto sostanzialmente acustico (ma che dal vivo si arricchisce di un evocativo contorno di elettronica) imperniato sulla spiccata personalità sonora dei due solisti. La forte caratterizzazione dei loro universi timbrici rende infatti Fresu e Towner due delle voci più immediatamente riconoscibili nel panorama jazz internazionale.
Fresu e Towner hanno saputo trovare importanti punti di contatto artistico nella loro personale storia musicale: quella di Fresu è una parabola che dagli anni Ottanta lo ha portato ai vertici del nuovo jazz italiano, mentre quella di Towner ha visto il chitarrista alternarsi tra i celeberrimi Oregon e gli innumerevoli progetti solistici documentati dalla Ecm. In questa base comune si sovrappongono il linguaggio jazzistico, l'interesse per la musica etnica, la melodia e l'improvvisazione pura: elementi che si fondono in un linguaggio originale e moderno fatto di poesia, silenzio e pathos.
Così, quella che si ascolta in Chiaroscuro è una musica rarefatta ma anche capace di intensi dialoghi tra i due musicisti, costruita attorno a composizioni originali e momenti di pura improvvisazione, con qualche standard in omaggio alla storia del jazz.

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Mercoledì 3 marzo
CASALGRANDE (RE), TEATRO FABRIZIO DE ANDRÉ, ORE 21:15
"Jazz in Blu"
CARLA & RITA MARCOTULLI DUO
Carla Marcotulli - voce; Rita Marcotulli - pianoforte

Le sorelle Carla e Rita Marcotulli, cantante la prima, pianista la seconda, non hanno certo bisogno di lunghe presentazioni, visto che sono tra le figure più caratterizzanti del jazz italiano dagli anni Ottanta a oggi. Nonostante il legame familiare, la fama che hanno raggiunto individualmente e l'ormai lunga carriera di entrambe, l'opportunità di sentirle esibirsi assieme è cosa assai rara: dopo qualche collaborazione giovanile, non si è più data l'occasione di vederle sullo stesso palcoscenico salvo, di sfuggita, un paio di anni fa. Per quello che dunque sarà un incontro musicale d'eccezione, le due sorelle hanno deciso di attingere ai rispettivi e copiosi repertori di composizioni originali, nonché al catalogo jazz standard.
Sia Carla che Rita si sono formate nella vivace scena jazzistica romana dei primi anni Ottanta. Rita, inizialmente distintasi come eccellente pianista mainstream (nella qual veste vanta collaborazioni dai risultati significativi con Chet Baker, Steve Grossman, Joe Henderson, Joe Lovano) si è poi progressivamente orientata verso una musica più personale e, per usare un termine ormai entrato nella musicologia jazzistica, all'europea.
Un percorso analogo è quello seguito da Carla, compresa un'importante esperienza al fianco di Chet Baker: dopo una prima fase della sua carriera sotto il segno del mainstream più o meno avanzato (con Massimo Urbani, Giovanni Tommaso, Larry Nocella, Furio Di Castri, Nicola Stilo, Pietro Tonolo, Flavio Boltro), Carla si è inoltrata in territori musicali più sperimentali e anche classici.

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Domenica 7 marzo
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
"Correggio Jazz"
MINGUS DYNASTY plus LYDIAN SOUND ORCHESTRA
Jaleel Shaw - sax alto; Robert Bonisolo - sax alto, tenore & soprano;
Wayne Escoffery - sax tenore; Pietro Tonolo - sax tenore & soprano, flauto;
Rossano Emili - sax baritono, clarinetto, clarinetto basso; Tatum Greenblatt - tromba;
J Kyle Gregory - tromba, pocket; Gianluca Carollo - tromba, flicorno; Ku-umba Frank Lacy -
trombone, voce; Roberto Rossi - trombone; Dario Duso - tuba;
Orrin Evans - pianoforte; Boris Kozlov - contrabbasso; Donald Edwards - batteria
Riccardo Brazzale - direzione
produzione originale

L'anno appena trascorso è stato particolarmente significativo per entrambe le formazioni che a Correggio condivideranno il palcoscenico per la prima volta, dando vita a una produzione originale e di largo respiro creativo, incentrata sull'esecuzione di composizioni di Charles Mingus e resa particolarmente stimolante dall'inedito amalgama strumentale e timbrico creato dall'unione dei due organici orchestrali.
Nel 2009 la Mingus Dynasty ha celebrato, con abbondanza di concerti, il trentennale della scomparsa del grande contrabbassista di cui porta il nome e del quale molti suoi componenti sono stati stretti collaboratori. Sotto l'egida di Sue Mingus, la vedova di Charles, che ne organizza l'attività, la Mingus Dynasty è la depositaria ufficiale di uno dei repertori più importanti della storia del jazz moderno. Creata poco dopo la morte del contrabbassista, la Mingus Dynasty è da sempre una garanzia di eccezionalità, pur nel continuo mutare dei musicisti che la costituiscono. L'espressività sopra le righe delle sue esibizioni e registrazioni sono pienamente in sintonia con l'immagine debordante di Mingus.
L'italiana Lydian Sound Orchestra, invece, lo scorso anno ha festeggiato nel migliore dei modi il ventennale dalla sua creazione: con una rinnovata attività sia concertistica che discografica e una duplice affermazione nel referendum Top Jazz (Brazzale si è imposto come migliore compositore/arrangiatore, mentre l'orchestra è risultata la seconda migliore formazione dell'anno). La collaborazione della LSO con la Mingus Dynasty non fa che confermare il tratto fondamentale dell'orchestra italiana: un gruppo di solisti chiamati a partecipare al lavoro creativo in maniera collettiva, secondo un metodo che ha il suo modello ideale proprio nel Jazz Workshop mingusiano.

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Lunedì 8 marzo
MASSA LOMBARDA (RA), SALA DEL CARMINE, ORE 21:00
RACHEL GOULD & LUIGI TESSAROLLO QUARTET
Rachel Gould - voce; Luigi Tessarollo - chitarra;
Mauro Battisti - contrabbasso; Alessandro Minetto - batteria

Rachel Gould, nata a Camden (New Jersey) nel 1953, si è formata musicalmente a Boston. Attiva sulla scena jazzistica statunitense dalla metà degli anni Settanta, si rifugia poi in Europa per motivi più sentimentali che musicali. Per 15 anni rimane in Germania, dove conosce e sposa Sal Nistico, sassofonista dei più pregiati che la storia del jazz ricordi. Nel 1992, dopo la morte di Nistico, la Gould si trasferisce in Olanda, suo attuale paese di residenza. Tra le sue collaborazioni si segnalano quelle con Philip Catherine, Enrico Pieranunzi, nonché quelle con grandi jazzisti suoi connazionali: Horace Parlan, Woody Herman e, soprattutto, Sal Nistico e Chet Baker. Rachel Gould ha registrato il primo disco da leader (The Dancer) verso la metà degli anni Ottanta, proseguendo poi con lavori discografici su cui l'interesse di critica e pubblico è stato via via crescente: A Sip of Your Touch (con Riccardo Del Fra, Enrico Pieranunzi, Art Farmer e David Liebman), Live in Montreux, More of Me.
Numerosi sono stati i contatti della Gould con la scena jazzistica italiana. A partire dal 2001 ha rivestito una notevole importanza la sua collaborazione con Luigi Tessarollo, chitarrista che può vantare collaborazioni altrettanto significative sia sul territorio nazionale (Rava, Bollani, Fresu, Cerri) che internazionale (Lee Konitz, Slide Hampton, Barry Harris ma anche Gloria Gaynor).

