Europe Jazz Network, Regione Emilia Romagna
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura, Comune di Rimini Assessorato alla Cultura
Comune di Imola Assessorato alla Cultura, Comune di Russi - Teatro Comunale, Fondazione Teatro Rossini di Lugo
Comune di Castel San Pietro Terme Assessorato alla Cultura, Comune di San Lazzaro Assessorato alla Cultura
Comune di Modena Assessorato alla Cultura, Provincia di Bologna Assessorato alla Cultura, Invito in Provincia, Terre di Pianura
Comune di Pieve di Cento Assessorato alla Cultura, Combo Jazz Club di Imola, TIR Danza di Modena, Naima Club di Forlì
Comune di Dozza Assessorato alla Cultura, Teatro ART, Compagnia Teatrale della Luna Crescente
Comune di Correggio, Ater, Comune di Longiano - Teatro Petrella, Piacenza Jazz Club
Il Gruppo Libero - Teatro San Martino Bologna, Associazione Sabotage e Belfiore Enoteca di Montefiore Conca
Museo Zauli di Faenza, La Galera Music Club di Correggio
Ministero per i Beni e le Attività Culturali

* * * SCHEDE ARTISTI * * *

Mercoledì 25 febbraio
RAVENNA, TEATRO ALIGHIERI, ORE 21:00
PAOLO FRESU - ANTONELLO SALIS & KOÇANI ORKESTAR
Paolo Fresu – tromba, flicorno, effetti; Antonello Salis – pianoforte, fisarmonica;
Durak Demirov – sassofono; Turan Gaberov – tromba; Sukri Kadriev – tromba;
Nijazi Alimov - tuba baritono; Saban Jasarov – tapan (percussione);
Suad Asanov – basso tuba; Redzai Durmisev – tuba baritono; Sukri Zejnelov – tuba baritono;
Dzeladin Demirov – clarinetto; Ajlur Azizov – voce

“La prima volta che li ho sentiti è stato un colpo di fulmine: un amore a prima vista! Perché li amo? Beh è facile rispondere: mi ricordano la banda in cui suonavo quando ero piccolo e mi danno un senso di gente che oggi è raro respirare. Quando la tradizione ha queste caratteristiche è difficile restare inerti. Quando si vede e si ascolta suonare questa gente, l’aggettivo che resta dentro non può che essere: indimenticabili!”. In queste parole di Paolo Fresu stanno tutte le ragioni dell’incontro fra lo stesso trombettista sardo, uno dei nostri migliori jazzisti da esportazione, la Koçani Orkestar, una delle più apprezzate e spettacolari formazioni balcaniche, e Antonello Salis, improvvisatore di rara fantasia. Un incontro fra ritmi irresistibili e inebrianti profumi jazzistici, fra tradizione e modernità. Un concerto che, aprendo la programmazione di Crossroads 2004, esprime come meglio non si potrebbe lo spirito del festival: favorire il dialogo fra culture diverse.

prevendita on-line

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Sabato 28 febbraio
BARICELLA (BO), TEATRO S. MARIA, ORE 21:15
“Donne in Jazz”
THE TIPTONS
all-women sax quartet and drums

Jessica Lurie – sax alto, sax tenore; Amy Denio – sax alto; Sue Orfield – sax tenore;
Tobi Stone – sax baritono; Elisabeth Pupo-Walker – percussioni

Quintetto, quattro sax più percussioni, tutto al femminile, proveniente da Seattle. In origine si chiamava Billy Tipton Memorial Saxophone Quartet, in omaggio alla sassofonista e pianista Dorothy Lucile Tipton, alias Billy Tipton, che per farsi largo nel mondo maschile del jazz fu costretta a mutare il proprio nome e a travestirsi da uomo. La sua vera identità fu rivelata solo dopo la morte, avvenuta quando Billy Tipton aveva 74 anni, oltre 50 dei quali passati a suonare soprattutto in big band. Le Tiptons agiscono invece allo scoperto e, sotto la guida di Jessica Lurie, sono autrici di un mix sonoro che attinge al jazz di New Orleans come alla musica klezmer e persino all’hip hop. Lo si potrebbe definire un gruppo post-jazz, ma le etichette lasciano il tempo che trovano. Ciò che più importa è che le Tiptons propongono una musica effervescente come poche altre.

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Martedì 2 marzo
MALALBERGO (BO), AUDITORIUM SCUOLE DI ALTEDO, ORE 21:15
“Donne in Jazz”
ADA MONTELLANICO QUARTETTO + special guest MAX IONATA
Ada Montellanico – voce; Max Ionata – sassofoni; Giovanni Ceccarelli – pianoforte;
Pietro Ciancaglini – contrabbasso; Lorenzo Tucci – batteria

Si autodefinisce una “cantante mediterranea”, a sottolineare non tanto la propria provenienza geografica quanto un forte temperamento espressivo che si sposa con una perfetta conoscenza del canto jazz. La romana Ada Montellanico si è dapprima distinta come raffinata interprete di celebri standard americani, avvicinandosi poi in modo personalissimo al mondo della canzone italiana, soprattutto al repertorio di Luigi Tenco. Con alle spalle un importante sodalizio artistico con il pianista Enrico Pieranunzi, Ada Montellanico ha pubblicato nel 2002 il suo quinto album, Suoni modulanti, nel quale l’integrazione fra musica e testi ha raggiunto piena maturazione. Nell’album figura tra l’altro una composizione del comico Daniele Luttazzi, nell’occasione autore di una tenerissima ballad.

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Giovedì 4 marzo
MODENA, TEATRO STORCHI, ORE 21:00
TERI J. WEIKEL / RICHARD GALLIANO PROJECT
coreografie di Teri J. Weikel
Richard Galliano – fisarmonica; Alexis Cardenas – violino; Dimitri Naiditch – pianoforte;
Teri J. Weikel, Monica Marcucci, Martina La Ragione – danza
produzione originale EJN – TIR Danza

Non c’è edizione di Crossroads che non preveda un momento di incontro fra musica e danza, nel segno di una vera ricerca di contatto fra le due espressioni artistiche. Anche l’edizione 2004 non viene dunque meno a questa significativa consuetudine, affidando ancora alla statunitense Teri J. Weikel (già prodottasi negli anni al fianco di jazzisti quali John Surman, John Taylor, l’Art Ensemble Of Chicago, Rita Marcotulli, Antonello Salis e Michele Rabbia) il compito di farsi co-autrice di questa nuova stimolante esperienza. In palcoscenico, assieme alla stessa Weikel, ad altre due danzatrici, al violinista venezuelano Alexis Cardenas e al pianista ucraino Dimitri Naiditch, ci sarà questa volta il francese Richard Galliano, colui che più di ogni altro negli ultimi decenni ha rilanciato nel mondo la fisarmonica, strumento di cui è straordinario virtuoso, esaltandone ogni sfumatura espressiva.

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Venerdì 5 marzo
BUDRIO (BO), TEATRO CONSORZIALE, ORE 21:15
“Donne in Jazz”
RITA MARCOTULLI “KOINÈ”
Rita Marcotulli – pianoforte; Andy Sheppard – sax;
Anders Jormin – contrabbasso; Phillippe Garcia – batteria, electronics; Carlo Rizzo – tamburelli

“Koinè” è una favola in musica. È la rappresentazione di un’idea forte. Incarna la voglia di dialogo fra musicisti culturalmente diversi tra loro ma accomunati dal medesimo modo di sentire la musica. Di tutto ciò è artefice Rita Marcotulli, pianista e compositrice dalle molteplici esperienze e nell’occasione anche abile regista di un film immaginario dai mille colori e dalle mille emozioni. Gli “attori” nella circostanza sono l’inglese Andy Sheppard, sassofonista noto anche per prestigiose collaborazioni con le orchestre di George Russell e Carla Bley, lo scandinavo Anders Jormin, tra i migliori contrabbassisti europei oggi in circolazione, il francese Phillippe Garcia, batterista di grande talento, l’italiano ma naturalizzato francese Carlo Rizzo, uno che i tamburelli li sa far letteralmente cantare.