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Giovedì 11 marzo
CASALGRANDE (RE), TEATRO FABRIZIO DE ANDRÉ, ORE 21:15
"Jazz in Blu"
FRANCO CERRI & ENRICO INTRA TRIO
Franco Cerri - chitarra; Enrico Intra - pianoforte;
Lucio Terzano - contrabbasso

Franco Cerri è il decano del jazz italiano, uno dei pochi, tra i musicisti in attività, ad averne vissuto ogni fase storica. Nato a Milano nel 1926, superati gli ottant'anni Cerri ha impresso nuovo slancio alla sua carriera musicale, ricevendone anche i dovuti riconoscimenti.
La passione musicale di Cerri prende corpo negli anni della seconda guerra mondiale. La carriera ufficiale inizia nel 1945, al fianco di Gorni Kramer, al quale è stato presentato dal Quartetto Cetra. Poco dopo, nel 1949, Cerri incrocia la sua chitarra con quella di Django Reinhardt, che è stato il suo primo modello musicale.
Nei decenni seguenti diventa il nome di punta del jazz italiano: guida proprie formazioni, portandole anche negli Usa, e suona 'alla pari' con i nomi più rilevanti dello star system jazzistico: Wes Montgomery, Stephane Grappelli, Chet Baker, Gerry Mulligan, Billie Holiday, Lee Konitz, Dizzy Gillespie, Barney Kessel, George Benson, Jim Hall, Johnny Griffin, Modern Jazz Quartet, Phil Woods, Toots Thielemans… Diventa anche un personaggio di spicco della televisione nazionale, suonando in centinaia di trasmissioni e, in anni in cui jazz e Tv non erano parole antitetiche, conducendo programmi di grande importanza divulgativa dedicati alla musica afro-americana. Il sodalizio con il pianista Enrico Intra prende il via nel 1980. Con lui, oltre all'attività concertistica, fonda e dirige i Civici Corsi di Jazz di Milano, una delle principali realtà didattiche italiane in campo jazzistico.
Intra vanta a sua volta una lunghissima e onorata carriera, iniziata negli anni Cinquanta. È stato tra i primi fautori di quell'incrocio tra stilemi afro-americani e d'avanguardia colta poi divenuto noto come jazz all'europea. A Intra si devono composizioni di notevole impegno progettuale alla cui realizzazione hanno preso parte musicisti come Gerry Mulligan, Markus Stockhausen, Franco D'Andrea…

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Domenica 14 marzo
SOLAROLO (RA), ORATORIO DELL'ANNUNZIATA, ORE 21:00
MANOMANOUCHE QUINTET
Django Memorial Concert

Diego Borotti - clarinetto, sax; Massimo Pitzianti - fisarmonica, bandoneon;
Nunzio Barbieri - chitarra acustica; Luca Enipeo - chitarra acustica;
Pierre Steeve Jino Touche - contrabbasso

I Manomanouche si sono formati nel 2001, ispirati dall'eredità dello stile manouche, musica dal sapore zigano ma dalle origini francesi, 'esplosa' negli anni Trenta e portata da Django Reinhardt alla perfezione formale, nel suo melange di elementi jazzistici, ritmi di danza gitani e tempi di valzer della musette francese. Questa la ricetta del jazz gitano, alla quale i Manomanouche si sono sempre scrupolosamente attenuti, anche nella scelta della strumentazione, concedendosi però pure qualche sana contaminazione, soprattutto nella direzione della melodia italiana. Nulla in ogni caso che possa travisare lo swingante verbo di Django, le cui composizioni naturalmente abbondano nel repertorio dei Manomanouche, che pescano però ampiamente anche da altre fonti e aggiungono infine un loro repertorio originale.
Nei Manomanouche sono confluiti musicisti di varia formazione; Massimo Pitzianti e Pierre Steeve Jino Touche sono particolarmente noti in quanto collaboratori di lunga data di Paolo Conte. Nel corso degli anni il gruppo ha saputo imporsi come una formazione di riferimento nel panorama del jazz gitano, aprendosi alla collaborazione con artisti anche di diversa estrazione stilistica.

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Giovedì 18 marzo
IMOLA (BO), TEATRO DELL'OSSERVANZA, ORE 21:15
DADO MORONI TRIO
"An Oscar for Peterson"

Dado Moroni - pianoforte;
Giuseppe Mirabella - chitarra; Marco Panascia - contrabbasso
STANLEY COWELL TRIO
Stanley Cowell - pianoforte;
Tarus Mateen - contrabbasso; Nasheet Waits - batteria

Una serata con due pesi massimi del pianoforte jazz moderno, entrambi alla guida del proprio trio. Vero enfant prodige (ottiene i primi ingaggi professionali all'età di quattordici anni), Dado Moroni (nato a Genova nel 1962) ha saputo trasformare una tale precocità in una magistrale maturità pianistica, sino a divenire uno dei jazzisti italiani più apprezzati al di là dell'Atlantico. A mettere assieme i suoi ingaggi internazionali si compone un'enciclopedia del jazz moderno: Dizzy Gillespie, Chet Baker, Roy Hargrove, Wynton Marsalis, Clark Terry, Freddie Hubbard, Tom Harrell, Johnny Griffin, James Moody, Zoot Sims, Joe Henderson, Slide Hampton, Lionel Hampton, Ron Carter, Ray Brown, Kenny Clarke, Billy Higgins, Ben Riley… Qui Moroni presenta il suo ultimo progetto in omaggio a un'icona del piano jazz, Oscar Peterson.
Anche Stanley Cowell (nato in Ohio nel 1941) ha dato segni di un talento precoce, a seguito di una formazione classica: a quindici anni si esibiva già come solista in concerti sinfonici. Ma il jazz era tra i suoi interessi e quando nel 1966 si trasferì a New York prese il sopravvento. Entrò nel giro di Max Roach, Abbey Lincoln, Rahsaan Roland Kirk, Herbie Mann, Miles Davis, Stan Getz, Bobby Hutcherson e Harold Land. Gli anni Settanta furono per Cowell un decennio cruciale, sia come leader sia al fianco di Charles Tolliver, Sonny Rollins, Oliver Nelson, Donald Byrd, Roy Haynes, Art Pepper. In seguito si è dedicato a propri gruppi, senza tralasciare rilevanti collaborazioni, come quella con J.J. Johnson. Nonostante la sua intensa attività concertistica, raramente si è potuto ascoltare in Italia il suo personale stile pianistico, capace di creare un incandescente connubio tra bop e free.

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Venerdì 19 marzo
MASSA LOMBARDA (RA), SALA DEL CARMINE, ORE 21:00
SILVIA DONATI BRAZILIAN JAZZ TRIO
Da New York a Bahia

Silvia Donati - voce;
Sandro Gibellini - chitarra; Roberto Taufic - chitarra
produzione originale

La carriera della cantante bolognese Silvia Donati è stata segnata da un'intensa passione per la musica 'nera'. Le sue prime esperienze avvengono infatti con gruppi funky e rhythm'n'blues, finché gli studi con Barry Harris, Art Taylor, Rachel Gould e Horace Parlan le fanno imboccare la strada del jazz. Da allora sono state numerose le sue collaborazioni con importanti jazzisti italiani: soprattutto Marcello Tonolo (con il quale ha inciso due album) ma anche Sandro Gibellini, Pietro Tonolo, Renato Chicco, Ares Tavolazzi, Danilo Rea, Nicola Stilo, Carlo Atti. Alla sua passione per la musica afro-americana si è poi affiancata quella per la musica brasiliana. Nel corso degli anni ha dato vita a diversi gruppi (Siluet, Arcoiris, StandHard 3io) che sono apparsi dal vivo in tutta Italia e sono stati ospitati in importanti trasmissioni radiofoniche e televisive. La sua più recente partecipazione discografica l'ha vista protagonista di Encresciadum, il primo caso di jazz cantato in ladino, a dimostrazione dell'incredibile versatilità linguistica della Donati.
Il concerto che Silvia terrà nell'ambito di Crossroads sarà una produzione originale nella quale confluiranno entrambe le sue predilezioni musicali, quella jazzistica e quella carioca, e che vedrà la partecipazione di due virtuosi della chitarra, Sandro Gibellini e Roberto Taufic, partner di lunga data della cantante bolognese qui assieme per la prima volta.

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Sabato 20 marzo
FERRARA, JAZZ CLUB FERRARA, ORE 21:30
GARY THOMAS QUARTET
Gary Thomas - sax tenore, flauto; Paul Bollenback - chitarra;
Ed Howard - contrabbasso; Jeff Ballard - batteria

Gary Thomas è nato nel 1961 a Baltimora, dove tuttora risiede e dirige il dipartimento di jazz del Peabody Institute. Ma Thomas non si dedica all'insegnamento per carenza di occasioni di suonare dal vivo: ha potuto infatti mostrare alle platee di tutto il mondo il timbro graffiante e aggressivo del suo sax tenore, la sua capacità di accumulare, controllare e rilasciare la tensione, di costruire frasi dal crescendo avviluppante. Una personalità musicale tutt'altro che tenue, dunque. Lo si è anche potuto ascoltare alle prese con gli standard, ma è chiaro che il suo terreno prediletto sono le formule più sofisticate del jazz contemporaneo, soprattutto l'incrocio tra la bruciante espressività del post-bop e gli spunti futuristici della musica elettrica, elettronica, sino all'ipnosi ritmica del rap. Questa personale fusion ad alta tensione non nasce dal nulla: Thomas ha infatti militato nella band elettrica di Miles Davis (dal 1987), oltre che nella Special Edition di Jack DeJohnette. Assolutamente ideali da un punto di vista stilistico sono state le sue collaborazioni con Steve Coleman, Wallace Rooney, Cassandra Wilson. Ma la sua versatilità gli ha permesso di esibirsi anche al fianco di musicisti dagli orientamenti assai diversi come Pat Metheny, John McLaughlin, John Scofield, Jim Hall, George Benson, Wynton Marsalis, Wayne Shorter, Greg Osby, Herbie Hancock, McCoy Tyner, Jimmy Smith, Andrew Hill, Geri Allen, Dave Holland, Charlie Haden, Tony Williams, Bobby McFerrin…

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Giovedì 25 marzo
LONGIANO (FC), TEATRO PETRELLA, ORE 21:00
THE JAZZ TRIBE
"Everlasting"

Ray Mantilla - percussioni; Jack Walrath - tromba; Bobby Watson - sax alto;
Xavier Davis - pianoforte; Curtis Lundy - contrabbasso; Victor Lewis - batteria

Il recente album Everlasting (Red Records), il terzo della formazione capeggiata da Ray Mantilla e Bobby Watson, ha dato nuovo impulso alla lunga avventura della Jazz Tribe, iniziata nel 1990. Nel corso degli anni, alcuni inevitabili aggiornamenti dell'organico (della band originale rimangono i due leader e Walrath) non hanno minimamente intaccato lo splendore ritmico della formazione né il carattere incendiario della sua miscela afro-latina. Nella Jazz Tribe il vitalismo percussivo riesce a convivere con una salda organizzazione degli arrangiamenti, lasciando all'ascolto il senso di una vera festa musicale.
Bobby Watson, emerso dai Jazz Messengers di Art Blakey, ha sviluppato sul sax alto uno degli stili più personali dagli anni Ottanta ad oggi. Ma l'elemento più carismatico nella Jazz Tribe è Ray Mantilla. Nato nel 1934 a New York (ma di origini portoricane), Mantilla è un maestro delle congas, accompagnatore dal grande colorismo timbrico e solista di notevole esuberanza. Autodidatta, esordisce negli anni Cinquanta collaborando con numerose band latine, compresa quella di Xavier Cugat. Nel decennio successivo avvicina le sue congas al jazz afro-latino: dapprima con Herbie Mann, poi con Max Roach. Gli anni Settanta sono un susseguirsi di grandi incontri: gli M'Boom di Roach, i Jazz Messengers di Blakey (è l'unico conguero ad aver fatto parte stabilmente di questa band), Charles Mingus, Gato Barbieri, Sonny Stitt, Stan Getz, Lou Donaldson, Muhal Richard Abrams, Cedar Walton, Mose Allison, Freddie Hubbard, Buddy Rich… Dagli anni Ottanta Ray Mantilla ha principalmente guidato propri gruppi, i più notevoli dei quali sono la Space Station e, appunto, la Jazz Tribe.

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Sabato 27 marzo
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), CASSERO TEATRO COMUNALE, ORE 21:15
"Cassero Jazz"
El Gallo Rojo presenta
MICKEY FINN & CUONG VU

Cuong Vu - tromba, effetti; Giorgio Pacorig - Fender Rhodes, tastiere, effetti;
Enrico Terragnoli - chitarra, podophono; Danilo Gallo - basso;
Zeno de Rossi - batteria, percussioni

Un concerto che vi farà… ubriacare: nel gergo underground, il Mickey Finn è infatti una bevanda alcolica 'corretta' con sostanze psicotrope all'insaputa di chi la deve bere per provocarne la perdita di coscienza.
Nel gergo musicale, Mickey Finn è invece un gruppo non meno… stupefacente, formatosi all'interno del collettivo El Gallo Rojo: improvvisazione totale e collettiva, idee musicali create istante per istante, un beat ipnotico su cui si appoggiano frammenti dal valore aforistico. Il sound dei Mickey Finn è caratterizzato dalle imposizioni elettriche della tromba di Cuong Vu, memori del Miles Davis anni Settanta ma anche di sonorità più psichedeliche e rockettare. Conturbante, inebriante, talvolta mefistofelica: quella dei Mickey Finn è una musica dell'inconscio. Cuong Vu è nato nel 1969 a Saigon (Vietnam del Sud). Quando ha solo sei anni la sua famiglia si trasferisce negli States, così Vu cresce sia ascoltando musica tradizionale vietnamita, sia assorbendo la cultura del nuovo paese. Inizia a suonare la tromba all'età di undici anni e nell'adolescenza manifesta una predilezione per la fusion e il jazz più attuale. Trasferitosi a New York nel 1994, Vu diventa un emblema della scena jazzistica d'avanguardia, anche se i suoi interessi e le collaborazioni toccano pure la musica classica, la contemporanea e il rock. Lo si è infatti ascoltato assieme a Pat Metheny, Bill Frisell, Bobby Previte, Dave Douglas, Chris Speed, ma anche Laurie Anderson e David Bowie.

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Domenica 28 marzo
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), CASSERO TEATRO COMUNALE, ORE 21:15
"Cassero Jazz"
FRANCO D'ANDREA QUARTET
Franco D'Andrea - pianoforte; Andrea "Ayace" Ayassot - sax alto;
Aldo Mella - contrabbasso; Zeno de Rossi - batteria
HAIRY BONES
Peter Brötzmann - sax; Toshinori Kondo - tromba;
Massimo Pupillo - basso; Paal Nilssen-Love - batteria

Un doppio appuntamento con gruppi dalle proposte assai creative: una totalmente e radicalmente improvvisata (gli Hairy Bones), l'altra abilmente strutturata all'interno di ingegnose composizioni (il quartetto di Franco D'Andrea).
Gli Hairy Bones sono la più recente formazione ideata dal sassofonista tedesco Peter Brötzmann (nato nel 1941), uno dei padri fondatori del free jazz europeo e già al fianco di nomi storici della musica d'avanguardia: Don Cherry, Derek Bailey, Cecil Taylor, Rashied Ali, Evan Parker, Misha Mengelberg, Anthony Braxton, Tony Oxley… Il suo nuovo quartetto, dal marcato respiro internazionale (gli altri membri provengono da Giappone, Italia e Norvegia), si ispira alle sonorità del noise rock oltre che all'immancabile estetica libertaria della musica afro-americana.
Assai più organizzata, per quanto ricca di spiragli sorprendenti, è la proposta musicale del quartetto di Franco D'Andrea. Nato a Merano nel 1941, nel corso della sua carriera D'Andrea è stato protagonista di memorabili avventure artistiche (con Gato Barbieri, i Perigeo, Pepper Adams, Don Byas, Dexter Gordon, Johnny Griffin, Slide Hampton, Lee Konitz, Steve Lacy, Hank Mobley, Max Roach, Enrico Rava…), tanto da diventare un riferimento imprescindibile tra i pianisti jazz italiani. Con il suo quartetto negli ultimi anni ha sviluppato una musica che riesce a coniugare impatto emozionale e approfondimento intellettuale, grazie a un gioco di squadra assai ardito in cui ogni intervento solistico dà l'impressione di scandagliare nuove profondità.

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Giovedì 1 aprile
LONGIANO (FC), TEATRO PETRELLA, ORE 21:00
DANILO REA SOLO
Omaggio a Fabrizio De André

Danilo Rea - pianoforte

Danilo Rea è il pianista del jazz italiano attuale. Rea è nato a Vicenza nel 1957 ma è cresciuto a Roma, sulla cui scena jazzistica esordisce assai presto, creando nel 1975 il Trio di Roma (con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto). Con questa formazione ancora oggi saltuariamente attiva e, successivamente, con la creazione dei Doctor 3 (con Pietropaoli e Fabrizio Sferra), Rea ha stabilito la norma del piano trio jazzistico all'italiana. Ma nella carriera musicale di Rea hanno avuto una notevole importanza anche le collaborazioni internazionali (davvero speciali quelle con Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods, Michael Brecker, Joe Lovano, Gato Barbieri…), nonché un'attività d'alto livello nel pop italiano. Pianista prediletto da Mina, Claudio Baglioni e Pino Daniele, Rea ha collaborato anche con Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano, mentre di recente ha preso parte alla 'svolta jazz' di Gino Paoli.
Questo retroterra, nonché il suo celebre fiuto per la melodia e la raffinatezza del tocco pianistico, rendono assai significativo l'omaggio di Rea alle musiche di Fabrizio De André. Questo progetto, dalla sua creazione nel 2005, ha sedotto le platee di tutta Europa con la toccante rilettura jazzistica del repertorio dell'indimenticabile Faber.