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Domenica 7 marzo
IMOLA (BO), TEATRO DELL’OSSERVANZA, ORE 21:15
SUN RA ARKESTRA directed by Marshall Allen
Marshall Allen – sax alto, flauto, direzione; Art Jenkins – voce; Charles Davis – sax baritono;
Yahya Abdul Majid – sax tenore; Noel Scott – sax alto;Michael Ray – tromba; Fred Adams – tromba;
Dave Davis – trombone; Tyrone Hill – trombone; Dave Hotep – chitarra; Bill Davis – contrabbasso;
Luqman Ali – batteria; Elson Nascimento – percussioni
prima italiana

A dieci anni e poco più di distanza dalla sua scomparsa, Sun Ra rimane una delle personalità più immaginifiche che il jazz abbia generato nell’arco della sua ormai lunga storia. Sun Ra è stato uno sperimentatore, un poeta visionario, un grande architetto sonoro, un formidabile innovatore. Da seguace delle concezioni orchestrali di Fletcher Henderson, con il quale collaborò occasionalmente, ad adepto del più forsennato free jazz, di cui fu peraltro uno dei precursori, da esploratore di avventurosi paesaggi elettronici a riscopritore di una certa tradizione classica del jazz, egli è stato protagonista di un percorso artistico unico nel suo genere, dallo sviluppo sempre sorprendente e imprevedibile. In questo appassionante viaggio musicale, accompagnato da una personale visione della vita, Sun Ra ha avuto al suo fianco solisti di indiscutibile valore, riuniti in una sorta di comunità chiamata Arkestra. Fra questi, l’eccellente sassofonista Marshall Allen, nelle cui mani sicure è oggi la stessa Arkestra, una macchina musicale sempre efficace, scoppiettante, travolgente. Una vera swing band.

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Mercoledì 10 marzo
RUSSI (RA), TEATRO COMUNALE, ORE 21:00
ENRICO RAVA QUINTETTO
Enrico Rava – tromba; Gianluca Petrella – trombone; Andrea Pozza – pianoforte;
Rosario Bonaccorso – contrabbasso; Roberto Gatto – batteria

Il più internazionale dei jazzisti di casa nostra e il suo rodato quintetto garantiscono sempre un jazz effervescente, elegante, tutt’altro che di maniera. D’altro canto, Enrico Rava non è uno che ama ripetersi e ogni volta che suona in studio o in pubblico rinnova la sua sfida contro la routine. È un jazzista tutto d'un pezzo, ma è anche un jazzista europeo, mediterraneo e ciò lo si rintraccia in quel fortissimo senso di cantabilità che sgorga generoso dal suo strumento. Qualità che hanno convinto anche un tipo considerato difficile come Manfred Eicher a richiamarlo nella scuderia della sua prestigiosa ECM, dopo tanti anni trascorsi dai dischi incisi dal trombettista italiano per la stessa etichetta tedesca. Il nuovo album si intitola Easy Living ed è sicuramente uno dei più importanti capitoli nella carriera di un musicista mai pago dei propri traguardi.

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Domenica 14 marzo
IMOLA (BO), TEATRO COMUNALE EBE STIGNANI, ORE 21:15
MINGUS BIG BAND
Craig Handy – sax alto, sax soprano, flauto, direzione; John Stubblefield – sax tenore;
Wayne Escoffery – sax tenore; Jaleel Shaw – sax alto; Mike Sim – sax baritono;
Kenny Rampton – tromba; Eddie ‘Doc’ Henderson – tromba; Alex Sipiagin – tromba;
Ku-umba Frank Lacy – trombone, voce; Clark Gayton – trombone;
Earl McIntyre – trombone, tuba; Kenny Drew Jr. – pianoforte;
Boris Kozlov – contrabbasso; Donald Edwards – batteria
Per amore di Mingus
Sue Mingus introdurrà il concerto con un reading di brani tratti dal suo libro “Tonight at Noon”
prima italiana

Fuoriclasse del contrabbasso e compositore tra i più ingegnosi in assoluto, Charles Mingus è stato per decenni una delle figure centrali del jazz, dagli anni Cinquanta fino all’ultimo dei suoi giorni. Scomparso nel 1979 all’età di 56 anni, Mingus ha lasciato un’eredità artistica di proporzioni davvero considerevoli ma nello stesso tempo difficile da assimilare, tale è stata la portata innovativa delle sue intuizioni musicali. Ma a tenerla viva ci ha pensato Susan Graham Mingus, vedova del grande musicista americano, che sin dallo stesso 1979 ha riunito formazioni dedite esclusivamente all’esecuzione della musica dell’illustre marito. Grazie all’instancabile attività di Susan Mingus, “Sue” per gli amici, hanno quindi preso vita varie formazioni, fra cui la Mingus Big Band. Costituita nel 1991, la Mingus Big Band annovera 14 selezionatissimi solisti, tra i più profondi conoscitori della musica e della poetica di un artista geniale che ha saputo fondere il più autentico humus culturale afro-americano con soluzioni espressive sempre all’avanguardia.
Sue Mingus introdurrà significativamente il concerto con brani tratti dal suo libro Tonight at Noon, edito in Italia da Baldini Castoldi Dalai.

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Mercoledì 17 marzo
PIACENZA, TEATRO PRESIDENT, ORE 21:15
ROBERTO GATTO QUINTETTO
Dado Moroni – pianoforte; Javier Girotto – sax; Gianluca Petrella – trombone;
Luca Bulgarelli – contrabbasso; Roberto Gatto – batteria

Uno dei batteristi più versatili e di maggiore esperienza del jazz non solo italiano guida una formazione che quanto a compattezza e jazz feeling teme ben pochi concorrenti. Costituito in occasione dell’incisione dell’album Sing Sing Sing (1998), il quintetto di Roberto Gatto ha dunque radici ben salde nella coesione del proprio collettivo, formato da spiccate individualità che sanno bene come interagire con le indicazioni del leader. Da parte sua, Gatto costruisce con mano leggera e mai prevaricante un percorso sonoro variegato e sempre piacevole, reso ancor più gustoso da influenze di varie culture assimilate con personalità e senza mai perdere di vista la grande tradizione del jazz. Tutto ciò è rinvenibile anche nel recente Deep, album costruito attorno a nove belle composizioni dello stesso batterista romano, autore sensibile, quindi, oltre che strumentista eccelso.

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Venerdì 19 marzo
LONGIANO (FC), TEATRO PETRELLA, ORE 21:15
SCOTT COLLEY GROUP
Scott Colley – contrabbasso; Ralph Alessi – tromba;
Jason Moran – pianoforte; Bill Stewart – batteria

Ecco un quartetto che non è azzardato definire una vera e propria all stars delle ultime generazioni di jazzisti d’Oltreoceano. A guidarlo autorevolmente è il contrabbassista Scott Colley, sideman richiestissimo che ha prestato la propria opera al fianco di una delle più celebri jazz singer, Carmen McRae, di un raffinatissimo gentleman della chitarra quale Jim Hall e poi di Roy Hargrove, John Scofield, Joe Henderson, Herbie Hancock e numerosi altri. Accanto a Colley sono schierati il trombettista Ralph Alessi, esponente di spicco della più innovativa scena newyorkese e assiduo partner, fra gli altri, di Don Byron, e il pianista Jason Moran, senza dubbio tra i più interessanti pianisti oggi sulle scene, nonché fresco vincitore del “Top Jazz 2003” del mensile Musica Jazz, quale “miglior nuovo talento internazionale”. A completare il quadro c’è Bill Stewart, batterista amato da grandi firme della chitarra come John Scofield e Pat Metheny.