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Giovedì 8 aprile
MODENA, BALUARDO DELLA CITTADELLA, ORE 21:30
EDDIE GOMEZ TRIO
Mark Kramer - pianoforte; Eddie Gomez - contrabbasso; Joe La Barbera - batteria

Nato nel 1944 a Porto Rico ma cresciuto a New York, Eddie Gomez è entrato nella storia del jazz grazie all'importante ruolo ricoperto nei gruppi, soprattutto trii, di Bill Evans. Il tanto celebrato interplay delle formazioni evansiane si sosteneva infatti su un dialogo d'alto profilo tra i musicisti, come è particolarmente evidente dalle registrazioni in duo per pianoforte e contrabbasso, tra le più rimarchevoli per valutare la statura di Gomez al fianco di Evans. Il connubio tra questi due straordinari musicisti, durato dal 1966 al 1977 e documentato in numerosi dischi su etichetta Fantasy, ha segnato il jazz di quel periodo in maniera talmente intensa che assai di rado si pensa alle altre collaborazioni di Gomez, pur numerose e non meno prestigiose. Ancora fresco degli studi alla Juilliard, Gomez si fece ascoltare infatti con Gerry Mulligan, Benny Goodman, Buck Clayton, Marian McPartland e Paul Bley, prima di approdare alla corte di Evans, che gli fece raggiungere le vette della notorietà internazionale. Alla fine degli anni Sessanta suona nelle ultime manifestazioni del superlativo quintetto acustico di Miles Davis, e successivamente anche con gli Steps Ahead, Dizzy Gillespie, Freddie Hubbard, George Benson, McCoy Tyner, Chick Corea, Hank Jones, Nancy Wilson…
La spiccata individualità di Gomez, che si manifesta in un evidente virtuosismo e in un suono di possente bellezza, ha infine portato il bassista portoricano a sviluppare una carriera da leader. Nel gruppo che guiderà a Crossroads troviamo, tra l'altro, un altro fondamentale collaboratore di Bill Evans: Joe La Barbera, che fu batterista dei trii dell'ultima stagione billevansiana, a partire dal 1978 sino alla morte del pianista; lo si ascolta nei monumentali cofanetti live al Keystone Corner, ultime documentazioni dell'arte di Bill Evans.

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Venerdì 9 aprile
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
"Correggio Jazz"
SUN RA ARKESTRA
+ special guest Gianluca PETRELLA

Marshall Allen - sax alto, flauto, direzione; Fred Adams - tromba;
Michael Ray - tromba; Knoel Scott - sassofoni, voce; Charles Davis - sax tenore; Yahya Abdul-Majid - sax tenore;
Danny Ray Thompson - sax baritono; Dave Davis - trombone; Gianluca Petrella - trombone;
Dave Hotep - chitarra el.; Juini Booth - contrabbasso;
Wayne Anthony Smith Jr. - batteria; Elson Nascimento - percussioni, surdo
produzione originale

Un concerto della Sun Ra Arkestra è già in sé un fatto musicale memorabile, anche per l'unicità di ogni apparizione di questo gruppo, la cui irriverenza verso la prevedibilità e la routine è cosa leggendaria. In occasione della sua esibizione a Crossroads, per giunta, la più 'lunare' delle orchestre accetterà tra le proprie fila Gianluca Petrella, per una produzione originale che è l'ennesima nota sorprendente nel curriculum del lanciatissimo trombonista italiano.
Quanto alla Arkestra, essa è il lascito del passaggio sul pianeta Terra di Sun Ra, arrivato tra di noi nel 1914 e ripartito per altri mondi nel 1993. Il linguaggio un po' esoterico è d'obbligo, perché di misteri e formule rituali, linguaggi mistici e gesti cabalistici si ammanta la biografia di Sun Ra come la musica della sua Arkestra. Per quattro decenni Sun Ra ha istruito i suoi musicisti a improvvisare come fossero un'unica mente: così poteva costruire pezzi musicali dalle sembianze di variazioni caleidoscopiche, sia per l'estemporaneità dei gesti sonori che per gli accostamenti stilistici sorprendenti. Gli improvvisi travasi dallo swing vecchia maniera al free più avanzato, nelle mani di Ra, producevano l'effetto onirico e mozzafiato di un salto tra due galassie.
Dopo la scomparsa di Ra, la Arkestra ha continuato la sua missione sul pianeta Terra. Alla consolle dei comandi di questa coloratissima 'astronave' musicale, che ancora oggi sfoggia i suoi celebri e pittoreschi costumi di scena, c'è ora il sassofonista Marshall Allen (nato nel 1924), collaboratore di Ra e guida dei fiati dell'Arkestra sin dagli anni Cinquanta.

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Sabato 10 aprile
DOZZA (BO)
"Dozza Jazz"
ENOTECA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA, ORE 18:00
SEAN BERGIN SOLO
Sean Bergin - sax tenore
TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
TOMORROWS GHOSTS
Sabina Meyer - voce; Veryan Weston - pianoforte
MATTHEW SHIPP PIANO SOLO
Matthew Shipp - pianoforte
ENOTECA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA, ORE 24:00
DUO "PASCAL"
Domenico Caliri - chitarra; Pasquale Mirra - vibrafono

Da artisti come Sabina Meyer e Veryan Weston ci si aspetta sempre una performance di ardita sperimentazione: il loro duo si basa sulla composizione istantanea, sull'uso estremo dello strumento voce e del rumore. Nel loro repertorio fluttuano canzoni di Erik Satie, Charles Ives, Kurt Weill, oltre alla più libera vocalità contemporanea.
Matthew Shipp, nato a Wilmington (Delaware) nel 1960, viene avviato come molti bambini allo studio del pianoforte già all'età di cinque anni. Ma è quando ne ha dodici che sviluppa la sua passione per il jazz, mentre la sua carriera in questo genere musicale inizia a decollare dopo il suo trasferimento a New York, nel 1984. Prima di dedicarsi completamente al proprio personale universo sonoro, Shipp affina le dita suonando nei gruppi di David S. Ware e Roscoe Mitchell.
Affermatosi inizialmente sulla scena del free jazz che più conta, Shipp ha saputo poi esplorare i mondi dell'hip hop, la musica elettronica, la musica colta contemporanea, trasformandosi assai presto in un musicista di culto grazie al suo stile visionario, sfaccettato, iperbolico, sovraccarico d'energia ma anche intimista (senza eccessi di lirismo) e mordace.
A partire dalla fine degli anni Ottanta, Shipp è stato protagonista di una lunga serie di registrazioni discografiche, in particolare per le etichette Hatology e Thirsty Ear, dalle quali emerge chiaramente la predilezione del pianista per le situazioni più raccolte e impegnative: piano trio, duo o solo, mentre poche sono le occasioni in cui ha guidato formazioni più ampie. Tra i suoi compagni di questa intensa attività ci sono William Parker, Dj Spooky, Mat Maneri…
Il doppio concerto serale sarà incorniciato dall'esibizione pomeridiana del sassofonista Sean Bergin, di origini sudafricane ma a partire dagli anni Settanta di stanza in Olanda, dove ha assorbito lo spirito creativo della scena più avanzata, e dalla performance notturna in 'stile libero' del Duo "PasCal", composto da Domenico Caliri e Pasquale Mirra, nomi noti per la partecipazione al collettivo Bassesfere.

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Domenica 11 aprile
DOZZA (BO)
"Dozza Jazz"
ENOTECA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA, ORE 18:00
Presentazione del libro "Altre X-Roads"
di Franco Minganti (Bacchilega Editore)
Parteciperanno: Franco Minganti, Giorgio Rimondi, Libero Farnè
TEATRO COMUNALE, ORE 21:30
DEEP DOWN SEXTET
Celebrating the Music of Mal Waldron

Cristina Mazza - sax alto; Sean Bergin - sax tenore; Daniele D'Agaro - sax tenore, clarinetto;
Bruno Marini - sax baritono; Carmelo Leotta - contrabbasso; U.T. Gandhi - batteria

Un sestetto senza pianoforte ma con ben quattro sassofoni, impugnati da solisti affermati a livello europeo: questo è il Deep Down Sextet, guidato da Cristina Mazza. A Crossroads il gruppo presenterà "Celebrating the Music of Mal Waldron", già inciso su disco: un omaggio alla musica di uno dei più stimati pianisti afro-americani (con il quale Cristina Mazza ha collaborato). Questo omaggio non trascura i brani di altri autori (come Ellington) che facevano parte del repertorio di Waldron, riproponendoli attraverso il filtro di una sensibilità europea.
Cristina Mazza (nata a Milano nel 1955) è attiva come band leader dalla fine degli anni Settanta. Diplomata in sassofono classico, la sua formazione jazzistica è avvenuta con insegnanti come Giorgio Gaslini, Waldron e Steve Lacy, mentre gli esempi di Miles Davis e Ornette Coleman sono stati assai influenti per la definizione del suo stile. Nel corso della sua carriera ha suonato e registrato con Waldron, John Tchicai, Robert Bonisolo, Luigi Bonafede, Reggie Workman, Jean-Jacques Avenel…
L'esempio musicale di Waldron è, evidentemente, tra quelli che più hanno segnato Cristina Mazza. Del resto, è facile abbandonarsi alla seduzione dello stile obliquo di questo pianista, immortalato dalle collaborazioni con Mingus, Coltrane, Eric Dolphy (lo si sente nel mitico Live at the 5 Spot) e soprattutto dai lunghi sodalizi con Billie Holiday e Steve Lacy.
In attesa del concerto serale, nel pomeriggio Franco Minganti presenterà il suo recente libro "Altre X-Roads", pubblicato da Bacchilega Editore: una ricognizione di ampie vedute su diversi aspetti dell'immaginario del jazz, visto nei suoi contatti con la black music in generale, la cultura popolare occidentale, la letteratura, il cinema. Assieme all'autore interverranno due noti esperti di jazz e cultura afro-americana: Giorgio Rimondi e Libero Farnè.

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Giovedì 15 aprile
BOLOGNA, TEATRO SAN MARTINO, ORE 21:15
LIONEL LOUEKE TRIO
Lionel Loueke - chitarra; Massimo Biolcati - contrabbasso; Ferenc Nemeth - batteria

Lionel Loueke è nato nel 1973 in Benin, dove è cresciuto affrontando anche momenti di particolare povertà. Inizialmente attratto dalle percussioni, all'età di diciassette anni si converte alla chitarra, per la quale dimostra un talento immediato e naturale. L'ascolto di George Benson, Wes Montgomery e Joe Pass spinge Loueke a trasferirsi in Costa D'Avorio per studiare musica in maniera più approfondita e impegnativa. Nel 1994 si sposta a Parigi per continuare la propria formazione, e poi nel 1999 negli Stati Uniti per frequentare il Berklee College of Music. Nel 2001 viene ammesso al Thelonious Monk Institute of Jazz di Los Angeles, i cui corsi permettono a Loueke di fare pratica assieme a Herbie Hancock, Terence Blanchard e Wayne Shorter. Mentre è ancora studente, Loueke entra a far parte in maniera stabile del gruppo ufficiale di Blanchard (registrando per la Blue Note) e poi di quello di Hancock, ma suona e registra anche con Dianne Reeves, Cassandra Wilson, Wayne Shorter, Charlie Haden, Kenny Garrett, Roy Hargrove, Sting, Santana… Dopo qualche disco per piccole case discografiche, nel 2008 Loueke esordisce su etichetta Blue Note col cd Karibu, alla testa del suo trio con Massimo Biolcati e Ferenc Nemeth, suoi compagni ai tempi del Monk Institute (sul disco compaiono come ospiti anche Hancock e Shorter).

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Venerdì 16 aprile
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
"Correggio Jazz - AterMundus"
URI CAINE / PULSE
Uri Caine - pianoforte; Giorgio Distante - tromba, flicorno, elettronica;
Francesco Fratini - tromba, flicorno; Carlo Conti - sax alto, sax soprano;
Dan Kinzelman - sax tenore, clarinetto, clarinetto basso;
Piero Bittolo Bon - sax baritono, sax alto, clarinetto contralto, clarinetto basso, flauto;
Joe Rehmer - contrabbasso; Jonas Burgwinkel - batteria
produzione originale Ater / Teatro Asioli

Pianista sopraffino quando si tratta di suonare jazz senza fronzoli, Uri Caine (Filadelfia, 1956) ha però raggiunto la più ampia popolarità soprattutto per la sua fervida immaginazione come compositore e creatore di gruppi e progetti musicali. In essi Caine riversa la sua poliedrica ispirazione, la versatilità di un musicista aperto a tutti gli stimoli, pronto a cimentarsi con i ritmi più moderni (col suo trio Bedrock) come con la tradizione ebraica, oppure a rimettere mano sulla storia della musica europea, riscrivendone e rivoluzionandone le pagine più rappresentative: Mahler, Bach, Schumann, Beethoven, Verdi. Alla fama di Caine ha inoltre contribuito la sua posizione preminente all'interno della costellazione della musica creativa statunitense: tra le sue collaborazioni spiccano infatti i nomi di John Zorn, Dave Douglas, Don Byron…
Crossroads avrà il vanto di ospitare la creazione di un nuovo progetto di Caine, Pulse, una produzione originale che punta sul ritmo, l'energia, la velocità, la dinamicità: elementi che da sempre definiscono la personalità musicale del pianista americano. Pulse vedrà Uri Caine affiancato da sette giovani musicisti emergenti provenienti da Italia, Germania e Stati Uniti, impegnati in un programma preparato appositamente per questo concerto.

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Sabato 17 aprile
CORREGGIO (RE)
"Correggio Jazz - AterMundus"
LOCANDA DEI PRINCIPI, ORE 13:00
DAN KINZELMAN TRIO
Dan Kinzelman - sax tenore, clarinetto;
Joe Rehmer - contrabbasso; Stefano Tamborrino - batteria
LA GALERA CANTINA MUSIC CLUB, ORE 21:30
DAN KINZELMAN QUARTET
Dan Kinzelman - sax tenore, clarinetto; David Boato - tromba, flicorno;
Francesco Ponticelli - contrabbasso; Armando Sciommeri - batteria

Dan Kinzelman viene dal Wisconsin, dove è nato nel 1982. Prima di lasciare gli Usa per stabilirsi in Europa, dapprima in Germania e ora in Italia, Kinzelman ha vinto tre Downbeat Student Music Award. A meno che non lo abbiate già sentito prima (negli ultimi tempi se ne va girando per l'Italia assieme a un altro giovane di grandi speranze, Giovanni Guidi, oltre che con i gruppi di Enrico Rava e Mauro Ottolini), il suo timbro strumentale vi lascerà a bocca aperta. Perché non c'è dubbio che quel suono fibroso e acuminato, nonché la capacità di sostenere melodie in registri dove l'intonazione dello strumento si fa precaria rivelino una personalità timbrica davvero unica.
Kinzelman ha risolto precocemente i rapporti con la tradizione (ha suonato con Lovano, Liebman e James Moody), mentre un po' ovunque nella sua musica emergono avvisaglie d'avanguardia e di free, che vengono ricondotte alla più stupefacente narratività. Kinzelman è capace di portare gli assoli in bilico su un cornicione riuscendo a tenere sempre il piede ben saldo, trovando direttamente sul tenore quelle sonorità 'altre' per le quali gente come Yusef Lateef si è impelagata nelle più anomale scelte strumentali, dall'oboe ai flautini popolari. Crossroads/Correggio Jazz ha tra l'altro tenuto a battesimo sia la Rava Special Edition che la Unknown Rebel Band, formazioni che hanno permesso a Kinzelman di ottenere un'importante visibilità: entrambi i progetti sono stati commissionati e prodotti appositamente per questa rassegna, che ha deciso di dedicare al giovane sassofonista questa meritata carte blanche, in omaggio alla sua qualità di strumentista, compositore e arrangiatore.