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Domenica 21 marzo
RIMINI, TEATRO NOVELLI, ORE 21:00
ROMANO / SCLAVIS / TEXIER “SUITE AFRICAINE”
Aldo Romano – batteria; Louis Sclavis – sax, clarinetto; Henri Texier – contrabbasso
ALDO ROMANO “BECAUSE OF BECHET”
Emmanuel Bex – organo, pianoforte; Emanuele Cisi, Francesco Bearzatti – sassofoni;
Remi Vignolo – contrabbasso; Aldo Romano – batteria
prima italiana

Sangue italiano ma anima da giramondo e mente artistica caleidoscopica, Aldo Romano è uno dei più rappresentativi batteristi del Vecchio Continente. Nato a Belluno, il 16 gennaio 1941, si è trasferito in Francia insieme alla famiglia quando aveva sei anni: oltralpe non ha trovato solo una patria adottiva, ma tutti quegli stimoli che lo hanno portato a intraprendere la carriera di musicista. Una carriera davvero brillante che negli anni lo ha visto accanto, oltre che ai migliori jazzisti francesi, a illustri jazzmen statunitensi (da Bud Powell a Jackie McLean, da Stan Getz a J.J. Johnson, da Don Cherry e Gato Barbieri a Keith Jarrett). Nella serata che Crossroads 2004 dedica interamente a lui, Aldo Romano si fa ascoltare prima in un trio paritario formato assieme ad altri due fuoriclasse come Louis Sclavis e Henri Texier, e poi in qualità di leader di “Because of Bechet”, quintetto che rende omaggio in maniera originale ad una delle leggende del jazz, Sidney Bechet.

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Martedì 23 marzo
MOLINELLA (BO), AUDITORIUM BIBLIOTECA, ORE 21:15
“Donne in Jazz”
ROSSANA CASALE TRIO
“Billie Holiday in Me”

Rossana Casale – voce; Luigi Bonafede – pianoforte; Aldo Mella – contrabbasso

La figura di Billie Holiday si staglia nel mondo del jazz, ma non solo, come una delle più emotivamente coinvolgenti, sia sotto il profilo artistico che umano. Billie Holiday rimane un’icona della cultura afro-americana, una dea del canto jazz. Inammissibile è dunque mancarle di rispetto e intollerabile profanarne il ricordo. Rossana Casale sa bene tutto ciò: il suo omaggio alla indimenticata e indimenticabile “Lady Day” è dunque rispettoso, condotto con quell’onestà che contraddistingue da sempre una delle più belle voci della nostra musica leggera. A coadiuvare la cantante, che ha ormai abituato il suo pubblico a frequenti incursioni nel jazz, ci sono un contrabbassista esperto come Aldo Mella e un pianista di grande sensibilità come Luigi Bonafede. I compagni di viaggio ideali per affrontare un’avventura così impegnativa.

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Giovedì 25 marzo
CORREGGIO (RE), LA GALERA MUSIC CLUB, ore 22:00
MARCO TAMBURINI QUARTET
Marco Tamburini – tromba, flicorno; Giancarlo Bianchetti – chitarra;
Stefano Belluzzi – contrabbasso; Paolo Mozzoni – batteria

Nel ricco panorama trombettistico italiano, Marco Tamburini rappresenta sicuramente una delle punte di diamante. Nato a Cesena nel 1959, si è diplomato nel 1979 al Conservatorio di Bologna e dal 1984 ha avviato la propria attività professionale. Attività costellata da importanti collaborazioni, non solo in ambito strettamente jazzistico (dal 1995 suona nella band di Jovanotti), e da significative incisioni, l’ultima delle quali, Two Days in New York, lo vede in prestigiosissima compagnia: al suo fianco ci sono infatti i sassofonisti Gary Bartz e Paul Jeffrey, il pianista George Cables, il contrabbassista Ray Drummond e il batterista Billy Hart. Scrive Paolo Fresu nelle note di copertina: “Se è vero che Marco non è nuovo ad esperienze discografiche di respiro internazionale, questo CD è di certo quello in cui, più che in ogni altro, si carica di grandi responsabilità come leader. È un progetto riccamente arrangiato, dove la sua raffinata cantabilità trova piena realizzazione in composizioni fresche e ben costruite”.

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Giovedì 25 marzo
FAENZA (RA), MUSEO CARLO ZAULI, ore 21:00
MAURO PATRICELLI SOLO
Mauro Patricelli – pianoforte
MAURO NEGRI SOLO
Mauro Negri – sassofoni, clarinetti

La solo performance è uno degli ambiti espressivi più insidiosi, ma anche affascinanti, che ci possano essere. Eppure tutti, o quasi, prima o poi vi approdano, per una sorta di sfida con sé stessi e con le proprie conoscenze tecniche, o come momento intimo di riflessione personale e creativa. Partendo da angolazioni differenti, Mauro Patricelli e Mauro Negri la affrontano consapevoli dei rischi in cui possono incorrere, ma determinati nel loro intento. Il pianista fonda il proprio lavoro sull’elaborazione di documenti sonori della tradizione orale abruzzese: nella dimensione solitaria, il materiale di partenza diventa più rarefatto e cede ad un approfondimento dei meccanismi iterativi. Mauro Negri dialoga invece con sé stesso, alternando il clarinetto ai sassofoni e scavando nel proprio vasto bagaglio di esperienze in cui il linguaggio del jazz si (con)fonde con quello “colto” contemporaneo. Il suo recente album Respiro è uno dei più bei dischi in solo realizzati da molto tempo a questa parte.

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Venerdì 26 marzo
IMOLA (BO), TEATRO COMUNALE EBE STIGNANI, ORE 21:15
PAOLO FRESU & URI CAINE
Paolo Fresu – tromba, flicorno, effetti; Uri Caine – pianoforte
prima europea

Uri Caine è noto per le sue visionarie rivisitazioni di compositori classici, da Mahler a Schumann, da Bach a Beethoven, a Wagner. Il suo approccio ad apparentemente intoccabili monumenti della musica classica è coraggioso, sicuramente fuori dalle convenzioni, così come lo è quello alla tradizione del jazz, di cui è peraltro profondo conoscitore. Cosa che lo accomuna a Paolo Fresu, musicista anch’egli animato da uno spiccato senso dell’avventura. Insieme, il pianista americano, che è stato direttore artistico della scorsa edizione del festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia, e il trombettista italiano costituiscono una coppia artistica già felicemente collaudata, che rinnova ogni volta il proprio sodalizio nel segno di quegli standard che offrono sempre spunti preziosi per ogni jazzista che si rispetti. E da due musicisti immaginifici come loro c’è da essere certi che anche lo standard più consumato sarà innervato di nuova linfa vitale.

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Domenica 28 marzo
LONGIANO (FC), TEATRO PETRELLA, ORE 21:15
HIGH FIVE QUINTET
Fabrizio Bosso – tromba; Daniele Scannapieco – sax tenore; Luca Mannutza – pianoforte;
Pietro Ciancaglini – contrabbasso; Lorenzo Tucci – batteria

Seppure di costituzione abbastanza recente, gli High Five rappresentano una delle realtà più solide dell’attuale felice stagione del jazz italiano. Il segreto del loro successo sta in una musica che affonda le proprie radici nella più sanguigna scuola hard bop, quella di indimenticati maestri come Art Blakey e Horace Silver. Sotto la guida di due giovani ma ormai più che esperti musicisti quali sono il trombettista Fabrizio Bosso e il sassofonista Daniele Scannapieco, gli High Five percorrono la strada maestra del jazz con tale convinzione e determinazione da evitare la mera operazione di ricalco storico e stilistico. Merito anche di una sezione ritmica scalpitante, che fornisce ai due fiati un supporto impeccabile e nel contempo dinamico. Gli High Five sono anche una macchina spettacolare efficacissima: ogni loro concerto dimostra come il jazz possa essere anche una intelligente forma di intrattenimento.

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Lunedì 29 marzo
SAN LAZZARO DI SAVENA (BO), ITC TEATRO, ORE 21:00
GUINGA / GABRIELE MIRABASSI
Guinga – chitarra, voce; Gabriele Mirabassi – clarinetto

Che Gabriele Mirabassi sia un musicista assetato di nuove esperienze musicali, non è una novità. Il pregevole clarinettista umbro ha infatti dimostrato nel corso degli anni di possedere una padronanza tecnica e una versatilità espressiva tali da metterlo in condizione di potersi confrontare ad armi pari con personalità del calibro del fisarmonicista francese Richard Galliano, del chitarrista brasiliano Sergio Assad e del suonatore di oud Rabih Abou-Khalil, solo per menzionare alcune delle collaborazioni più rilevanti. Ora lo troviamo in compagnia di un altro esponente di spicco della sempre fiorente scena musicale brasiliana, il chitarrista Guinga, apprezzatissimo nel suo Paese anche come autore, al punto che sue composizioni sono state registrate da grossi calibri come Elis Regina, Chico Buarque, Sergio Mendes, Clara Nunes, Ivan Lins e Leila Pinheiro. Il duo Guinga - Mirabassi ha registrato un disco di prossima pubblicazione.

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Martedì 30 marzo
MONTEFIORE CONCA (RN), TEATRO MALATESTA, ORE 21:15
concerto con calice - “Acini”
HENRY GRIMES TRIO feat. DAVID MURRAY & HAMID DRAKE
David Murray – sax tenore, clarinetto basso; Henry Grimes – contrabbasso; Hamid Drake – batteria

Il jazz non è fatto solo di grande musica ma anche di storie, a volte davvero curiose, che si intrecciano con il suo sviluppo artistico. Una delle più incredibili riguarda Henry Grimes: per dieci anni, fra il 1957 e il 1966, è uno dei contrabbassisti più richiesti in assoluto, collaborando fattivamente con Gerry Mulligan, Sonny Rollins e santoni del free jazz quali Cecil Taylor, Albert Ayler e Don Cherry. Ha modo anche di incidere un disco come leader, The Call, pubblicato dalla storica ESP. Poi, all’improvviso, il suo nome sparisce dalle scene e di lui non si saprà più nulla per decenni, tanto che qualcuno gli dedicherà persino un prematuro necrologio. Quando nel 2002 un suo fan riesce finalmente a rintracciarlo, Grimes non nasconde la propria sorpresa ma ritrova anche la voglia di riprendere il discorso musicale bruscamente interrotto. E così torna a suonare, prima in trio con Perry Robinson e Andrew Cyrille, e ora con David Murray e Hamid Drake, due solisti il cui valore non ha certo bisogno di ulteriori sottolineature.

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Mercoledì 31 marzo
RIMINI, TEATRO DEGLI ATTI, ORE 21:00
RITA MARCOTULLI / ROBERTO GATTO DUO
Rita Marcotulli – pianoforte; Roberto Gatto – batteria
DEWEY REDMAN QUARTET
Dewey Redman – sax tenore; Rita Marcotulli – pianoforte;
John Menegon – contrabbasso; Matt Wilson – batteria

Da Ornette Coleman a Keith Jarrett, da Charlie Haden a Pat Metheny: l’elenco degli estimatori di Dewey Redman è lungo e fitto di nomi altisonanti. Con questi musicisti, ma anche con molti altri ancora, il sassofonista texano ha proficuamente collaborato in periodi diversi della sua luminosa carriera. E se con Coleman ha praticato l’audace terreno del free jazz, con Jarrett e il quartetto americano di quest’ultimo Redman ha esplorato aree sonore dagli orizzonti ancora più ampi e insaporiti da influssi folklorici. Con Haden ha poi lavorato lungamente e in vari contesti, fra cui la Liberation Music Orchestra dello stesso contrabbassista e il gruppo Old & New Dreams, completato da altri due ex colemaniani DOC quali il trombettista Don Cherry e il batterista Ed Blackwell. Da tempo Dewey Redman guida un proprio quartetto nel quale si distingue Rita Marcotulli: la pianista romana, solista di caratura internazionale nel cui curriculum si incontrano molte altre personalità di rilievo, apre la serata in coppia con Roberto Gatto, uno dei batteristi italiani più versatili e anch’egli musicista dal vasto bagaglio di esperienze.

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Giovedì 1 aprile
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), SALA CASSERO, ORE 21:15
“Cassero Jazz”
Presentazione del libro
“A Duke Ellington non piaceva Hitchcock” di Aldo Gianolio (Ed. Mobydick)
interverranno l’autore e Franco Minganti
JAZZ CLUB TRIO
“Omaggio a Duke Ellington”

Mauro Negri – sassofono; Bebo Ferra – chitarra; Marco Micheli – contrabbasso

Una serata in ricordo di Duke Ellington, in coincidenza con il trentesimo anniversario della scomparsa dell’illustre compositore e band leader, una delle figure centrali delle vicende musicali del Novecento. In apertura, il critico Aldo Gianolio, insieme a Franco Minganti, profondo conoscitore della letteratura e della cultura afro-americana tutta, presenta il suo fortunato “A Duke Ellington non piaceva Hitchcock”, uno dei più bei libri pubblicati in Italia sul mondo del jazz, una raccolta umoristica, ma al tempo stesso affettuosa e fantasiosa, di ritratti di alcuni storici jazzmen. L’omaggio musicale è invece affidato a un trio di valorosi jazzisti di casa nostra che attingeranno all’immenso patrimonio compositivo ellingtoniano, un tesoro di valore inestimabile straordinariamente ricco di piccoli e grandi capolavori.

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Venerdì 2 aprile
RIMINI, TEATRO NOVELLI, ORE 21:00
GATO BARBIERI QUINTET
Gato Barbieri – sax; Enrico Rava – tromba;
Danilo Rea – pianoforte; Ben Street – contrabbasso; Clarence Penn – batteria

In molti lo ricordano tuttora come l’autore delle musiche di Ultimo tango a Parigi, il film-scandalo di Bernardo Bertolucci, ma Gato Barbieri è stato in primo luogo, per tutto l’arco degli anni Settanta, il simbolo della fusione tra lo spirito più innovativo del jazz e i più travolgenti ritmi latini, dello stimolante incontro tra furiose cavalcate improvvisative e i profumi del tango. Sono gli anni di dischi culto come The Third World, El Pampero, Bolivia, Latin America, Hasta Siempre, Viva Emiliano Zapata, pregnante album orchestrale. Successivamente la stella del sassofonista argentino si sarebbe un po’ offuscata, per ritrovare l’antica luminosità dopo un periodo di alterne vicende che hanno investito la sua sfera umana. E così il suo sax tenore è tornato a ruggire e a graffiare proprio come ai vecchi tempi, come se gli anni non fossero passati. E sul suo cammino Barbieri incontra di nuovo la tromba di Enrico Rava, uno dei musicisti italiani con i quali egli ha condiviso, durante il suo soggiorno romano dei primi anni Sessanta, importanti esperienze formative.