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Domenica 18 aprile
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
"Correggio Jazz"
CHICO FREEMAN Y GUATACA
featuring ARTURO SANDOVAL

Arturo Sandoval - tromba; Chico Freeman - sax tenore, sax soprano, voce;
Ivan Bridon - pianoforte; Yoel Soto - basso;
Rodrigo Rodriguez - percussioni, voce, rap; Françis Arnaud - batteria

A due anni dalla loro ultima esibizione per la rassegna emiliano-romagnola, tornano a Crossroads i Guataca del sassofonista chicagoano Chico Freeman, figlio del celebre sassofonista Von Freeman e formatosi musicalmente anche al fianco di Wynton Marsalis. L'ambito mainstream non è mai stato un vincolo per Freeman, che si è spesso addentrato su altri sentieri musicali, soprattutto afro-latini.
La multietnica policromia ritmica dei Guataca sarà resa ancor più pirotecnica dalla presenza di un guest impareggiabile: Arturo Sandoval. Il crogiuolo di jazz, R&B e i molti spunti afro-cubani dei Guataca forniranno uno stimolo ideale per la tromba di Sandoval, la più funambolica della musica cubana, sia pura che arricchita di elementi jazz, degli ultimi tre decenni. Ma Sandoval è ben più che il re dei trombettisti cubani odierni, dovendo annoverarsi tra i più grandi strumentisti di tutti i tempi.
Nato a Cuba nel 1949, Sandoval riuscì a coronare la sua passione per il jazz americano quando ancora risiedeva nell'isola caraibica. Stregato da Charlie Parker, Clifford Brown e Dizzy Gillespie (che divenne suo mentore), a partire dal 1977 poté suonare con quest'ultimo sia a Cuba che in Europa, entrando a far parte stabilmente della United Nation Orchestra, una delle formazioni più sbalorditive capeggiate da Gillespie. Membro fondatore dei mitici Irakere, dai primi anni Ottanta Sandoval inizia una carriera da solista senza sacrificare nessuno dei suoi numerosi talenti. Come jazzista lo si ascolta al fianco di Woody Herman, Woody Shaw, Michel Legrand, Stan Getz, Tony Bennett, mentre non sono da meno le collaborazioni pop e crossover: Frank Sinatra, Paul Anka, Rod Stewart, Alicia Keys, Céline Dion, John Williams. Nel frattempo fa man bassa di ogni possibile premio dell'industria musicale, entra nel mondo del cinema (colonne sonore per Havana e Mambo Kings e addirittura un film dedicato alla sua vita con Andy Garcia: The Arturo Sandoval Story) e non trascura la sua formazione di musicista classico, esibendosi come solista con le più importanti orchestre sinfoniche. Tra un tour e l'altro, nel 1990 Sandoval ha ottenuto asilo politico dagli Usa, ricevendone la cittadinanza nel 1999.

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Martedì 20 aprile
IMOLA (BO), TEATRO DELL'OSSERVANZA, ORE 21:15
"RAVA SUONA GERSHWIN"
Enrico RAVA "Parco della Musica" Jazz Lab
feat. Gianluca PETRELLA e Gianluigi TROVESI

Enrico Rava - tromba, direzione;
Francesco Fratini - tromba; Gianluca Petrella - trombone;
Mauro Ottolini - trombone, tuba; Gianluigi Trovesi - clarinetti;
Daniele Tittarelli - sax alto, sax soprano; Dan Kinzelman - sax tenore, arrangiamenti;
Marcello Giannini - chitarra; Giovanni Guidi - pianoforte;
Stefano Senni - contrabbasso; Zeno de Rossi - batteria

Negli ultimi anni Enrico Rava ha concentrato le sue energie su un ristretto numero di progetti musicali, portandoli al massimo delle loro capacità espressive, nonché della fama internazionale. Ci sono l'ormai celeberrimo duo con Bollani, lo storico Quintetto 'adulto', una formazione dall'organico pressoché stabile da molto tempo, e il Quintetto 'giovanile', i cui componenti invece sono più volte cambiati per dare spazio a diversi giovani talenti e mantenere fresche le idee del gruppo. Ora Rava dà vita a una nuova formazione, il "Parco della Musica" Jazz Lab, sotto l'egida dell'istituzione musicale romana di cui porta il nome: un progetto di grande respiro, che nel corso del biennio 2010-11 sarà chiamato a creare una serie di programmi musicali ai quali parteciperanno, di volta in volta, ospiti diversi. Il nucleo principale del "Parco della Musica" Jazz Lab coinvolgerà, in formazioni via via adattate alle esigenze del caso, numerosi musicisti tra i più noti dell'attuale panorama jazzistico italiano, con un particolare riguardo per i talenti emergenti.
Il primo progetto ideato per questa nuova formazione è "Rava Suona Gershwin", una selezione dei brani più suggestivi del songbook gershwiniano, in versioni appositamente rivisitate. Per questa prima produzione del Jazz Lab sono stati invitati in qualità di ospiti speciali Gianluigi Trovesi e Gianluca Petrella: musicisti di diversa estrazione, ma accomunati dalla libertà con cui hanno personalizzato il vocabolario dei rispettivi strumenti a fiato.

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Giovedì 22 aprile
RAVENNA, TEATRO RASI, ORE 21:00
GIOVANNI HIDALGO & HORACIO "El Negro" HERNANDEZ DUO
"Traveling Through Time"

Giovanni Hidalgo - percussioni;
Horacio "El Negro" Hernandez - batteria

Venerdì 23 aprile
RAVENNA, TEATRO RASI, ORE 11-13, 15-17
"Mister Jazz"
WORKSHOP di batteria & percussioni
"Traveling Through Time"
con
GIOVANNI HIDALGO & HORACIO "El Negro" HERNANDEZ

Qualcuno ha semplicemente definito il duo formato da Giovanni Hidalgo e Horacio "El Negro" Hernandez "la realizzazione del sogno di ogni appassionato di percussioni". Commento inevitabile, vista la caratura di questi due musicisti, veri emblemi del percussionismo afro-latino.
Nato a Porto Rico, Giovanni Hidalgo si avvicina alle percussioni all'età di tre anni. La partecipazione ai gruppi di Eddie Palmieri e Dizzy Gillespie negli anni Ottanta gli garantisce il passaporto per la celebrità. Dopo altri incontri prestigiosi (con Tito Puente, Mickey Hart, Paquito D'Rivera, Carlos Santana, Freddie Hubbard, Paul Simon), Hidalgo sviluppa anche una sua carriera da leader. Nel campo delle musiche afro-caraibiche, Hidalgo è l'eletto delle congas, colui che è sceso sulla terra per far vedere cosa si può fare con un paio di barili ricurvi coperti di pelle: le sue mani nascondono più ritmi di una sezione orchestrale di percussionisti, mentre il senso coloristico e la costruzione degli assoli vanno di pari passo con l'estro ritmico.
Originario di Cuba, Horacio "El Negro" Hernandez ha raggiunto lo status di musicista di culto grazie al virtuosismo che ha messo in mostra collaborando con Paquito D'Rivera, Arturo Sandoval, Dizzy Gillespie, Gonzalo Rubalcaba, Michel Camilo, Tito Puente, Santana, Eddie Palmieri e numerose altre star dei generi latin, jazz e pop-rock. La sua fama è particolarmente radicata in Italia, dove ha vissuto alcuni anni nell'attesa di venire ammesso negli Stati Uniti: tant'è che il quartetto che dirige da ormai lungo tempo si chiama Italuba.

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Venerdì 23 aprile
CERVIA (RA), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
PIETRO TONOLO & PAOLO BIRRO DUO
Pietro Tonolo - sassofoni; Paolo Birro - pianoforte

Pietro Tonolo (Mirano, 1959) e Paolo Birro (Noventa Vicentina, 1962) sono tra gli esponenti più rappresentativi a livello internazionale della vivace scena jazzistica veneta. Il loro duo ha ormai una lunga storia alle spalle, documentata anche su alcuni dischi, come Simbiosi (1995) e Autunno (Egea, 2000). La produzione dell'Egea coglie appieno le caratteristiche e lo spirito della musica di questo duo, col suo suono raffinatamente cameristico, la finezza dei dettagli, la chiarezza dell'esposizione. Le mezze tinte e il chiaroscuro sonoro rendono il dialogo tra Tonolo e Birro una faccenda di intensa intimità strumentale, dallo stile riservato e dal profumo notturno.
Pietro Tonolo inizia la carriera professionale nel 1979, trasferendosi a Milano e collaborando in quei primi anni con artisti di spicco come Franco D'Andrea, Luigi Bonafede, Gianni Cazzola, Larry Nocella, Massimo Urbani, Enrico Rava. Tra le successive esperienze, quelle più celebri lo hanno visto al fianco di Rita Marcotulli, Enrico Pieranunzi e Giovanni Tommaso, oltre che alla guida di propri gruppi. Di alto profilo sono anche le sue frequentazioni internazionali: Gil Evans Orchestra, Kenny Clarke, Chet Baker, Lee Konitz, John Surman, Dave Holland, Henri Texier, Paul Motian, Joe Chambers…
Paolo Birro si affaccia sulla scena jazzistica nel 1987 e presto si trova a suonare con artisti che contribuiscono efficacemente alla sua maturazione: Lee Konitz, Gary Bartz, Steve Grossman, Art Farmer, Johnny Griffin, Enrico Rava… Oggi si divide tra le collaborazioni d'alto livello e la carriera da leader e solista.