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Sabato 3 aprile
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), SALA CASSERO, ORE 21:15
“Cassero Jazz”
HENRY GRIMES TRIO feat. DAVID MURRAY & HAMID DRAKE
David Murray – sax tenore, clarinetto basso; Henry Grimes – contrabbasso; Hamid Drake – batteria

Il jazz non è fatto solo di grande musica ma anche di storie, a volte davvero curiose, che si intrecciano con il suo sviluppo artistico. Una delle più incredibili riguarda Henry Grimes: per dieci anni, fra il 1957 e il 1966, è uno dei contrabbassisti più richiesti in assoluto, collaborando fattivamente con Gerry Mulligan, Sonny Rollins e santoni del free jazz quali Cecil Taylor, Albert Ayler e Don Cherry. Ha modo anche di incidere un disco come leader, The Call, pubblicato dalla storica ESP. Poi, all’improvviso, il suo nome sparisce dalle scene e di lui non si saprà più nulla per decenni, tanto che qualcuno gli dedicherà persino un prematuro necrologio. Quando nel 2002 un suo fan riesce finalmente a rintracciarlo, Grimes non nasconde la propria sorpresa ma ritrova anche la voglia di riprendere il discorso artistico bruscamente interrotto. E così torna a suonare, prima in trio con Perry Robinson e Andrew Cyrille, e ora con David Murray e Hamid Drake, due solisti il cui valore non ha certo bisogno di ulteriori sottolineature.

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Domenica 4 aprile
CASTEL SAN PIETRO TERME (BO), SALA CASSERO, ORE 21:15
“Cassero Jazz”
ANTHONY COLEMAN PIANO SOLO
Anthony Coleman – pianoforte
SIMONE ZANCHINI / MICHELE RABBIA DUO
Simone Zanchini – fisarmonica; Michele Rabbia – percussioni

L’ultimo appuntamento di “Cassero Jazz”, iniziativa da tempo inserita nell’ampio cartellone di Crossroads, vede per primo in azione il notevole pianista americano Anthony Coleman, assiduo collaboratore di John Zorn e di altre personalità di spicco della più avanzata scena newyorkese (Roy Nathanson, David Krakauer, Marc Ribot, Dave Douglas, ecc.). Coleman è uno dei musicisti statunitensi che maggiormente hanno attinto al patrimonio musicale e culturale ebraico, come attestano i suoi CD incisi per la giapponese Tzadik, etichetta di cui è direttore artistico lo stesso Zorn. Vecchie conoscenze del pubblico di Crossroads, ma sempre graditi ospiti, sono invece Simone Zanchini e Michele Rabbia: il fisarmonicista e il percussionista si producono in un duo che si preannuncia particolarmente intrigante. Due strumentisti dotati di non comune estro e fantasia come loro sono infatti garanzia di una musica aperta all’invenzione del momento, in virtù di uno scambio paritario di stimoli e intuizioni creative.

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Lunedì 5 aprile
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
PAOLO FRESU & URI CAINE
Paolo Fresu – tromba, flicorno, effetti; Uri Caine – pianoforte

Uri Caine è noto per le sue visionarie rivisitazioni di compositori classici, da Mahler a Schumann, da Bach a Beethoven, a Wagner. Il suo approccio ad apparentemente intoccabili monumenti della musica classica è coraggioso, sicuramente fuori dalle convenzioni, così come lo è quello alla tradizione del jazz, di cui è peraltro profondo conoscitore. Cosa che lo accomuna a Paolo Fresu, musicista anch’egli animato da uno spiccato senso dell’avventura. Insieme, il pianista americano, che è stato direttore artistico della scorsa edizione del festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia, e il trombettista italiano costituiscono una coppia artistica già felicemente collaudata, che rinnova ogni volta il proprio sodalizio nel segno di quegli standard che offrono sempre spunti preziosi per ogni jazzista che si rispetti. E da due musicisti immaginifici come loro c’è da essere certi che anche lo standard più consumato sarà innervato di nuova linfa vitale.

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Martedì 6 aprile
FAENZA (RA), MUSEO CARLO ZAULI, ore 21:00
IVAN VALENTINI SOLO
Ivan Valentini – sassofoni
TRISTAN HONSINGER / FABRIZIO PUGLISI DUO
Tristan Honsinger – violoncello; Fabrizio Puglisi – pianoforte, giocattoli, oggetti

La si potrebbe definire una serata cameristica, anche se l’accezione del termine assume contorni molto particolari se applicata alla musica improvvisata. Nella prima parte il sassofonista Ivan Valentini presenta una solo performance dal titolo “Soliloqui”: un’indagine attorno alle possibilità espressive del sax soprano, facendo anche ricorso a basi preregistrate con le quali il musicista interagisce in tempo reale, intavolando quindi una sorta di dialogo con sé stesso. Il dialogo fra violoncello e pianoforte è invece al centro dell’incontro fra l’americano, ma olandese di adozione, Tristan Honsinger e il siciliano, ma bolognese di adozione, Fabrizio Puglisi. Improvvisatore di rara immaginazione, Honsinger vanta innumerevoli sodalizi con gente come Cecil Taylor, Steve Lacy, Misha Mengelberg e Han Bennink, mentre il pianista italiano si è messo in luce anni fa nell’orchestra-laboratorio de Il Paese degli Specchi, avendo modo di collaborare, in questo ma anche in altri contesti, con George Russell, Mike Gibbs, Dave Liebman, Lester Bowie, Butch Morris e tanti altri.

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Giovedì 8 aprile
GRANAROLO (BO), SALA ARCI, ORE 21:15
“Donne in Jazz”
SUSANNA STIVALI QUARTETTO
“A Secret Place”

Susanna Stivali – voce; Luca Mannutza – pianoforte;
Marco Loddo – contrabbasso; Nicola Angelucci – batteria

“La voce è racconto di una melodia, come nella migliore tradizione del jazz vocale, ma anche strumento solista alla ricerca di nuove strade sonore e di incontro con gli altri strumenti”: a questo assunto programmatico si rifà Susanna Stivali, nuova, interessante voce del jazz italiano. Con alle spalle studi di canto classico e, successivamente, al celebre Berklee College of Music di Boston, Susanna Stivali ha pubblicato nei mesi scorsi l’album di debutto, registrato insieme agli stessi musicisti che l’accompagnano regolarmente dal vivo. La cantante, che ha all’attivo numerosi inviti a festival e a trasmissioni televisive, fa attualmente parte del laboratorio-orchestra di improvvisazione Alea Ensemble, diretto da Paolo Damiani e di cui è in uscita un CD, a testimonianza del lavoro svolto fino ad oggi.

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Venerdì 9 aprile
DOZZA (BO), TEATRO ART, ore 21:30
“DozzaJ”
TIRODARCO STRING TRIO
Dimitri Sillato – violino; Salvatore Maiore – violoncello; Roberto Bartoli – contrabbasso

Tirodarco nasce nel 2003 dall’unione di tre musicisti di estrazione jazzistica che hanno sempre frequentato musiche diverse, spaziando da territori in cui sono presenti profumi etnici ad altri più prossimi alla musica classico-contemporanea. La caratteristica principale del gruppo sta proprio nella combinazione di strumenti che hanno maggiore familiarità con la musica classica, piuttosto che con il jazz. Ma qui sta la sfida di Tirodarco: suonare una musica fuori dagli schemi, spesso reinventando il ruolo degli stessi singoli strumenti, ricercando così impasti sonori differenti da quelli tipici di una formazione di archi. Il repertorio del trio include soprattutto brani originali, con riferimenti anche alle musiche balcaniche e sudamericane, oltre ad arrangiamenti di composizioni di autori classici, da Bartok a Shostakovic.

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Venerdì 9 e Sabato 10 aprile
RAVENNA, RIDOTTO TEATRO ALIGHIERI - TEATRO RASI
“Mister Jazz”
“Vocalità, improvvisazione e nuovi linguaggi”
ore 10-13, 15-18: WORKSHOP di CANTO con MARIA PIA DE VITO
“Sing me the drum”
ore 10-13, 15-18: WORKSHOP di PERCUSSIONI con PATRICE HERAL

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Sabato 10 aprile
RAVENNA, RIDOTTO DEL TEATRO ALIGHIERI, ORE 21:00
“Tumulti +”
MARIA PIA DE VITO / PATRICE HERAL & GIANLUCA PETRELLA

Maria Pia De Vito – voce; Patrice Heral – percussioni; Gianluca Petrella – trombone
produzione originale

Protagonisti dei tradizionali seminari didattici di “Mister Jazz” sono quest’anno due esponenti della più originale scena musicale europea: la cantante Maria Pia De Vito, straordinaria esploratrice del pianeta voce nelle sue molteplici sfumature, e il francese Patrice Heral, batterista/percussionista fra i più interessanti attualmente in circolazione. I due artisti sono legati fra loro da consolidata e proficua frequentazione che ha avuto origine da alcuni brani dell’album Nel respiro, secondo disco della De Vito per la britannica Provocateur (dopo Verso del 2000, in trio con John Taylor e Ralph Towner, ambedue presenti anche nell’album successivo, insieme al bassista Steve Swallow e appunto ad Heral), e che si è cementata con Tumulti, accreditato ad entrambi, ma con la partecipazione in alcuni episodi del violoncellista olandese Ernst Reijseger e del pianista austriaco Paul Urbanek. Tumulti rappresenta una ricerca sul suono, sul ritmo, sulla melodia, sull’improvvisazione, ed è un progetto aperto ad altri contributi, come attesta anche il concerto conclusivo della due-giorni di workshop, grazie all’inedito incontro con il trombonista Gianluca Petrella, altro solista di provata creatività.

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Domenica 11 aprile
MONTEFIORE CONCA (RN), TEATRO MALATESTA, ORE 18:00
concerto con calice - “Acini”
BOJAN ZULFIKARPASIC SOLO
Bojan Zulfikarpasic – pianoforte

L’ultimo suo album, Transpacifik, lo ha registrato in trio con gli statunitensi Scott Colley e Nasheet Waits. Ma un altro dei dischi che meglio rappresentano Bojan Zulfikarpasic, più semplicemente conosciuto come Bojan Z, è sicuramente il precedente Solobsession, esemplare prova solitaria di uno dei pianisti più talentuosi emersi negli ultimi decenni nell’ambito della scena jazzistica non solo europea. Nato a Belgrado nel 1969, Bojan è cresciuto in una famiglia appassionata di musica: “In casa c’erano una chitarra e un pianoforte e io li suonavo entrambi. In questo senso mi ritengo fortunato di aver potuto subito far pratica con lo strumento che avrebbe segnato la mia vita”, ricorda. Nel 1986, grazie ad una borsa di studio, Bojan Z si è trasferito per qualche tempo negli Stati Uniti, stabilendosi successivamente in Francia. E qui la sua carriera musicale ha trovato il terreno ideale per decollare, grazie all’incontro con il sassofonista Julien Lourau, ma soprattutto alle collaborazioni con Henri Texier, Michel Portal e Nguyên Lê.

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Mercoledì 14 aprile
PIEVE DI CENTO (BO), TEATRO ALICE ZEPPILLI, ORE 21:15
BARBARA CASINI TRIO
"O mundo de Chico Buarque"

Barbara Casini – voce, percussioni; Sandro Gibellini – chitarra; Beppe Fornaroli – chitarra, voce

Barbara Casini è toscana, è nata a Firenze e lì vive tuttora. Ma la sua mente e il suo cuore volano da tempo lontano, fino in Brasile. L’amore per la Musica Popolare Brasiliana l’ha infatti portata a diventare una profonda conoscitrice di un universo musicale affascinante come pochi altri. Al repertorio della grande canzone brasiliana ha dedicato diversi album, due dei quali realizzati rispettivamente in collaborazione con magnifici sassofonisti jazz quali Phil Woods (Você e Eu) e Lee Konitz (Outra Vez). “O mundo de Chico Buarque” è un viaggio fra le melodie di un maestro che, nello sposare musica e parole per esprimere un vasto universo emotivo, presta anche particolare attenzione a tematiche sociali. Accanto a Barbara Casini si ascoltano due fra i suoi più abituali collaboratori, i chitarristi Sandro Gibellini e Beppe Fornaroli, anche loro irrimediabilmente attratti dalla saudade do Brasil.

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Giovedì 15 aprile
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
JAVIER GIROTTO SOLO
Javier Girotto – sax soprano, sax baritono, clarinetto basso, flauti andini, elettronica
GREG OSBY QUARTET
Greg Osby – sax; Megumi Yonezawa – pianoforte; Bob Hurst – contrabbasso; Rodney Green – batteria

Il secondo degli appuntamenti al Teatro Asioli di Correggio è nel segno del sassofono. Primo a salire in pedana Javier Girotto, musicista nato in Argentina e da lì partito anni fa con tutto il suo bagaglio di sassofoni e flauti e soprattutto con il tango nel cuore e nell’anima: ascolteremo Girotto impegnato in una performance solitaria nel corso della quale darà sicuramente fondo a tutte le proprie notevoli risorse espressive. Il secondo è Greg Osby, nativo di St. Louis, uno dei sassofonisti che meglio oggi incarna il pensiero musicale afro-americano, sia mantenendone in vita la tradizione, sia apportandovi nuovi contenuti. Già adepto delle concezioni filosofiche e musicali di Steve Coleman e collaboratore di Cassandra Wilson, Jack DeJohnette, Geri Allen e altri (ha anche inciso un album assieme ad un colosso del sax tenore come Joe Lovano), Osby è infatti uno dei musicisti che con maggiore spessore coniuga passato e presente di una musica che proprio grazie ad artisti come lui può confidare in un indispensabile rinnovamento.

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Sabato 17 aprile
MINERBIO (BO), TEATRO MINERVA, ORE 21:15
“Donne in Jazz”
RITA MARCOTULLI / MAIACLAIRE GARRISON
Rita Marcotulli – pianoforte; Maiaclaire Garrison – danza
RITA MARCOTULLI / MARIA PIA DE VITO
Rita Marcotulli – pianoforte; Maria Pia De Vito – voce
MARCOTULLI / DE VITO / GARRISON
Rita Marcotulli – pianoforte; Maria Pia De Vito – voce; Maiaclaire Garrison – danza
produzione originale

Dopo il progetto Koinè, il duo con Roberto Gatto e il concerto nel quartetto di Dewey Redman, con il quale suona sin dal 1991, Rita Marcotulli è di nuovo ospite di Crossroads 2004, ma in un contesto ancora diverso, a ulteriore dimostrazione della naturale predisposizione della pianista romana ad esprimersi in molteplici situazioni musicali. Questa volta la troviamo in compagnia della danzatrice americana Maiaclaire Garrison (figlia del grande contrabbassista Jimmy Garrison, una delle colonne dello storico quartetto di John Coltrane) e della cantante napoletana Maria Pia De Vito, due artiste con le quali Rita Marcotulli ha sviluppato negli anni una profonda intesa. Di recente ascoltata in duo con Pat Metheny, all’ultima edizione del festival “Ravenna Jazz”, la pianista nutre peraltro da sempre grande attenzione nei confronti della danza e del canto: il suo stesso approccio strumentale possiede la dinamicità propria di una danzatrice e il senso melodico che anima ogni cantante.