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Giovedì 29 aprile
RIMINI, TEATRO DEGLI ATTI, ORE 21:15
GIANLUCA PETRELLA COSMIC BAND
Gianluca Petrella - direzione, trombone;
Beppe Scardino - sax baritono; Francesco Bigoni - sax tenore;
Mirko Rubegni - tromba; Giovanni Guidi - pianoforte; Gabrio Baldacci - chitarra;
Alfonso Santimone - synth; Francesco Ponticelli - basso; Federico Scettri - batteria;
Simone Padovani - percussioni

Gianluca Petrella (nato a Bari nel 1975) ha avuto la sua prima occasione di rilievo grazie a Roberto Ottaviano, col quale ha iniziato a collaborare nel 1993. Nel corso degli anni Novanta Petrella ha modo di aggiungere al proprio curriculum partecipazioni con Greg Osby, Carla Bley, Roberto Gatto. Ma la stella di questo incredibile trombonista inizia davvero a brillare a partire dall'inizio del nuovo millennio: col primo disco da leader per la Auand e la vittoria del referendum Top Jazz indetto dal mensile Musica Jazz come miglior nuovo talento italiano (2001), poi col primo disco su etichetta Blue Note e un'altra vittoria del Top Jazz, questa volta come miglior musicista dell'anno (2005). Da quel momento la carriera di Petrella è inarrestabile e si allarga ben al di là dell'Italia: nel 2006 vince il referendum dei critici di Down Beat come miglior trombonista emergente (è il primo italiano cui riesce una simile impresa, successo tra l'altro ripetuto nel 2007); ormai il mondo intero deve fare i conti col suo inconfondibile stile e la pronuncia che porta il trombone jazz un passo oltre la sua tradizione.
Petrella diventa il trombonista prediletto dei principali nomi del jazz italiano (Rava, D'Andrea, Gatto) e inizia anche a guidare proprie formazioni, sempre fortemente caratterizzate nell'organico e nel repertorio. Prima gli Indigo 4, il Bread & Tomato Trio, i Tubolibre e ora la Cosmic Band: una formazione creata per celebrare Sun Ra attraverso una commistione musicale esplosiva e un format timbricamente inedito. Dopo l'esordio discografico pubblicato da L'Espresso (2007), è da poco uscito il secondo disco di questa band formata da musicisti poco più che ventenni. Intanto Petrella continua a far man bassa di riconoscimenti, vincendo il Top Jazz anche nel 2008 e nel 2009, proprio con la Cosmic Band: migliore formazione dell'anno.

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Domenica 2 maggio
IMOLA (BO), TEATRO DELL'OSSERVANZA, ORE 21:15
BOSSO / LAURENT / TEXIER / ROMANO
COMPLETE COMMUNION
"Desireless"
Special tribute to Don Cherry

Fabrizio Bosso - tromba; Géraldine Laurent - sax alto;
Henri Texier - contrabbasso; Aldo Romano - batteria
produzione originale
in collaborazione con:
Festival "Les rendez-vous de l'Erdre" di Nantes,
Regione Pays de la Loire, Regione Emilia-Romagna

A quindici anni dalla scomparsa, Don Cherry (1936-1995) continua a proiettare la sua ombra ispiratrice sul jazz più creativo: i suoi contributi ai più influenti gruppi di John Coltrane, Albert Ayler, George Russell e, soprattutto, Ornette Coleman, suonano ancora oggi sorprendenti e rimangono i punti di riferimento per lo stile trombettistico free. Ma il linguaggio musicale di Cherry sapeva conservare la sua spiritata brillantezza anche in situazioni assai più 'tra le righe', come dimostrano le collaborazioni e le grandi amicizie con artisti mainstream, a partire da Sonny Rollins.
"Desireless", concerto-tributo dedicato alle musiche di Don Cherry, è una produzione originale creata per la precedente edizione di Crossroads. Il successo riscosso in occasione della sua 'prima' emiliana nonché delle sue successive apparizioni europee è stato tale da suggerirne una ripresa. Nel frattempo, si è affinata l'intesa di gruppo tra i quattro musicisti coinvolti in questa all star italo-francese, che ruota attorno alla presenza carismatica di Aldo Romano, batterista che deve il primo passo fondamentale della sua brillante e lunga carriera proprio a Don Cherry, col quale iniziò a collaborare nel 1963. Al fianco di Romano, troviamo Henri Texier, anche lui sodale di Cherry negli anni Sessanta, e due solisti che rappresentano il meglio dell'odierno virtuosismo jazzistico italiano (Fabrizio Bosso) e francese (Géraldine Laurent).
Il concerto sarà registrato per essere poi pubblicato su un cd che uscirà prossimamente come allegato a Musica Jazz: nell'occasione lo storico mensile dedicherà il proprio inserto speciale a Don Cherry.

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Giovedì 6 maggio
RIMINI, TEATRO DEGLI ATTI, ORE 21:15
ROBERTO GATTO I-JAZZ ENSEMBLE 2010
Giovanni Falzone - tromba; Gaetano Partipilo - sax alto;
Max Ionata - sax tenore, sax soprano; Roberto Rossi - trombone;
Battista Lena - chitarra; Alessandro Lanzoni - pianoforte, Fender Rhodes;
Dario Deidda - contrabbasso, basso elettrico;
Roberto Gatto - batteria, direzione
produzione originale i-jazz

L'I-Jazz Ensemble 2010 diretto da Roberto Gatto è la prima grande produzione firmata dall'associazione nazionale i-jazz, che raggruppa quattordici tra le più importanti organizzazioni musicali italiane attive in campo jazzistico: un ottetto il cui organico ricorda quello di un recente e fortunato progetto di Gatto, la super band con la quale ha reso omaggio alle gesta del progressive rock. Nell'I-Jazz Ensemble 2010 confluiscono musicisti appartenenti a diverse generazioni, capaci di fornire uno spaccato del migliore jazz nostrano: alcuni sono da lungo tempo compagni di musica di Gatto, altri invece entrano per la prima volta nell'orbita del batterista, come il giovanissimo pianista Alessandro Lanzoni. L'ensemble vive dell'equilibrio tra l'anima più creativa e avanguardistica rappresentata da Lena, Partipilo, Falzone e il carattere più nel solco della tradizione di Ionata, Rossi e Lanzoni. La musica del gruppo, in ampia parte firmata dal leader e per il resto integrata da contributi di Lena, Falzone, Deidda e Partipilo, oltre a materiale di repertorio, si sposta dal funk al ripensamento di celebri temi cinematografici.
Roberto Gatto, ormai stabilmente collocato sul podio dei migliori batteristi italiani, è da decenni il motore ritmico delle più affermate formazioni del nostro jazz: dal Trio di Roma ai gruppi di Rava, D'Andrea, Pieranunzi. Le sue bacchette sono state anche al servizio di blasonati jazzisti statunitensi: Bob Berg, Johnny Griffin, George Coleman, Phil Woods, James Moody, Curtis Fuller, Cedar Walton, Joe Zawinul, Pat Metheny… Da qualche anno Gatto ha particolarmente intensificato la sua attività da leader, guidando un quartetto, un quintetto e ora anche formazioni di più grossa taglia.

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Sabato 8 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
"Correggio Jazz"
RENAUD GARCIA-FONS TRIO
feat. Kiko Ruiz & Rollando Pascal

Renaud Garcia-Fons - contrabbasso a 5 corde; Kiko Ruiz - chitarra flamenco;
Rollando Pascal - batteria, percussioni
L'ORCHESTRE DE CONTREBASSES
Xavier Lugué, Christian Gentet, Olivier Moret, Etienne Roumanet,
Yves Torchinsky, Leonardo Teruggi - contrabbassi

Una serata coi contrabbassi più originali della scena transalpina. L'Orchestre de Contrebasses è una delle formazioni più insolite che si possano ascoltare (e vedere, data l'importanza della componente teatrale nelle sue esibizioni): creata nel 1981 da Chritian Gentet, è formata da sei virtuosi del più ingombrante tra gli strumenti a corda. La musica del gruppo è stata assai prossima allo spirito del jazz, del quale oggi conserva l'aspetto improvvisativo, aprendosi però ad altre e ben diverse influenze, dalla musica contemporanea a quella latina, sino al blues. Come l'organico, anche il contenuto musicale è fuori dagli schemi: gli strumenti, esplorati ai limiti delle loro possibilità, diventano oggetti di una specie di rituale magico, forme in movimento di una coreografia per strumenti ad arco.
Renaud Garcia-Fons (1962, francese ma con origini catalane) suona uno speciale contrabbasso con aggiunta una quinta corda, che ne allarga la tessitura e ne rende più agevole l'impiego come strumento solista. Così Garcia-Fons riesce a far brillare il proprio virtuosismo, sorretto da un'originalità di tecnica e di pensiero musicale che gli sono valse la definizione di "Paganini del contrabbasso". Nel suo linguaggio la formazione classica e la passione per il jazz lasciano spazio anche ad altre suggestioni, dalla musica iberica alla musette francese, che spesso prendono l'aspetto di un folklore di pura fantasia. Oltre ad aver collaborato con i più noti esponenti della musica creativa francese (Nguyên Lê, Dhafer Youssef, Michel Godard), dal 1987 al '93 Garcia-Fons è stato membro proprio dell'Orchestre de Contrebasses.