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Venerdì 23 aprile
FORLÌ, NAIMA CLUB, ORE 22:00
BARBARA CASINI “URAGANO ELIS”
Barbara Casini – voce; Riccardo Luppi – sassofoni, flauto; Roberto Rossi – trombone;
Marco Tamburini – tromba; Sandro Gibellini – chitarra; Bruno Cesselli – pianoforte;
Raffaello Pareti – basso; Francesco Petreni – batteria; Heraldo da Silva – percussioni

“Uragano Elis” è uno dei progetti più ambiziosi portati fino ad oggi a compimento da una cantante che conosce in profondità il composito universo della Musica Popolare Brasiliana. Lo spettacolo è un omaggio sentito ed appassionato a Elis Regina, prematuramente scomparsa nel gennaio del 1982, a soli 37 anni, lasciando dietro di sé una preziosa eredità. Elis Regina rimane un’interprete insuperata di grandissimi autori, da Tom Jobim a Edu Lobo, da Milton Nascimento a Gilberto Gil, da Chico Buarque a Caetano Veloso. Barbara Casini, coadiuvata nell’ideazione del progetto dall’arrangiatore Paolo Silvestri, ha operato una accurata selezione scandagliando un repertorio vastissimo. Il risultato è un recital dove, oltre alla voce, hanno un ruolo fondamentale gli interventi strumentali dei musicisti coinvolti, fra i quali spicca un brasiliano DOC come il percussionista di Rio de Janeiro Heraldo da Silva.

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Sabato 24 aprile
DOZZA (BO), TEATRO ART, ore 21:30
“DozzaJ”
ROBERTO GATTO QUINTETTO
Dado Moroni – pianoforte; Javier Girotto – sax; Gianluca Petrella – trombone;
Luca Bulgarelli – contrabbasso; Roberto Gatto – batteria

Uno dei batteristi più versatili e di maggiore esperienza del jazz non solo italiano guida una formazione che quanto a compattezza e jazz feeling teme ben pochi concorrenti. Costituito in occasione dell’incisione dell’album Sing Sing Sing (1998), il quintetto di Roberto Gatto ha dunque radici ben salde nella coesione del proprio collettivo, formato da spiccate individualità che sanno bene come interagire con le indicazioni del leader. Da parte sua, Gatto costruisce con mano leggera e mai prevaricante un percorso sonoro variegato e sempre piacevole, reso ancor più gustoso da influenze di varie culture assimilate con personalità e senza mai perdere di vista la grande tradizione del jazz. Tutto ciò è rinvenibile anche nel recente Deep, album costruito attorno a nove belle composizioni dello stesso batterista romano, autore sensibile, quindi, oltre che strumentista eccelso.

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Domenica 25 aprile
MODENA, THE HOUSE, ore 21:00
“WHITE”
Geoff Warren – flauto, composizione; Stefano Calzolari – pianoforte, composizione
“MOTOTRABBASSO”
spettacolo di teatro musicale di e con Lullo Mosso

“White”: spartiti bianchi sui leggii. A turno i due musicisti impegnati nella performance spiegano il pezzo che suoneranno, come se fosse stato composto precedentemente: in realtà, non esiste una sola nota scritta. E la musica nasce esclusivamente dalle emozioni del momento. I titoli dei brani sono parte integrante della struttura. Come dire, improvvisazione totale. Ma anche, seppur sembrerebbe un controsenso, composizione. “Mototrabbasso”: uno spettacolo di teatro musicale dove il suo unico protagonista suona uno strano strumento, un incrocio fra una motocicletta e un contrabbasso, veicolo ideale per viaggiare fra tutte le musiche del globo. Chi lo possiede ha quindi la possibilità di spostarsi ovunque raccontando e cantando i personaggi e i suoni di un viaggio fantastico. Lullo Mosso, il pilota, accompagna così lo spettatore in un affascinante itinerario fra canti berberi, il blues del Mississippi, la sanfona amazzonica, il rap, il bebop, danze rituali africane e molto, molto altro ancora.

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Venerdì 30 aprile
DOZZA (BO), TEATRO ART, ore 21:30
“DozzaJ”
JAVIER GIROTTO / LUCIANO BIONDINI DUO
Javier Girotto – sassofoni; Luciano Biondini – fisarmonica

Il tango, il folklore, la musica etnica in genere sono il terreno attorno al quale si sviluppa il dialogo fra i sassofoni di Javier Girotto e la fisarmonica di Luciano Biondini: la loro è una ricerca che sfocia in una musica davvero senza confini. Girotto ha iniziato a suonare all’età di 8 anni, nella banda Infanto Juvenil de Cordoba, diretta da suo nonno: a 20 si è trasferito negli Stati Uniti, studiando al bostoniano Berklee College of Music, e a 25 è arrivato in Italia, dove la sua carriera di musicista si è sviluppata come componente degli Aires Tango, nonché attraverso collaborazioni con, fra gli altri, Roberto Gatto ed Enrico Rava, e vari progetti personali, fra i quali un sentito omaggio ad Astor Piazzolla. Anche Luciano Biondini ha imbracciato presto, a 10 anni, lo strumento che ne avrebbe segnato la vita: il suo curriculum include significative collaborazioni con lo stesso Rava, Gabriele Mirabassi, Rabih Abou-Khalil, Michel Godard, Battista Lena, Gianmaria Testa.

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Domenica 2 maggio
IMOLA (BO), TEATRO COMUNALE EBE STIGNANI, ORE 21:15
“Sbandando”
BANDA MUSICALE CITTÀ DI IMOLA & TERRE DI MEZZO
+ special guest GIANLUIGI TROVESI

BANDA MUSICALE CITTÀ DI IMOLA diretta dal Maestro Giuliano Ricci;
TERRE DI MEZZO: Emiliano Rodriguez – sassofoni;
Simone Zanchini – fisarmonica; Roberto Bartoli – contrabbasso; Ettore Fioravanti – batteria;
+ Gianluigi Trovesi – clarinetti
produzione originale EJN – Combo Jazz Club – Terre di Mezzo – Banda di Imola

“Sbandando” è un nuovo progetto che vede coinvolti nella sua realizzazione l’Assessorato alla Cultura del Comune di Imola, Europe Jazz Network e il Combo Jazz Club di Imola. Artisticamente sancisce il significativo incontro fra la Banda Musicale Città di Imola, formazione con ben 180 anni di storia alle spalle, e Terre di Mezzo, gruppo apprezzato a livello nazionale per la sua musica che contiene molti tratti tipici delle tradizioni popolari, rinvenibili nella spiccata cantabilità melodica delle composizioni e nell’uso di ritmi diversi, anche irregolari. A dare quel tocco di prestigio in più c’è Gianluigi Trovesi, musicista di fama internazionale che da sempre mescola il più audace linguaggio improvvisativo del jazz con elementi della musica colta e popolare. Nel corso del concerto si ascolteranno brani originali scritti dai componenti di Terre di Mezzo, arrangiati per la speciale occasione da Stefano Nanni.

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Mercoledì 5 maggio
LUGO (RA), TEATRO ROSSINI, ORE 21:00
“Lugo Opera Festival”
DANILO REA “LIRICO”
Danilo Rea – pianoforte
PAOLO FRESU / DANILO REA DUO
Paolo Fresu – tromba; Danilo Rea – pianoforte
produzione originale

Danilo Rea è uno dei pianisti più amati del jazz italiano. Lo dicono i suoi successi, come solista e come componente di Doctor 3, il mirabile trio (completato dal contrabbassista Enzo Pietropaoli e dal batterista Fabrizio Sferra) che anche nel 2003 si è aggiudicato il “Top Jazz” del mensile Musica Jazz come “miglior gruppo italiano dell’anno”, così come era già avvenuto nel 1999 e nel 2001. Il suo esordio professionale risale al 1975, con il trio di Roma (con lo stesso Pietropaoli e Roberto Gatto alla batteria) e da allora le collaborazioni discografiche e concertistiche si sono freneticamente succedute: Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods, Michael Brecker, Joe Lovano, Gato Barbieri, solo per fermarsi ad alcuni nomi, senza trascurare le scritture come sideman di grandi firme della canzone italiana come Mina, Baglioni, Mannoia, Pino Daniele. È tuttavia l’elegante, ispirato, melodico pianista jazz che qui è sotto i riflettori, sia come performer solitario di Lirico, dal titolo del suo album più recente, sia come protagonista dell’inedito faccia a faccia con un altro dei jazzisti italiani più amati, Paolo Fresu.

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Venerdì 7 maggio
BOLOGNA, TEATRO SAN MARTINO, ORE 21:30
PIERO ODORICI “ESTATE”
Piero Odorici – sassofoni; Sandro Gibellini – chitarra; Marcello Tonolo – pianoforte;
Lucio Terzano – contrabbasso; Tony Arco – batteria

Estate è sicuramente la più famosa canzone di quel sensibile autore che rimane Bruno Martino, entrata di diritto nel novero degli standard più eseguiti, persino dagli americani. Ma è anche il titolo che Piero Odorici, uno dei più talentuosi sassofonisti di estrazione bop mai apparsi in Italia, ha dato al suo album più recente, registrato dal vivo nel 2002 e pubblicato dalla Red Records. Odorici vi si ascolta alla guida dello stesso gruppo con cui si presenta in questa occasione concertistica: un quintetto che, come è stato già scritto, trova “le ragioni del proprio presente musicale all’interno di un rapporto fecondo e imprescindibile con la tradizione moderna del jazz”. Arrangiamenti impeccabili, improvvisazioni fluenti e ispirate caratterizzano la musica del sassofonista e dei suoi compagni, che non hanno mai smesso, e mai lo faranno, di percorrere la strada tracciata dai grandi maestri del jazz.

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Lunedì 10 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ore 21:00
“ZAPPING”
Bollani-Della Monica-Di Castri-Ferretti-Ferroni-Maroccolo-Negri-Petrella-Servillo

Peppe Servillo, Giovanni Lindo Ferretti – voce; Mauro Negri – sax, clarinetto; Gianluca Petrella – trombone;
Stefano Bollani – pianoforte; tba – chitarra; Gianni Maroccolo – elettroniche, basso, chitarra;
Furio Di Castri – contrabbasso; Pierpaolo Ferroni – batteria; Cristiano Della Monica – percussioni
coordinamento musicale di Furio Di Castri

“Il jazz non è morto, puzza solo un po’…”, diceva Frank Zappa con quel suo sano modo di fare fra il provocatorio e il demistificatorio. Tuttavia, nell’arco della sua prodigiosa parabola artistica, non sono mancati i contatti con il jazz: bastino per tutti album epocali come Hot Rats e The Grand Wazoo. Dischi che anche buona parte dei jazzofili apprezzano e che sicuramente ama Furio Di Castri, principale responsabile di un progetto che, nel rendere omaggio ad uno dei massimi geni musicali del Novecento, getta un ponte fra jazz e rock, rompendo barriere che, nonostante tanti bei propositi, resistono tuttora, e coinvolgendo personalità di spicco in ambito nazionale provenienti da ambedue i campi. Il risultato è una sorta di all stars in cui figurano, oltre a quello di Di Castri, i nomi di Bollani, Petrella, Negri, Peppe Servillo, carismatica voce degli Avion Travel, Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo dei PGR. A far da collante, il senso del rischio e del gioco e, soprattutto, la voglia di suonare insieme.

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Martedì 18 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ore 21:00
ANTONELLO SALIS / HAN BENNINK DUO
Antonello Salis – fisarmonica, pianoforte; Han Bennink – batteria
LEE KONITZ / FRANCO D’ANDREA DUO
Lee Konitz – sax alto; Franco D’Andrea – pianoforte

Una serata all’insegna del duo, una formula forse oggi un po’ abusata ma che, se praticata dai musicisti giusti, continua ad offrire piacevoli sorprese. E coppie collaudate, ma sempre imprevedibili, come Antonello Salis-Han Bennink e Lee Konitz-Franco D’Andrea, conoscono bene l’arte del dialogo a due voci, ovviamente secondo le rispettive prospettive. E se il pianista/fisarmonicista sardo e il batterista olandese sono due autentiche forze della natura, improvvisatori dalla incontenibile carica comunicativa, il pianista meranese e lo storico sassofonista statunitense, uno dei profeti del cool jazz, prediligono atmosfere più intime e colloquiali, specchio di personalità rigorose ma nel contempo aperte. Una serata, dunque, anche all’insegna del contrasto fra climi e temperamenti diversi, a ulteriore conferma di come il jazz non sia univoco ma possa e debba ospitare al proprio interno differenti approcci al fare musica. L’importante è il fine: suonare sempre con ispirazione e creatività.

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Giovedì 20 maggio
CORREGGIO (RE), TEATRO ASIOLI, ORE 21:00
THE ZAWINUL SYNDICATE
Joe Zawinul – tastiere, voce; Manolo Badrena – percussioni, voce;
Amit Chatterjee – chitarra, voce; Linley Marthe – basso el.;
Nathaniel Townsley – batteria; Sabine Kabongo – voce

Joe Zawinul è il poeta dei sintetizzatori, colui che forse più e meglio di altri ha saputo trarre grande profitto dalle più moderne e sofisticate tecnologie imprimendovi a sua volta la propria multiforme visione sonora. Tra i primi a introdurre nel jazz la calda sonorità del piano elettrico, ai tempi del fortunato sodalizio con il sassofonista Cannonball Adderley suggellato dall’hit Mercy, Mercy, Mercy, successivamente chiamato alla corte del divino Miles Davis per offrire il proprio contributo a opere epocali come In A Silent Way e Bitches Brew, Joe Zawinul è stato fondatore, assieme a Wayne Shorter e Miroslav Vitous, dei Weather Report, gruppo che ha letteralmente spalancato nuovi, stimolanti orizzonti. Da sempre attratto da musiche provenienti da ogni angolo del pianeta, il tastierista austriaco si è poi involato per proprio conto, firmando prima il composito affresco Dialects, e poi varando il gruppo Zawinul Syndicate, la formazione con cui si accompagna ancora oggi e che traduce al meglio il pensiero di un leader così autorevole, un artista che si nutre di mille suoni e mille ritmi riconsegnandoli in una veste inconfondibilmente marchiata dalla sua carismatica personalità.

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