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Domenica 9 maggio
SANTARCANGELO (RN), TEATRO SUPERCINEMA, ORE 21:15
"Santarcangelo in Jazz"
RICHARD GALLIANO "Love Day" DUO
with GONZALO RUBALCABA

Richard Galliano - fisarmonica; Gonzalo Rubalcaba - pianoforte

"Love Day" prende vita nel 2008, quando Richard Galliano e Gonzalo Rubalcaba entrano negli studi Capitol di Los Angeles assieme a un'inedita sezione ritmica (Charlie Haden e Mino Cinelu) per registrare uno dei dischi più significativi della carriera del fisarmonicista francese, interamente incentrato sulle sue composizioni. In quell'occasione l'intesa con Rubalcaba fu istantanea e di notevole intensità, come dimostra il duetto incluso nel disco, mentre l'insieme del progetto mette in mostra un Galliano in vena di confidenze sentimentali capaci di assumere innumerevoli sfumature.
La carriera e la musica di Richard Galliano (Cannes, 1950) sono state profondamente segnate dall'incontro con Astor Piazzolla, avvenuto nel 1983 e sfociato in una profonda amicizia tra i due. Da allora Galliano ha suonato assieme a celeberrimi artisti (Chet Baker, Ron Carter, Joe Zawinul, Toots Thielemans, Biréli Lagrène, Stefano Bollani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Bobby McFerrin, Jan Garbarek, Michel Petrucciani, Gilberto Gil…), rendendo sempre pienamente riconoscibile il proprio stile, spiccatamente cantabile, introspettivo e dal contagioso lirismo. Galliano è riuscito anche a uscire dal cono d'ombra proiettato dalla figura del grande Piazzolla, dimostrandosi musicista completo, autore di brani dal fascino irresistibile oltre che esecutore piazzolliano d'eccellenza.
Gonzalo Rubalcaba (L'Avana, 1963), dopo un lungo apprendistato nell'ambiente della musica cubana, nel 1986 viene scoperto da Charlie Haden, che lo introduce nel reame del jazz. Si impone immediatamente come pianista capace di coniugare l'universo latin e quello afro interpretandone al calor bianco sia gli aspetti più ritmici e viscerali che le atmosfere più liriche, con una tecnica il cui abbagliante virtuosismo non risulta mai invasivo e una raffinatezza di tocco e di sonorità da fare invidia ai più celebrati pianisti classici.

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Martedì 18 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
"Correggio Jazz - AterMundus"
JAVIER GIROTTO & GIANNI IORIO
Javier Girotto - sax baritono e soprano; Gianni Iorio - pianoforte
JAVIER GIROTTO SIX SAX
Javier Girotto - sax baritono e soprano; Paolo Recchia - sax alto; Daniele Tittarelli - sax alto;
Gianni Savelli - sax tenore; Marco Siniscalco - basso elettrico; Pietro Iodice - batteria

Tra i tanti melting pots che contribuiscono alle molteplici tendenze del jazz, quello italo-argentino ha sicuramente in Javier Girotto il suo miglior rappresentante. In questa serata a lui dedicata, il sassofonista presenta i due lati peculiari della sua personalità artistica: quello più tanguero e latino in duo con Gianni Iorio - straordinario pianista e bandoneonista con una spiccata sensibilità per l'emotività musicale sudamericana - e quello più 'black' con il gruppo Six Sax, riedizione di una storica formazione che, accanto alle influenze sudamericane, porta in primo piano le atmosfere e lo smalto decisamente jazz di Javier. In questo sax summit, le capacità improvvisative dei singoli si innestano su solide e articolate strutture compositive create da Girotto.
Del resto, in Girotto i caratteri musicali sudamericani e quelli più prossimi all'improvvisazione afro-americana sono sempre perfettamente compenetrati, come il sassofonista ha ampiamente dimostrato nelle sue numerose collaborazioni con artisti dell'una e dell'altra sponda stilistica: dai membri del suo celebre Aires Tango ad Enrico Rava, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Rita Marcotulli. Girotto è infatti l'anima 'esotica' di molte formazioni jazz italiane, ma non è meno attivo sulla scena internazionale: lo si è sentito infatti assieme a Bob Mintzer, Randy Brecker, Danilo Perez, Kenny Wheeler e innumerevoli altri.

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Domenica 23 maggio
RUSSI (RA), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
ROSSANA CASALE
&
LYDIAN SOUND ORCHESTRA
diretta da Riccardo Brazzale
plus Franco Costantini
in
Hardboiled Jazz: "Bay City Blues". Music for Raymond Chandler

Rossana Casale - voce, voce recitante;
Franco Costantini - voce recitante, ideazione progetto;
Riccardo Brazzale - conduzione, arrangiamenti;
Pietro Tonolo, Robert Bonisolo, Rossano Emili - sassofoni; J Kyle Gregory - tromba;
Roberto Rossi - trombone; Dario Duso - tuba; Paolo Birro - pianoforte;
Marc Abrams - contrabbasso; Alfred Kramer - batteria
produzione originale

'Round Chandler
contorno di iniziative
Ex Macello, Via Vecchia Godo 10, Russi (RA)
dal 13 al 23 maggio
"Il papà di Marlowe"
mostra su Raymond Chandler a cura di "GialloLuna NeroNotte"
Sabato 22 maggio, ore 21:00
"Music & Noir"
incontro pubblico sul tema, tra dialoghi, ascolti e proiezioni…
interverranno: Eraldo Baldini (scrittore), Carlo Lucarelli (scrittore),
Andrea Bruni (critico letterario e cinematografico), Luca Conti (traduttore di noir e critico jazz),
Paolo Pingani (giornalista, scrittore, condirettore del festival "GialloLuna NeroNotte");
ospiti: gli artisti protagonisti del concerto del 23

"Bay City Blues" è un omaggio a Raymond Chandler contemporaneamente in forma di concerto e reading. Da sempre autore di culto per gli amanti del giallo letterario, Chandler è stato infine rivalutato anche come stilista delle parole, tanto che oggi lo si può considerare un intellettuale prestato alla letteratura di genere. Suoi sono alcuni dei più celebri noir e polizieschi d'ogni tempo, spesso passati alla storia anche per le loro trasposizioni cinematografiche: Il grande sonno, Addio mia amata, La signora nel lago, Il lungo addio, Blues di Bay City. Da questi e altri testi chandleriani provengono i brani che saranno recitati da un insolito e prezioso duo di voci, formato dalla celebre cantante Rossana Casale e da Franco Costantini, poeta e fine dicitore, nonché ideatore del progetto.
Ma che ci fa Chandler col jazz? Innanzi tutto, nell'America degli anni Quaranta e Cinquanta jazz e letteratura sono stati campi di intensa sperimentazione, anche se naturalmente l'hard boiled non può essere semplicisticamente sovrapposto all'hard bop. Chandler, comunque, è stato campione di uno stile fatto di ardori sperimentali, ricco di metafore e similitudini i cui tratti iperbolici ricordano il salto di dimensione che la musica di quegli anni fece nei confronti del jazz tradizionale.
Ecco quindi che le letture si innesteranno in uno spettacolo essenzialmente musicale: un concerto della Lydian Sound Orchestra, diretta da Riccardo Brazzale. E Rossana Casale, ora nelle vesti a lei più abituali di cantante, sarà protagonista anche della parte musicale della serata.
Attorno al concerto si svilupperanno poi altre iniziative sempre dedicate a Chandler: la mostra "Il papà di Marlowe" a cura di "GialloLuna NeroNotte" e l'incontro pubblico "Music & Noir", al quale parteciperanno i famosi scrittori di noir Eraldo Baldini e Carlo Lucarelli, il critico letterario Andrea Bruni, il traduttore e critico Luca Conti, il giornalista Paolo Pingani, nonché gli artisti protagonisti del concerto.

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